Russia vieta criptovalute, Putin firma: no come pagamenti, ma sì agli investimenti

Tra una Russia sofferente e la guerra all'Ucraina, Putin sceglie di firmare una legge che isola ancora di più il Paese: no alle criptovalute.

Il parere comune è abbastanza chiaro: la gente vuole avere accesso a crypto, NFT e metaverso. Il complesso universo regolato dalla blockchain abbraccia ormai una serie di articolate dinamiche che da sempre regolano la nostra quotidianità, pur essendosi evolute nel tempo.

Che significa? Cerchiamo di capirlo. 

Viviamo in un periodo in cui la tecnologia e il digitale stanno cambiando radicalmente il nostro modo d’interagire e di vivere gli uni con gli altri, questo è innegabile.

A questo proposito, è normale che il mercato si muova sempre più in una certa direzione e che lasci indietro tutti quelli che non si muovono con lui.

La Russia, però, ha deciso di eliminare l’ottimismo che ancora aleggiava nel Paese riguardo la possibile adozione delle criptovalute con una legge di pochi giorni fa in cui ne vieta ufficialmente l’utilizzo. Perché?

La domanda trova difficilmente una risposta agli occhi dei cittadini russi, ma possiamo provare a comprendere cosa abbia voluto fare il governo, annientando la speranza dei risparmiatori che volevano investire un po’ dei propri rubli in crypto.

Russia e criptovalute

L’atteggiamento russo nei confronti degli asset digitali è stato sempre fuorviante. Dagli NFT alle crypto, non si è mai capito di preciso come Putin volesse sfruttare queste opportunità, alternando fasi di parvente accettazione fino ad arrivare al divieto assoluto delle criptovalute.

Inizialmente, con l’invasione dell’Ucraina e le rispettive sanzioni, si credeva che la Russia potesse usare Bitcoin per aggirare le restrizioni, ma questo non è mai avvenuto.

La Banca Centrale russa non amava l’idea di regolamentare cripto e chiese al governo di bandirle senza successo, ma il Ministero delle Finanze non volle prendere una decisione del genere mesi fa, facendo erroneamente ben sperare qualche simpatizzante del digitale.

Oggi, però, è ufficiale: Putin firma l’abolizione delle criptovalute come forma di pagamento per beni e servizi.

Putin firma: criptovalute abolite come metodo di pagamento

Ebbene sì, il Cremlino si è espresso. La legge firmata recita così sul sito della Duma, Parlamento russo:

“È vietato trasferire o accettare attività finanziarie digitali come corrispettivo di beni ceduti, lavori eseguiti, servizi resi, nonché in qualsiasi altro modo che consenta di assumere il pagamento di beni (lavori, servizi) da un bene finanziario digitale, salvo quanto diversamente previsto dalle leggi federali”.

Da qui apprendiamo che non si potrà più usare alcuna criptovaluta nel circuito nazionale russo, lasciando molti di stucco.

Sì, perché la Russia aveva ottime ragioni e vantaggi relativi per esempio all’attività di mining, grazie all’enorme quantità di risorse come l’elettricità, ma niente da fare.

Rublo russo supportato da Putin, asset digitali no: inflazione dilaga

Sappiamo tutti quanto il governo Putin sia intenzionato a proteggere la moneta nazionale. Il rublo ha subito una caduta assai rovinosa a inizi 2022, ma oggi sembra essersi ripreso non poco rispetto alle valute concorrenti.

Ha fatto un balzo del +40% nell’ultimo periodo a discapito del dollaro statunitense. Perché? Ovviamente per via della crisi energetica mondiale, con l’approvvigionamento che ha subito un duro colpo a causa delle sanzioni alla Russia.

Molti cittadini, però, non sono salvi dall’aumento dei prezzi dilagante in tutto il mondo e i russi devono fronteggiare un’inflazione del 20%!

Molti volevano forse sfuggire a tutto questo investendo negli asset digitali, ma Putin dice no: il rublo deve essere sostenuto a tutti i costi, anche sacrificando le criptovalute.

No ai pagamenti, ma sì agli investimenti: perché?

Le ultime novità però hanno dato vita a un nuovo modo di pensare. Non sapevamo come Putin avrebbe sfruttato le criptovalute, ma oggi sappiamo che di sicuro non ne garantirà la diffusione all’interno del Paese.

Tuttavia, questo ban imposto alle crypto non impedisce di utilizzare il proprio capitale per investire nelle valute digitali.

Certo, non importa quanto Bitcoin o Ethereum, piuttosto che Solana o Algorand, cresceranno: in Russia non sarà possibile acquistare nulla, ma i russi potranno investire il proprio capitale presso gli exchange di riferimento che saranno soggetti, però, alle limitazioni delle leggi federali.

Insomma volete scambiare rubli per criptovalute? Potete! Ma non si potrà acquistare nessun bene o servizio, solo usare gli exchange più affidabili per conservare il vostro capitale.

Leggi anche:”BTC Markets, primo exchange di criptovalute a ottenere licenza ASIC

Russia isolata dal mondo: ultima batosta per i cittadini

In Ucraina una disfatta, in economia una tragedia. La situazione in cui si trova la Russia è tragica, con i cittadini sfiancati dall’isolamento e dall’inflazione, colpiti da un altro ban che ne limita ancora di più la crescita.

Questa situazione incide prima di tutto sui piccoli risparmiatori che vedevano nelle criptovalute un possibile, seppure rischioso, modo per preservare i propri risparmi, ma anche sugli investitori si vedono ampiamente limitati.

In questo contesto economico/finanziario non possiamo che aspettarci un disastro che si spera possa essere arginato presto. Non tanto per l’orgoglio di un Paese, ma per la salvaguardia delle finanze e della vita dei cittadini russi in difficoltà.

Leggi anche:”Russia: Pil in contrazione del 4,2% annuo nel mese di maggio

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