Quali sono gli impatti del mining sull’ambiente?

I protocolli mining più contaminanti, come quelli usati da Bitcoin, pesano sull'ambiente dai 22 ai 22.3 milioni di tonnellate di anidride carbonica og

Le criptovalute nonostante siano virtuali, quindi non tangibili, per esistere hanno bisogno di tecnologie molto avanzate. Queste a sua volta non sono altro che un insieme di alimentatori, schede madri, di rete, video e audio, processori, memorie, dischi rigidi e case.

Ciò significa che il loro aspetto non ci deve ingannare: le innovatrici criptovalute sono in realtà fatte di minerali, combustibili fossili e i loro derivati, proprio come le monete fisiche. Infatti le critiche fatte dagli esperti ambientalisti riguardano proprio il consumo spropositato e le conseguenze socio-ambientali che ne derivano.

Quindi se ci stessimo chiedendo cosa centrano le criptovalute con l’ambiente già possiamo avere un’idea di base. Ma solo la creazione delle criptovalute va ad impattare sull’ambiente o anche tutti i processi di scambio, come le transazioni, generano degli effetti? Per capire questo punto dobbiamo concentrarci proprio sul mining.

Criptovalute e ambiente: la rivoluzione del mercato finanziario

Le criptovalute sono senza ombra di dubbio una delle innovazioni più importanti del ventunesimo secolo, infatti con Nakamoto nel 2008 si è aperto un nuovo mondo nel mercato finanziario. Da allora il mondo cripto ha fatto passi da gigante, evolvendosi in quasi 20 mila monete digitali.

Per definizione ciascuna criptovaluta per essere definita tale deve:

  • essere digitale o virtuale protetta dalla crittografia

  • avere preferibilmente una rete decentralizzata basata sulla tecnologia blockchain

  • preferibilmente non deve essere emessa da alcuna autorità centrale

Scrivo “preferibilmente” perchè dalla loro nascita sono cambiate parecchie cose. Molti governi per esempio si stanno muovendo verso il mondo cripto, lanciando la propria criptovaluta di Stato. Questo sta succedendo per esempio in Cina, El Salvador, Vietnam ma anche nell’Unione Europea.

In alcuni casi si vede come le decisioni dei governi influenzano le scelte dei programmatori e fondatori delle criptovalute. L’ultimo esempio tra i più eclatanti è il conflitto russo-ucraino, dove sono stati congelati migliaia di account russi da piattaforme tra cui Binance.

Criptovalute e ambiente: gli effetti nel mondo della finanza

Senza entrare nel dettaglio riguardo l’evoluzione delle criptovalute, è importante comprendere che il loro potenziale è molto alto e in teoria potrebbe rappresentare un esempio di economia basata sull’equità, l’efficienza e la libertà di scambio.  

I riscontri nel mondo finanziario sono tantissimi. La decentralizzazione e lo scambio diretto fanno sentire gli investitori più indipendenti e con un maggior controllo diretto del loro capitale perchè non ci sono intermediari tra il venditore e il compratore.

Inoltre nonostante le alte fluttuazioni, le criptovalute più famose e diffuse a livello internazionale hanno un valore di mercato alto e per questo attirano l’attenzione di tutti.

Ma quali sono gli effetti sull’ambiente?

Criptovalute e ambiente: gli effetti sull’ambiente

Detto ciò, si può parlare di sostenibilità socio-ambientale? No! Ma questo non significa che tutte le innovazioni nel mercato finanziario siano da buttare via. Infatti nessun critico ambientalista nega i benefici dell’uso delle criptovalute, ciò di cui si discute sono i processi e i protocolli che vengono utilizzati per gli scambi.

Bitcoin forse è la criptovaluta che negli ultimi tempi risulta esssere maggiormente attaccata dai media come criptovaluta inquinante, senza però far capire ai lettori che l’aspetto legato alla sostenibilità riguarda le caratteristiche tecnologiche della Blockchain e non la criptovaluta in sé.

La Blockchain è un libro mastro dove vengono registrate tutte le transazioni. La maggior parte delle criptovalute si basano su questo tipo di tecnologia per validare i processi di scambio, evitare – o meglio ridurre – le truffe degli hacker e garantire un’ecosistema virtuale sicuro.

Affinchè i “validatori possano validare” gli scambi, i programmatori delle criptovalute si avvalgono di diversi sistemi compelssi chiamati “meccanismi di consenso” che vedono come protagonisti i miner, o minatori, o i validator, o validatori.

