Il crollo del bitcoin e delle cripto valute

I grandi sostenitori delle cripto valute non si sono mai trovati in difficoltà come in questi giorni, la cripto per eccellenza, il Bitcoin.

I grandi sostenitori delle cripto valute non si sono mai trovati in difficoltà come in questi giorni, la cripto per eccellenza, il Bitcoin, vale oggi meno della metà rispetto a sei mesi fa, ma le altre cripto non si trovano in buone acque, anzi, hanno subito ribassi ancora maggiori.

Insomma un vero disastro.

Certo possiamo senza dubbio dire che anche lo scorso anno il mese di maggio fu disastroso per il bitcoin, tuttavia dopo aver toccato un minimo nel mese di luglio le quotazioni tornarono a salire in maniera prepotente arrivando a toccare un massimo storico, il 9 novembre a quota 57.799,40 euro.

In questo momento il bitcoin vale 29.129 euro dopo che nella giornata di ieri ha toccato un minimo a 25.026 euro.

È difficile dare una giustificazione a questo crollo, fare analisi oggettive sulle cripto valute è praticamente impossibile. A mio avviso è difficile anche dare una giustificazione sul perché un Bitcoin valga anche in questo momento più di 25.000 euro.

Sapete che non sono un fautore delle cripto valute.

Semplicemente perché mi trovo in difficoltà anche soltanto a chiamarle valute, in quanto ovviamente il termine “valuta” è una derivazione del termine “valore”, ed effettivamente la mia difficoltà risulta proprio nell’attribuire un valore al Bitcoin e naturalmente anche a tutte le cripto.

Non riesco a capire come si possa attribuire un valore al Bitcoin ed alle cripto in genere, mi chiedo infatti sulla base di cosa le cripto acquisiscono valore?

Non ha nessun senso neppure sostenere che i Bitcoin sono destinati a crescere di valore perché ne verranno emessi in una quantità limitata.

Certo sappiamo tutti che i prezzi sono anche influenzati dalla quantità, ma se una cosa non vale nulla per quanto sia emessa in quantità limitata continua a non valere nulla.

Leggevo un po’ di tempo fa che soltanto nell’ultima settimana erano state emesse nel mondo 150 nuove cripto valute, ma scusate, chiedo, chiunque può emettere una cripto valuta?

Se ad esempio io stampassi un pezzo di carta, anzi non serve neppure che lo stampi perché è pure una cosa virtuale, se io quindi emettessi virtualmente una cripto che chiamo “Marcotti” e dico che per acquistarla occorrono mille euro o un milione di euro, trovo davvero un gonzo che mi dà mille euro o meglio ancora un milione di euro?

Ve lo chiedo sapete, perché se la risposta è “sì”, allora emetto subito la cripto “Marcotti”. Guardate che non sono nemmeno un avido, se mi danno mille euro per la cripto Marcotti ne emetto mille, se invece mi danno un milione di euro ne emetto una sola.

Non voglio diventare miliardario, mi basta un milione di euro, poi chi l’ha comprata da me se guadagna ancora più di me, ossia se riesce a venderla a più del doppio, gli faccio pure i miei complimenti, non sono invidioso, io mi tengo il mio milione di euro e vivo con quello.

Ma fatemi fare anche qualche altra considerazione. Una l’ho già espressa più volte in passato. Se nel mondo esistono migliaia forse decine di migliaia di cripto valute questo non vi sembra possa suonare come un campanello d’allarme?

Cioè, se è così facile emettere una cripto valuta non può questo essere un segnale che tutte queste cripto valute non abbiano alcun valore?

Ma non solo.

Spesso è stato indicato, come un aspetto positivo, la volatilità delle cripto valute, ma scusate, sapete, la volatilità di un asset finanziario, è proprio un aspetto tipico della pericolosità dello stesso, ovviamente intendo dire una pericolosità di carattere finanziario. 

In altre parole l’alta volatilità deriva dal fatto che quell’asset finanziario può avere un valore estremamente diverso da quello che in quel momento il mercato gli sta attribuendo.

Ed allora perdonatemi, ma se i fautori del Bitcoin e delle cripto in genere amano la volatilità, ma perché operare sulle cripto? È sufficiente che operino a leva 100, 200 o 300 e la volatilità vola a livelli stratosferici.

Non so se tutti gli ascoltatori sappiamo cosa significa operare a leva. 

In pratica le operazioni a leva potremmo intenderle come una specie di scommessa.

Chiariamo, ogni operazione finanziaria è di per sé una scommessa perché viene eseguita con l’intento di avere un guadagno, in altre parole, se io acquisto in Borsa che ne so, delle azioni Enel non lo faccio con l’intento di diventare socio per poter partecipare all’assemblea dei soci e dare il mio contributo al miglioramento dell’azienda, ecc.ecc. 

