Terra Luna trascina a fondo Binance! L’exchange in tribunale

Terra Luna trascina Binance nel baratro e l’exchange finisce in tribunale proprio per aver commercializzato le criptovalute di Terraform Labs.

Per ironia della sorte Binance, il noto exchange di criptovalute, che nella persona del suo CEO CZ ha più volte puntato il dito contro i leader di Terraform Labs per il collasso di Terra Luna e UST, adesso viene coinvolto in una causa legale proprio correlata al disastro della blockchain Terra.

La class action intentata contro Binance.US accusa l’exchange di aver ingannato gli acquirenti riguardo la sicurezza e l’affidabilità delle criptovalute LUNA e dello stablecoin UST. Così come di aver commercializzato LUNA e UST violando le leggi federali poiché queste rappresentavano titoli non registrati presso la SEC (Securities and Exchange Commission).

Binance.US accusato di pubblicità ingannevole in relazione alla vendita di TerraUSD (UST)

La class action contro Binance è stata archiviata il 14 giugno presso il tribunale della California settentrionale.

Come abbiamo detto la prima accusa che viene rivolta a Binance è di aver ingannato gli investitori di Terra LUNA e UST.

Sotta attacco sono le pubblicità con cui l’exchange sponsorizzava la vendita dello stablecoin UST di Terraform Labs, quale un asset “sicuro” è garantito in valuta fiat, cosa quest’ultima assolutamente falsa, secondo gli avvocati dei querelanti, poiché si trattava di uno stablecoin algoritmico dove la riserva era invece in criptovalute.

La particolarità di UST e delle altre criptovalute di questa famiglia è che l’ancoraggio all’asset non viene garantito attraverso una riserva in dollari, come nel caso di Tether.

Tether, ancorato al dollaro con un rapporto di 1:1, si basa su un meccanismo comune agli stablecoin dove per ogni token coniato 1 dollaro viene depositato su un conto corrente e costituisce quella che è la riserva della criptovaluta. Il principio dietro questo sistema è che, potenzialmente, in qualunque momento i possessori del token devono essere in grado di riscattare l’intera fornitura di criptovalute per l’asset collaterale.

Ma UST è uno stablecoin algoritmico dove cioè un algoritmo mantiene l’ancoraggio al dollaro tenendo in equilibrio la fornitura di UST e criptovaluta LUNA.

L’accusa punta il dito contro Binance affermando che l’exchange abbia volontariamente taciuto i rischi dell’investimento in UST al fine di attirare più acquirenti.

Binance accusato di vendita di titoli non registrati: sempre colpa di Terra Luna L’una e UST

L’altra accusa che grava sul capo di Binance è la vendita di titoli non registrati in relazione alla commercializzazione sempre di Terra Luna e TerraUSD (UST).

In realtà, cause di questo tipo, cioè in relazione alla vendita di criptovalute equiparate al commercio di titoli non registrati, si stanno moltiplicando e sono dovute alle recenti prese di posizione della SEC contro gli asset crittografici, la quale preme perché negli USA alcuni di essi siano appunto considerati come “titoli”.

Per la giurisprudenza USA un titolo viene definito tale se soddisfa i requisiti per passare il test di Howey. In pratica, se la vendita di criptovalute o NFT viene effettuata al fine di trarne profitto e reinvestire i fondi per finanziare un’impresa o un progetto. 

Motivo per cui criptovalute come i Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH), in quanto semplici sostituti della valuta fiat, secondo la SEC non possono definirsi titoli. Ma la gran parte degli asset crittografici e tutte le prevendite di criptovalute, chiamate ICO, rappresentano invece la vendita di titoli non registrati cioè di asset che dovrebbero essere regolamentati e registrati presso la borsa valori.

Le ICO (Initial Coin Offering) sono prevendite dove le criptovalute vengono vendute prima del listing al fine di reinvestire i fondi raccolti proprio per ultimare il progetto. Secondo la SEC questa strategia di vendita soddisfa i requisiti per il test di Howey, cioè è una vendita di titoli non registrati.

