Russia: perché le criptovalute non stanno salvando l’economia interna

La guerra tra Russia e Ucraina è passata dall'essere la prima notizia in assoluto all'ultima, ma in realtà la situazione è ancora molto grave.

La guerra tra Russia e Ucraina è passata dall’essere la prima notizia in assoluto all’ultima ma in realtà la situazione è ancora molto grave e non sono state raggiunte negoziazioni. Gli accordi commerciali sono stati limitati anche se non interrotti e le sanzioni contro la Russia sembravano più facili da aggirare.

Le criptovalute in questa guerra hanno giocato un ruolo molto importante, soprattutto nelle prime settimane della difesa ucraina. Sono state la fonte principale di donazioni per comprare armi e rafforzare le strutture di difesa e hanno permesso un contrattacco.

Perché le criptovalute potrebbero salvare l’economia di un paese in guerra? E come mai nel caso della Russia non serviranno ad evitare le sanzioni?

Le sanzioni contro la Russia

Le sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia sono iniziate nel 2014 con l’annessione illegale della Crimea da parte dei russi. Successivamente nel 2015 le sanzioni sono aumentate perché non venivano rispettati gli accordi presi, in particolare il Protocollo di Minsk.

Nuove misure sono poi state applicate all’inizio di quest’anno quando la Russia ha dichiarato guerra all’Ucraina. Quasi tutte le ultime sanzioni prevedono una revisione ogni sei mesi dipendendo dall’andamento del conflitto. Tra queste troviamo:

  • sanzioni economiche sulla finanza, trasporti, difesa, energia, tecnologia;
  • sanzioni contro individui e entità in particolare restrizioni di viaggio, di scambio commerciale;
  • restrizioni di business con divieti di esportazione dei beni, tecnologie e servizi turistici;
  • restrizioni sui media che non avranno più visibilità sui canali di comunicazione europei.

Russia e criptovalute: un equilibrio instabile

Nei primi tempi dopo l’applicazione delle nuove sanzioni sembrava che la Russia potesse aggirare le restrizioni utilizzando le criptovalute anche per mantenere stabile la propria moneta il cui prezzo sarebbe crollato velocemente. Ha affermato Roman Bieda, capo delle indagini sulle frodi e gestore della piattaforma di gestione del rischio blockchain: 

“Le criptovalute possono essere un mezzo per eludere le sanzioni e nascondere la ricchezza”

Infatti questa situazione si è verificata per esempio in Corea del Nord, in Venezuela e in Iran quando grandi quantità di capitale sono state nascoste e le criptovalute sono state un salvagente per l’economia locale. La Russia però presenta delle caratteristiche economico-politiche che le stanno impedendo di usare questo metodo.

Profondamente radicata nel sistema finanziario globale, la Russia effettua l’80% delle sue transazioni in dollari, una situazione molto pericolosa per iniziare una guerra. È davvero molto difficile spostare grandi quantità di criptovalute e convertirle in valuta utilizzabile facendo passare inosservati centinaia di migliaia di dollari.

La situazione attuale delle criptovalute in Russia

Per avere uno stretto controllo del capitale interno, il presidente della Russia Vladimir Putin ha deciso pochi giorni fa che le criptovalute sarebbero state definitivamente bandite. 

Già a gennaio di quest’anno la Banca di Russia aveva proposto un divieto assoluto contro le criptovalute sia per i pagamenti che per gli investimenti. Un mese dopo il ministero delle Finanze russo aveva già presentato al governo una bozza di regolamento sulle criptovalute che consente gli investimenti online per esempio nei bitcoin.

Anche se è possibile investire, la stessa legge vieta che questi capitali vengano utilizzati per l’acquisto di beni o servizi. Infatti ciò che si sta facendo è portare avanti lo sviluppo delle monete digitali cercando nello stesso tempo di vietarne l’uso.

Parallelamente le grandi società di criptovalute come Binance e Coinbase si sono dichiarate a favore delle leggi emanate dagli Stati Uniti e dall’Europa, seguendo quindi anche le sanzioni e le restrizioni che sono state imposte. Per questa ragione la Russia rimarrà particolarmente penalizzata.

Quando l’energia può essere “convertita” in criptovalute

Con la limitazione degli scambi e dei trasferimenti, l’economia russa si è chiusa in una bolla e vede uno spiraglio solo verso l’Asia. Attualmente resta però uno dei primi Paesi esportatori a livello mondiale di gas e petrolio, il che mantiene molte Nazioni europee legate al commercio internazionale.

Anche se venissero applicate sanzioni e restrizioni per la vendita di gas o petrolio, la Russia potrebbe comunque cavalcare l’onda del fenomeno cripto utilizzando l’energia disponibile per minare monete digitali. 

Secondo Tom Robinson, scienziato capo di Elliptic:

“L’estrazione di criptovalute consente loro di monetizzare le proprie riserve di energia sul mercato globale, senza doverle effettivamente spostare fuori dal Paese”.

In questo caso la Russia potrebbe evadere delle sanzioni e non essere colpita dalla caduta del rublo. Per questo sono state messi in atto particolare controlli sulla blockchain per identificare la provenienza delle transazioni e limitare la possibilità che accada.

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