Dipendendo dal meccanismo di consenso che viene utilizzato si verificano impatti ambientali più o meno considerevoli. Ed è proprio su questo punto che sono interventuti i big del settore ambientale come Green Peace e l’Environmental Working Group (EWG).

Per capire la magnitudo delle tecnologie coinvolte nel funzionamento delle criptovalute ti consiglio di guardare questo video di Wired, un tour in una delle più grandi “miniere” di criptovalute del mondo negli Stati Uniti.

Criptovalute e ambiente: le miniere di criptovalute

Le “miniere” di criptovalute sono degli spazi in cui migliaia di computer dalle tecnologie avanzate lavorano incessantemente 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

Queste miniere di computer hanno dei compiti precisi: la produzione delle criptovalute e il loro funzionamento. Infatti, dal momento che non ci sono terze parti che validano le transazioni, la crittografia gioca un ruolo da protagonista per garantire la sicurezza della moneta virtuale, per esempio che non venga spesa due volte.

La crittografia prevede calcoli molto complessi, per ridurre al minimo gli attacchi hacker, e questi si possono risolvere solo con macchine molto potenti: migliaia di computer con una potenza di calcolo enorme. Ma chi li gestisce? Quale costo hanno? 

Dovete immaginarvi che per risolvere un calcolo crittografico sono possibili miliardi di combinazioni, proprio come per aprire una cassaforte. I “minatori” che riescono a risolverlo nel più breve tempo possibile “sbloccano la serratura della cassaforte” e ottengono una ricompensa.

Criptovalute e ambiente: i minatori di criptovalute

I “minatori” sono coloro che lavorano nelle “miniere” di criptovalute e ricevono degli incentivi economici per il lavoro svolto. Dal momento che il mondo cripto non dipende da terzi parti, anche tu puoi diventare un minatore oggi stesso!

I minatori nel mondo sono tantissimi ma in realtà quelli che fanno girare il mondo delle criptovalute si possono contare sulla punta delle dita. Premettendo che c’è una ricompensa per aver risolto il calcolo crittografico e che c’è molta competizione, i minatori devono essere veloci ed efficienti.

I minatori di criptovalute più importanti nel mondo si trovano in quei Paesi dove la normativa ambientale non è molto esigente e dove le materie prime sono più economiche. Primi tra tutti troviamo la Cina relazionata con la miniera di Bitcoin, una delle criptovalute più dannose a livello ambientale.

Elon Musk, l’anno scorso ha dichiarato su twitter già lo scorso anno che avrebbe sospeso le transazioni di Bitcoin perchè il loro consumo era cresciuto eccessivamente e nonostante le grandi potenzialità, l’impatto sull’ambiente era troppo grande. 

Criptovalute e ambiente: i protocolli minerari

Per minare le criptovalute ci sono i cosiddetti “protocolli minerari”, che sono fondamentali per il corretto funzionamento della Blockchain. Minare consente di creare nuove criptovalute ma anche di certificare tutte le transazioni sul libro mastro. Questo contribuisce a rendere sicura la rete diminuendo la probabilità di un attacco hacker.

Ogni singolo passaggio di una transazione deve essere validato e quindi il picco del consumo energetico si verifica ogni volta che avviene uno scambio perchè occorre un minatore deve decifrare il calcolo matematico per poter certificare la transazione.

In termini numerici, parlando dei protocolli minerati che toccano i massimi consumi energetici come Bitcoin secondo Joule pesano:

Partendo dalla premessa che “minare” è un processo importante per il funzionamento del mondo cripto, c’è da specificare che ci sono diversi metodi: il Proof of Work (PoW) è quello più contaminante in termini ambientali mentre il Proof of Stake (PoS) potrebbe essere una buona alternativa. 

Criptovalute e ambiente: Proof of Stake (PoS) ed Ethereum

A differenza del Proof of WOrk, nel Proof of Stake:

Con tutte le critiche e un gruppo di investitori sempre più sensibile ai temi ambientali, alcune criptovalute si stanno spingendo verso il green come Ethereum che ha dichiarato di voler passare al 100% ad un protocollo Proof of Stake.

Passare ad un protocollo Proof of Stake migliorerebbe l’efficienza energetica dal momento che non sarebbe necessario utilizzare molti blocchi di mining di energia.

Inoltre ridurrebbe le barriere e i requisiti hardware perchè non sarebbero necessari hardware d’élite per avere la possibilità di creare nuovi blocchi. Si potrebbe rafforzare la decentralizzazione perchè il PoS dovrebbe portare a più nodi nella rete.

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