Bond oggi: per ora il Btp Futura resta un mezzo fantasma

Troppi aspetti ancora ignoti, a cominciare dalla durata (8 o 10 anni?) per proseguire con il possibile rendimento a scadenza e con la scalarità dei coupon. 

Image

E’ più quello che non si sa rispetto a quanto si sa relativamente al Btp Futura, nuova generazione dei nostri titoli realizzata solo per i piccoli e medi investitori e non per gli istituzionali. Le prime notizie riprese dal comunicato stampa del Mef riportano infatti informazioni generiche ma non toccano gli aspetti decisivi per valutare se potrà essere un’interessante occasione su cui puntare in ottica di lungo periodo. 

Dire “step-up” vuol dire poco

Cominciamo dalla struttura stessa del nuovo titolo di Stato. Per ora si sa solo che il prezzo di collocamento sarà a 100, il che elimina l’opzione di una quotazione di esordio ben sotto la pari, come alcune indiscrezioni asserivano. La formula resta quindi quella di un tipico tasso fisso con rimborso pure a 100. Il fattore decisivo risulterà così l’ossatura dello “step-up”, ovvero a cedola crescente di anno in anno o con periodicità diversa. Considerando un’ipotesi di scadenza decennale (ma anche su questo c’è incertezza, visto che l’emittente prevede per ora una forchetta 8-10 anni, con la decisione finale annunciata il 19 giugno), il rendimento globale non dovrebbe scostarsi da quello in corso per un tasso fisso equivalente, cioè dell’1,4-1,5%. In tal caso la scala potrebbe partire dallo 0,6% del primo anno per salire al 2,4% dell’ultimo, se ogni gradino fosse strutturato sullo 0,2% annuo. Un’opzione 0,6% di avvio ha però scarsa attrattività per chi si collocasse fin dalla sottoscrizione iniziale. L’alternativa allora di gradini meno vicini e per esempio biennali consentirebbe di partire con un primo tasso più appetibile, problema non trascurabile per raccogliere masse rilevanti. Così - sostiene qualche analista – la generosità manifestata con l’ultimo Btp Italia dovrà ripetersi anche per il Futura, con un tasso complessivo finale superiore rispetto all’1,4-1,5% oggi valutato come verosimile. Non resta allora che attendere il 3 luglio, quando il piano cedolare verrà svelato.

Indicizzazione al Pil: tutto qui?

Se poco si sa dei due aspetti più importanti di un tasso fisso “step up”, ovvero scadenza e struttura dei coupon, ben più deludente risulta l’impostazione del premio fedeltà indicizzato alla crescita economica e quindi fatto al Pil. Il premio, riservato solo a chi deterrà il Futura fino a scadenza, sarà calcolato sulla media aritmetica dei tassi di crescita annuali del Pil nominale italiano e non potrà comunque essere inferiore all’1% (“floor”) o maggiore al 3% (“cap”) del nominale. L’ipotesi è troppo riduttiva per diventare un argomento “commerciale”, anche perché i valori della forcella rapportati a una scadenza decennale non sono molto generosi, salvo solo nel caso maturasse il “cap” del 3%. I governativi di altri Paesi correlati allo sviluppo economico hanno in genere adottato indicizzazioni più munifiche, sebbene spesso siano stati il frutto di ristrutturazioni di debiti, in presenza di situazioni più penalizzanti rispetto a quella che vive l’Italia al momento attuale.

Ci si aspettava di più

Le prime reazioni degli investitori istituzionali – pur non interessati al Btp Futura e proprio per questo meno coinvolti – sono apparse tiepide. Molti credevano in un titolo dalla scadenza più lunga, proposto in collocamento sotto 100 ed eventualmente indicizzato alla crescita economica non solo limitatamente al premio fedeltà. In altre parole le prospettive si muovevano nella direzione di un bond ibrido, a metà fra un tasso fisso e un tasso variabile. Pesa inoltre quella mezza promessa - ora svanita - di un Btp ulteriormente favorito dal punto di vista fiscale. Tutto questo avviene in un contesto di fondo ostile alla struttura “step up” soprattutto se lunga. Sarà invece apprezzato dai piccoli investitori? E’ presto per dirlo, mancando ancora molti tasselli decisivi per una valutazione imparziale.