Danimarca: il Paese più sostenibile per il mining di bitcoin

La Danimarca è stata identificata con la Nazione più sostenibile in Europa per il mining delle criptovalute e purtroppo se ne parla troppo poco.

La Danimarca è stata identificata con la Nazione più sostenibile in Europa per il mining delle criptovalute. Anche se non si parla molto della relazione tra i danesi e le monete digitali ci sono alcuni aspetti che in realtà potrebbero essere un buon esempio per tutti gli altri Paesi.

A differenza dei vicini nordici la Danimarca non si è esposta contro i bitcoin per il loro grande consumo di energia ma sta procedendo lentamente per creare una regolamentazione che rispetti i principi della sostenibilità su diversi fronti, incluso quello ambientale ma non solo.

Quali sono le politiche interne della Danimarca nei confronti delle criptovalute? E come mai è stata nominata come il Paese più sostenibile per il mining delle monete digitali?

L’indice Environmental Performance Index (EPI) applicato alla Danimarca

Per valutare la sostenibilità delle misure applicate dai diversi Paesi in termini di monete digitali occorre considerare una serie di fattori che possono essere riassunti in modo abbastanza completo nel calcolo dell’EPI, ossia l’indice di performance ambientale.

L’EPI può quindi essere un indice molto utile per determinare se il mining di criptovalute di un Paese sta impattando l’economia, la società e l’ambiente a livello locale e a livello globale. Questo va poi confrontato con altri parametri sociali. Tra i dati analizzati troviamo:

Il prezzo dell’energia, come viene generata l’energia utilizzata, la temperatura e l’impianto di raffreddamento, i vincoli legali, il capitale umano e la ricerca, le tecnologie associate allo sviluppo e all’innovazione.

Dallo studio pubblicato lo scorso anno da Energies su MDPI si evince che la Danimarca è il Paese più sostenibile d’Europa per minare bitcoin e altre criptovalute seguito dalla Germania e dalla Svezia.

Leggi anche: Ecco perchè l’impatto ambientale delle criptovalute dipende dal loro piano di crescita

I fattori che determinano la sostenibilità nel mining di criptovalute

Il mining è considerato un’attività non sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche sociale principalmente per la quantità di energia elettrica necessaria e per i rifiuti elettrici ed elettronici che vengono prodotti. Insomma una durata di vita breve e un grande richiesta di energia.

Per questa ragione altri Paesi come la Svezia si sono opposti al mining chiedendo anche all’Europa di valutare misure restrittive. In Danimarca non c’è al giorno d’oggi una regolamentazione specifica per le monete digitali.

Anche se le valute digitali non rientrano nell’ambito dei servizi finanziari per poter scambiare criptovalute in Danimarca ogni transazione deve essere effettuata in modo ottimale attraverso dei servizi finanziari, di attività di investimento o come forma di pagamento.

Questo è l’unico modo per determinare se l’uso della criptovaluta è conforme alle leggi danesi e poter prevenire il riciclaggio di denaro oppure approfittare dei fondi di investimento alternativi non tassati.

Leggi anche: Nuove normative potrebbero spingere le criptovalute verso uno sviluppo sostenibile

Il riciclaggio del denaro: la preoccupazione principale della Danimarca

La sostenibilità delle monete digitali e dei loro processi è il risultato di un’armonia tra le dinamiche economiche locali e internazionali, la società e il territorio. Se il mining viene fatto in un Paese che ha una politica ambientale ben strutturata allora non potrà generare gravi impatti sull’ecosistema.

Stesso concetto per la crescita economica equa e inclusiva oppure per il rispetto delle dinamiche sociali locali, spesso molto delicate. Tra questi concetti quello che desta più preoccupazione alla Danimarca è il riciclaggio di denaro, un problema noto e intrinseco alla definizione di criptovaluta.

Per combattere il riciclaggio di denaro la Danimarca segue innanzitutto le normative Antiriciclaggio stabilite dall’Unione Europea che sono tecnologicamente neutre, ossia includono tutte le tecnologie inclusa la Blockchain e le criptovalute.

In più sono previste delle misure aggravanti stipulate dalle leggi danesi che prevedono una pena detentiva di quattro anni per coloro che evadono le tasse oppure riciclano denaro. Tutti gli stabilimenti di criptovalute che si trovano in Danimarca devono rispettare queste condizioni per poter offrire i loro servizi.

Conclusioni

La Danimarca dovrebbe essere un punto di partenza per riflettere riguardo le critiche e le preoccupazioni nei confronti delle monete digitali. È facile nascondere una politica debole e poco attiva per giustificare la difficoltà di inserire nuove tecnologie all’interno del proprio Paese.

Tra le Nazioni più all’avanguardia ci sono quelle che da anni stanno portando avanti programmi di digitalizzazione ed educazione all’innovazione pensando a tutte le generazioni, ovviamente con approcci molto diversi. Ancora una volta è chiaro che un risultato di successo è frutto di un piano studiato oggi per il futuro di domani.

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