Il Proof-of-Stake (PoS) non ridurrà le gas fee di Ethereum!

Nel web si sta affermando la convinzione che ad agosto con il passaggio di Ethereum al Proof-of-Stake (PoS) si ridurranno i costi delle gas fee. Falso!

Uno degli eventi che sta tenendo il mondo crypto con il fiato sospeso è il “Merge”, processo con cui la rete Ethereum diventerà Proof-of-Stake (PoS), cambierà cioè il suo protocollo di consenso che ora è il Proof-of-Work (PoW), adattandosi ad una convalida delle transazioni attraverso un meccanismo che non prevede più il mining e richiede un fabbisogno energetico ridotto.

Vantaggio indiscusso di questa rivoluzione sarà la sostenibilità ambientale della blockchain che riducendo il fabbisogno energetico del 99% farà grandi passi avanti in questo senso.

C’è per un punto invece su cui si fa molta confusione e sono le gas fee. Queste commissioni vengono applicate agli utenti che effettuano transazioni su Ethereum e sono molto alte rispetto ai costi dei competitor. 

Un concetto che si è diffuso con fermezza è che dopo il Merge, richiedendo Ethereum meno energia per funzionare, la piattaforma diventerà più economica da mantenere e quindi si ridurranno anche le commissioni.

In realtà, se il fabbisogno energetico della blockchain si ridurrà drasticamente, del 99%, questa manovra non porterà ad una riduzione analoga in termini percentuali delle gas fee, che probabilmente subiranno almeno all’inizio variazioni minime. La convinzione che con il PoS si cancellano le gas fee è nata da una poca conoscenza del funzionamento in dettaglio della blockchain Ethereum. 

Le basi sul funzionamento di una blockchain 

Prima di procedere a spiegare quale sarà l’effetto del Merge di Ethereum sulle gas fee, fissiamo cosa sia una blockchain, che si può semplicemente spiegare come un database digitale decentralizzato e distribuito, su cui vengono registrate e archiviate per sempre, ad esempio, le transazioni in criptovalute.

Questo grande archivio digitale ha i suoi libri contabili che sono i “blocchi”, quando dopo una certa quantità di transazioni si completa il registro questo viene inserito nella blockchain. Di convalidare in sicurezza le transazioni si occupano gli utenti della piattaforma definiti anche “validatori”.

Il passaggio di Ethereum al Proof-of-Stake (PoS) inteso come una transazione a lungo termine

Riguardo Ethereum questa sta per cambiare il meccanismo di cui si serve per convalidare in sicurezza le transazioni, evento noto come “Merge”. Ma ci sono una serie di punti che si devono considerare. 

Numero uno, il Merge inteso come l’atto di fusione sarà un evento che avverrà ad agosto secondo i piani, ma l’intero aggiornamento del software Ethereum che verrà in seguito richiederà moltissimo tempo per essere ultimato. Insomma, il concretizzarsi di Ethereum PoS nelle sue piene funzionalità è un processo a lungo termine.

In secondo luogo, non sarà la fusione in sé che avrà effetto sulle gas fee, ma piuttosto un fenomeno chiamato “sharding” e che non avverrà immediatamente assieme al Merge di agosto.

Ancora, completato lo sharding, questo potrebbe ridurre le tariffe del Layer 2 della blockchain, ma non quelle del Layer 1.

Il Merge di Ethereum avrà poca influenza sul livello di TPS e sul costo delle gas fee

Quando si parla di gas fee in relazione ad Ethereum si parla in pratica del prezzo dell’energia richiesta al funzionamento della blockchain; il “gas” è un’unità di misura che ha un prezzo variabile a seconda della domanda e dell’offerta. Dove con “offerta” deve intendersi lo spazio che la blockchain ha a disposizione per l’elaborazione delle transazioni e la loro archiviazione, che in gergo tecnico si chiama “scalabilità”. 

Sostanzialmente quando si parla di scalabilità si parla della velocità di una piattaforma nell’elaborazione delle operazioni.