Ad ogni modo, la settimana scorsa è stata presentata in Senato una proposta di legge che ipotizza di togliere le prime 200 criptovalute con la maggior capitalizzazione di mercato dalla giurisdizione della SEC e affidarla alla Commodities Future Trading Commission (CFTC). Nel medesimo disegno di legge si vieta anche la vendita di stablecoin se questi non hanno una riserva in valuta fiat pari al 100% della fornitura di token. Praticamente una messa al bando degli stablecoin algoritmici al fine di scongiurare quanto accaduto alle criptovalute della Terraform Labs.

Dopo Binance è in arrivo una class action contro Coinbase per aver venduto UST e Terra Luna.

A rappresentare l’accusa nella class action contro l’exchange Binance in USA sono le firme legali Roche Freedman e Dontzin Nagy & Fleissig, secondo Decrypt quella contro l’exchange sarebbe solo la prima di una serie di class action che le aziende intendono intentare contro le piattaforme di scambio di criptovalute che hanno commercializzato Terra Luna e UST. 

Il prossimo exchange preso di mira con una analoga class action dovrebbe essere Coinbase, altro colosso del settore.

L’avvocato Tibor Nagy che rappresenta i querelanti sostiene che gli exchange centralizzati di criptovalute abbiano giocato un ruolo chiave nel diffondere e commercializzare Terra Luna e UST durante le fasi di lancio e che questo in USA rappresenta la vendita di titoli non registrati ed è una violazione.

Il tribunale respinge il ricorso dì Terraform Labs e dà ragione alla SEC

Ricordiamo che, Binance a parte, Terraform Labs (TFL) e il suo CEO, Do Kwon, sono a loro volta sotto indagine della SEC in prima persona per la vendita di titoli non registrati a causa del protocollo Mirror che vende azioni tokenizzate.

Terraform Labs ha chiesto l’archiviazione delle indagini basandosi su due presupposti: la notifica dell’avvio dell’inchiesta è stata recapitata a Do Kwon di persona e non ai suoi legali; la SEC non ha giurisdizione su Terraform Labs che non ha sede legale negli USA e nessun contatto con questi.

Il tribunale ha rigettato il ricorso dando invece ragione alla SEC perché è stato provato che TFL ha contatti e dipendenti in USA e che la notifica non poteva essere recapitata ai legali dell’azienda poiché non autorizzati a ricevere tale documentazione. Il tutto insieme alla maxi-inchiesta di proporzioni gigantesche che TFL si trova ad affrontare in Corea del Sud.

Anche gli NFT sono classificati dalla SEC come titoli non registrati

In realtà le class action per la vendita di titoli non registrati intentate contro le aziende crittografiche si stanno moltiplicando e non coinvolgono solo gli exchange di criptovalute come Binance e Coinbase.

Di recente un’azione legale simile è stata intentata contro la società Dapper Labs che sviluppa gli NFT (Non Fungible Token) della piattaforma NBA Top Shots. Questi NFT rappresentano video degli highlights delle partite di basket. Secondo i querelanti anche in questo caso si tratta di vendita di titoli non registrati, mentre la società risponde che questi NFT hanno il semplice valore di oggetti da collezione e sono più simili alle figurine dei calciatori che a “titoli”.

Ancora, quando Neils Jules, produttore cinematografico che ha realizzato molti dei film di Scorsese, ha annunciato che avrebbe fondato gli NFT Studios, con lo scopo di raccogliere il budget necessario alla produzione di film con la vendita di collezioni di Non Fungible Token, si è visto recapitare una lettera dalla SEC in cui veniva avvisato che questa strategia di marketing in USA equivale alla vendita di titoli non registrati.

Ad ogni modo gli NFT Studios sono riusciti a trovare una scappatoia legale fondando la piattaforma decentralizzata KinDAO e il finanziamento secondo la nuova modalità procede.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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