Bond oggi: Btp euroi, quell’occasione davvero insperata

Arriva e fa il botto il nuovo 2051: crolla sotto i 95 euro, è l’unico con yield positivo da cedola e scambia bene. Si prepara così a diventare protagonista sul mercato dei governativi italiani. 

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L’argomento è sulla bocca di tutti: attenti all’inflazione che verrà! Se effettivamente arriverà, perché i contrastanti fattori in gioco portano a prevedere da una parte un suo netto rialzo e dall’altra una fase ancora depressiva per un certo periodo. Un rischio tuttavia esiste per qualsiasi portafoglio, perché negli ultimi due anni – sull’onda della rincorsa delle quotazioni obbligazionarie – i primi titoli a essere venduti sono stati proprio gli “inflation linked”, considerati poco utili in ottica di rendimento. Ora sta avvenendo l’opposto. Prepararsi quindi a un cambiamento strutturale delle tipologie di bond detenuti è un tema sentito sia fra gli operatori professionali sia nell’ambito del retail.

Quali scegliere: il dibattito è aperto

Di “inflation linked” ce ne sono varie tipologie nel contesto dell’euro, indicizzate all’inflazione Ue o italiana ed emesse da Paesi o da entità finanziarie, soprattutto organizzazioni sovranazionali e banche, sebbene in quest’ultimo caso si tratti ormai di pochi e vecchi prodotti, spesso vicini al rimborso e illiquidi. La scelta preferibile nella fase in corso sta nell’indirizzarsi sui Btp€i, sebbene non tutti risultino allettanti in termini del cosiddetto pick-up di rendimento rispetto ad alcuni Btp Italia. L’inflazione europea – cui i primi sono legati – sarà però probabilmente più dinamica in confronto a quella italiana, come già dimostrano i dati storici. Di Btp€i sul Mot sono presenti 13 titoli, con scadenze molto diverse, il che ne favorisce – altro fattore – l’utilizzo grazie proprio a una curva di vite residue più adatta a costruire migliori protezioni nel tempo. Il problema è che sono cari, per una serie di fattori tecnici lunghi da spiegare.

All’improvviso un “regalo”

La situazione è però inaspettamente cambiata venerdì, con l’esordio sul secondario del Btp€i 0,15% 2051 (Isin IT0005436701): collocato a 99,208 euro ha debuttato nelle contrattazioni a un prezzo decisamente inferiore. È partito infatti a 95,2 euro, poi è sceso a un minimo di 94,25 per chiudere a 94,71 euro. Una sola candela non è una storia ma l’andamento è risultato abbastanza anomalo anche in confronto a un altro Btp€i lungo, il 2,55% 2041 (Isin IT0004545890), che però prezza sui 149-150 euro. Il 2051 si è quindi rivelato un’occasione insperata, anche perché dalla sua sola micro cedola base dello 0,15% si ricava un rendimento positivo, all’opposto di quanto avviene per tutti gli altri “inflation linked” euro indicizzati. Sul perché e sul per come della difformità si potrebbe scrivere un trattato, basato su motivazioni tecniche, di valutazione del rischio e di eccezionalità della fase in corso dei mercati. A chi legge poco interesserebbe, mentre importa l’entrata in scena di un nuovo governativo molto esposto alle tensioni non solo sui tassi e sugli yield di mercato ma anche sulle notizie relative all’inflazione.  

Un doppio ruolo

Una singola seduta non fa certamente primavera ma quanto si è visto porta a credere che il nuovo Btp€i non sarà solo uno strumento protettivo ma forse ancor più un governativo di riferimento per chi fa trading. La volatilità intraday è risultata infatti molto elevata, con un buon numero di contratti (215) e soprattutto con un controvalore che l’ha già collocato al terzo posto nella classifica dei titoli di Stato più scambiati relativamente alla categoria a tasso variabile, perché in effetti tali sono anche i Btp€i. Naturalmente una scadenza trentennale ha una serie di limiti nell’efficacia protettiva sull’inflazione e proprio per questo le si potrebbe affiancare un altro Btp€i nettamente più corto: per esempio lo 0,65% 2026 (Isin IT0005415416), che però quota 107 euro. Come tale è esposto a possibili tensioni sui tassi e valido solo in presenza di un effettivo netto surriscaldamento del costo della vita. Ancor meglio si rivela in alternativa il Btp Italia Mg2026 (Isin IT0005332835 – tasso base annuo 0,55%), in un mix di inflazione europea e tricolore potenzialmente efficace in un’ottica protettiva a largo raggio.