Bond oggi: forti deflussi dagli Etf high yield. Che stangata!

Improvvise quotazioni al ribasso, complice il panico da effetti coronavirus. Inevitabilmente i rendimenti cedolari sono aumentati, riportandosi verso livelli più adeguati al rischio dei sottostanti. 

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Proprio pochi giorni fa Bond oggi analizzava il mercato obbligazionario high yield valutandolo troppo tirato nelle quotazioni. Come d’incanto ecco il crash, manifestatosi fra giovedì e venerdì, per due motivi entrambi attribuibili all’effetto coronavirus: da una parte un calo delle quotazioni, che ha colpito gli emittenti più deboli, e dall’altra forti deflussi da fondi ed Etf. Siccome è proprio per mezzo di questi ultimi che conviene rivolgersi al settore dei bond a basso rating, si sta aprendo una situazione notevolmente diversa rispetto solo a una settimana fa.

Indici non troppo penalizzati

In realtà, se si analizzano gli indici di riferimento, si osserva un quadro peggiorativo per ora limitato. L’Ice BofAml Euro High Yield Total Return Index Value ha perso quattro punti, cioè poca cosa, così come l’Ice BofAml US High Yield Total Return Index Value: quindi sui due fronti dell’Atlantico è stata proprio la componente deflussi post ubriacatura da iper quotazioni a determinare la svolta. Secondo prime stime gli investitori soprattutto Usa avrebbero venduto fondi et Etf per oltre otto miliardi di dollari, fra cui quattro relativamente al prodotto di punta di BlackRock, l’iShares iBoxx $ High Yield Corporate Bond Etf (Isin IE00B4PY7Y77), che ha perso non poco altresì su Borsa Italiana. Situazione simile per tutti gli altri replicanti con sottostanti “junk bond”.

Spread salito di 100 pb

L’analisi dei flussi è in questi casi importante, poiché fa comprendere le dinamiche in corso sui mercati. Gli investitori hanno “switciato” soprattutto sull’obbligazionario governativo, alla ricerca delle ultime disperate aree a rendimento positivo. E’ il caso per esempio dell’Australia, il cui decennale è sceso in termini di yield dall’1,4% di inizio anno allo 0,78% di venerdì, della Nuova Zelanda, il cui titolo di Stato su identica scadenza ha registrato un movimento altrettanto netto, con una riduzione dall’1,66 all’1,01% nello stesso periodo, oltre che logicamente dei Treasuries Usa. Ineluttabile l’impatto sullo spread high yield / T Notes nell’area dollaro. E’ salito di circa 100 pb in una settimana, muovendosi verso i 460 pb, poco lontano dalla barriera dei 500 pb, stimabile come valore riconducibile alla norma.