Abbiamo già parlato dei blocchi, cioè i registri contabili che contengono le transazioni, è evidente che un criterio per velocizzare e aumentare la scalabilità sia aumentate la dimensione dei blocchi. La velocità di una piattaforma oltre che in dimensione dei blocchi si misura anche in TPS (transactions per second), cioè il numero di transazioni che possono avvenire al secondo su una blockchain.

Ethereum e altre piattaforme impongono un limite di dimensione ai blocchi al fine di garantire una maggiore decentralizzazione. Dunque, assodato che non si può aumentare la scalabilità di Ethereum ampliando a dismisura i blocchi, perché questo farebbe cadere il principio di decentralizzazione, da cui dipende anche la sicurezza della blockchain, non rimane che aumentare il numero di transazioni per secondo, cioè la velocità con cui si producono i blocchi.

Il fatto è che il PoS cambierà il modo con cui i blocchi vengono prodotti, ma dovrebbe avere un’influenza minima sulla velocità con cui questo processo avviene. Insomma, il Merge dovrebbe aumentare il numero di TPS di poco, non tanto da influire significativamente sulle gas fee. 

Che cos’è lo “sharding” che renderà Ethereum più scalabile?

Quello che invece dovrebbe aumentare il livello di TPS e rendere Ethereum più scalabile e quindi veloce è lo “sharding”.

Con “sharding”, che vuol dire “frammentare”, si indica un tipo di partizionamento di un database digitale. Preso un database di grandi dimensioni lo si divide in “shard”, cioè frammenti, che essendo porzioni più piccole sono anche molto più veloci.

Nella tecnologia blockchain lo sharding, che effettivamente aumenta la velocità di una piattaforma, non è un processo immediato come il Merge, ma lento.

Da roadmap Ethereum dovrebbe lanciare prima 64 shard chain, che però si faccia attenzione non vuol dire che la rete sarà 64 volte più veloce. Secondo una stima questa prima modifica aumenterà la velocità di circa 20-30 volte. Sempre secondo le stime se tutti i calcoli sono corretti lo sharding, che in linea teorica prevede 1024 shard chain, non sarà comunque  completo prima della fine del 2023.

Lo “sharding” dovrebbe comunque anche abbassare il livello di sicurezza della rete con i singoli frammenti che non avranno lo stesso livello di sicurezza dell’intera piattaforma Ethereum.

In che modo lo sharding ridurrà le gas fee su Ethereum

Dato che Ethereum si caratterizza come la più grande delle blockchain open source il numero di utenti continua ad aumentare e questo contribuisce alla sua poca scalabilità.

Assodato che l’unica cosa che porterà ad un concreto aumento della scalabilità e una diminuzione delle gas fee su Ethereum è lo sharding e che, nella migliore delle ipotesi, sarà completo alla fine del 2023, non è neanche detto che tale fenomeno porti ad una riduzione complessiva dei costi delle gas fee, cioè che coinvolga sia Layer 1 che Layer 2. 

Un altro sistema per aumentare la scalabilità di una  blockchain sono i Layer 2.

Con Layer 1 si intende la piattaforma base, ma a questa possono essere agganciate delle sidechain Layer 2 che dipendono dalla rete madre, ma lavorano in modo autonomo. Un esempio di Layer 2 e sidechain di Ethereum è Polygon, mentre la prima sidechain mai creata è Lightning Network per la blockchain Bitcoin.

Riassumendo, Ethereum e Bitcoin sono reti Layer-1, Polygon e Lightning Network Layer-2.

Dopo lo sharding ad aumentare notevolmente sarà secondo molti ingegneri ed esperti in materia la scalabilità dei Layer 2 che potranno utilizzare qualsiasi frammento della catena madre. 

In pratica quello che molti esperti blockchain sostengono è che a ridursi saranno le gas fee per i Layer-2 e non quelle del Layer 1.

Certo molte di queste speculazioni sono teoriche, ma l’unica certezza è che un possibilità di riduzione delle gas fee è nello sharding e non nel Merge, fenomeno che però non avverrà che fra molto tempo, come abbiamo detto, se tutto andasse secondo i piani si parla della fine del 2023.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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