Acquisto azioni Enel con il solo intendo di rivenderle dopo un certo periodo con la speranza che nel frattempo il loro prezzo sia salito ed io così possa aver ottenuto un guadagno.

Tuttavia è vero che dopo aver comprato le azioni dell’Enel in Borsa io sono diventato un azionista, quindi un socio dell’azienda, anche se naturalmente un socio piccolo piccolo, insomma di assoluta minoranza, però, ripeto, è vero, io posso andare all’assemblea dei soci e votare le diverse mozioni.

Nelle operazioni a leva, invece, io non compro direttamente l’azione, quindi non divento socio dell’azienda, bensì compro uno strumento finanziario che ha un sottostante, ad esempio proprio le azioni Enel, ed il valore di questo strumento finanziario dipenderà dalla variazione del sottostante.

Ma questa variazione viene moltiplicata, ad esempio, per 100, 200 o 300 volte.

Quindi in pratica se io acquisto questo strumento finanziario con leva 100 il quale, come detto, ha un sottostante, ad esempio una azione quotata in Borsa, se questa azione sottostante guadagna in Borsa l’1% io non guadagnerò l’1% come se avessi comprato direttamente il titolo in Borsa, bensì guadagnerò cento volte tanto, ossia il 100%, e così se opererò con leva 200 la variazione del sottostante dell’1% mi farà guadagnare il 200%.

Attenzione, però, è chiaro che se invece di guadagnare l’1% il titolo sottostante perdesse l’1% è chiaro che la mia perdita sarebbe del 100%. E’ ovvio che con strumenti finanziari a leva moltiplico il mio potenziale guadagno, ma moltiplico anche la mia potenziale perdita.  

Ed infine uno degli aspetti delle operazioni a leva è che si possono eseguire anche al ribasso, in quel caso si avrà un guadagno qualora la quotazione del titolo sottostante scendesse, mentre incamererò una perdita se le quotazioni del titolo sottostante dovessero salire.

Insomma se io sono convinto che una azione (ma non solo una azione, come sottostante ci potrebbe essere ad esempio un intero indice di Borsa, oppure un bene come il petrolio o il grano, insomma tutto quanto può avere un valore) quindi se io sono convinto che una azione debba scendere di prezzo posso fare operazioni al ribasso.

Ed ancora, sempre gli estimatori delle cripto valute sostengono che uno degli aspetti migliori sarebbe la de correlazione rispetto ad altri asset.

In questo caso, a parte ci sono altri asset che possono considerarsi decorrelati rispetto ad esempio ai mercati azionari.

Ma proprio la caduta delle cripto avvenuta in questi mesi, è l’esempio più chiaro ed esplicito che questa decorrelazione è un falso, non esiste.

Dall’inizio dell’anno le Borse sono scese all’incirca del 20% e le cripto del 50%, altro che decorrelazione.

Ed ancora dai fautori delle cripto, nel settembre scorso, era stata annunciata con giubilo la notizia che El Salvador fosse divenuto il primo Stato al mondo a scegliere il Bitcoin come moneta legale.

In quell’occasione, personalmente, non avevo voluto infierire sulla Croce Rossa, ma insomma … El Salvador, uno stato sull’orlo del baratro, dell’abisso, uno Stato che il prossimo gennaio dovrà restituire un bond da 800 milioni di dollari ed El Salvador non solo ha finito le lacrime, ma non ha nemmeno più gli occhi per piangere.

Insomma che uno Stato sia costretto a sperare in una scommessa, ossia acquistare Bitcoin sperando che salga il loro valore per poter così rivenderli ed onorare i propri debiti in dollari … insomma dai … è come se lo Stato comprasse un biglietto della lotteria sperando di poter così pagare i propri debiti con la possibile vincita.

Infine, ma qui tocchiamo veramente il fondo, per ridurre la volatilità del Bitcoin e delle cripto in genere si sono inventati gli stablecoin, letteralmente monete stabili, in pratica cripto che tuttavia erano legate da un algoritmo alla parità con il dollaro americano.

Ebbene tutto ciò avrebbe reso le quotazioni di quegli strumenti molto stabili. 

Per fortuna!

Gli sono stati anche dati nomi che doveva essere più che tranquillizzanti, pensate: Terra e Luna.

Che fine hanno fatto?

Di fatto sono fallite, in pochi giorni è crollato tutto l’ambaradan messo in piedi e che si diceva valesse miliardi di dollari.

Vabbè fermiamoci qua, lo sapete che non amo infierire sulla Croce Rossa.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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