Bond oggi: Btp anti naufragio, bluff argentino e cedoloni Ford

Dopo il Btp Italia, in collocamento dal 18 maggio, arriverà un nuovo tasso fisso, che potrebbe svolgere in futuro il ruolo di premio risarcitorio per una tassa sui patrimoni. Intanto Buenos Aires propone una ristrutturazione del debito e il costruttore Usa di auto esce sul mercato con emissioni molto generose.

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Fine settimana agitata sul fronte obbligazionario, con l’accavallarsi di notizie che interessano molti investitori italiani. Iniziamo dall’offerta di nuovi Btp, su cui si è fatta non poca confusione. 

Btp Italia a 5 anni e Btp pro patrimoniale a 10 anni?

La fretta fa i gattini ciechi: il proverbio si addice alle notizie diffuse sull’emissione di un nuovo Btp, anzi di due nuovi Btp, uno indicizzato all’inflazione italiana e uno (a più tranche) a tasso fisso. Che alcuni hanno accavallato fra loro. E’ il caso allora di mettere un po’ di ordine, precisando che in realtà di notizie certe ce ne sono poche, poiché il Mef ha fornito finora scarse indicazioni relative al nuovo Btp Italia in collocamento dal 18 maggio. Sulla durata si è vagamente detto che si adeguerà alle precedenti emissioni e con quanto già anticipato dalle linee guida del debito pubblico 2020, ovvero fra 4 e 8 anni. In realtà sembra che si tratterà di un 5 anni, con cedola base che potrebbe essere ben maggiore rispetto a quella dell’ultimo Btp Italia (0,65%). Probabilmente non godrà di alcuna nuova agevolazione fiscale ma il premio fedeltà, tipico di queste emissioni per chi le detiene fino a scadenza, salirebbe forse in confronto allo 0,40% di tutte le emissioni proposte negli ultimi anni. Il maggiore motivo di interesse riguarda però la novità vera, quella dei Btp “Covid”, a supporto del sistema sanitario, per la salvaguardia del lavoro e a sostegno dell’economia nazionale. Di questi si sa davvero poco, il che ha alimentato confusione e inesattezze. Cosa si può dire in merito? Che probabilmente avranno scadenze a 10 anni, che potrebbero godere di un meccanismo fiscale tipo Pir, ovvero senza imposte se detenuti per un lungo periodo, che si susseguiranno nel tempo con più emissioni, che non dovrebbero prevedere commissioni di sottoscrizione e che saranno destinati probabilmente solo al “retail” italiano. Indiscrezioni dell’ultima ora li vorrebbero correlati a compensare un’eventuale tassa patrimoniale, impostata su una neutralizzazione derivante proprio dall’erogazione di un equivalente importo di questi Btp rispetto agli importi prelevati. In merito c’è però chi sostiene che sarebbe stato ipotizzato un progetto alternativo, consistente in titoli esenti a loro volta dall’eventuale imposta sul patrimonio, congettura un po’ strampalata a causa degli effetti distorsivi che comporterebbe per gli altri titoli di Stato. Per ora quindi sul tutto aleggia un’aria di mistero. Noi vi aggiorneremo via via sulle evoluzioni future. 

Buenos Aires ci prova!

All’inizio era sembrata una buona proposta. Poi i dubbi hanno cominciato a circolare. L’Argentina ha presentato il tanto atteso piano di ristrutturazione del debito, impostato su una moratoria delle cedole per tre anni, un taglio del 62% sul pagamento degli interessi e del 5,4% sul capitale. Nel 2023 si riprenderebbe a versare uno 0,5%, poi (forse) progressivamente maggiorato. Altro che vittoria degli investitori esteri, come scritto da alcuni media locali! Il progetto sembra infatti il classico modo per prendere tempo, considerando che le scadenze coinvolte sono lunghe. Cosa succederà di qui ad allora? I titoli argentini diventeranno quasi degli zero coupon, come già avvenuto nel caso di alcune ristrutturazioni corporate. Proprio queste esperienze non hanno portato bene, convincendo il mercato che la sospensione del pagamento delle cedole apre le porte a successive dilazioni nel tempo. A fine marzo il Fondo monetario aveva stimato tra 50 e 85 miliardi di $ la decurtazione necessaria da accollare ai creditori esteri. Il bilancio finale potrebbe essere ben superiore.

Ford si ripropone con super cedole

Il costruttore Usa ha raccolto negli ultimi giorni – per la prima volta dopo la discesa nella categoria high yield – ben 8 miliardi di dollari con l’emissione di tre “tranche” di bond “unsecured”, delle quali la più generosa e lunga (scadenza 2030) da 1 miliardo prevede una cedola del 9,625% contro il valore atteso inizialmente dell’11%. Una seconda (2025) si attesta al 9% e una terza (2023) all’8,5%. Valori ragionevoli o irragionevoli? Il mercato ha dato una valutazione positiva se si considera che la Fed sosterrà con il Qe in corso anche i bond “fallen angels”, cioè con rating abbassato a “non investment grade” (per Ford BB+ dal 26 marzo per S&P), occasione preziosa per la società di Detroit. Il fatto che manchino garanzie collaterali non sembra aver preoccupato più di tanto il mercato, corso ad acquistare le inedite obbligazioni, sebbene il cash nelle casse del gruppo sia stimato ora in 38 miliardi di $, meno di quanto Ford ha bruciato negli ultimi dieci giorni. La situazione va quindi monitorata con attenzione ma la prima reazione è stata moderatamente positiva, con un rialzo delle quotazioni dei bond già presenti sul secondario. I nuovi per ora sono trattati solo sull’“Otc”.