Bond oggi: high yield, il rendimento si ottiene così

E perfino fino al 6,7% con gli Etf riferiti alle obbligazioni a basso rating, necessariamente in questa fase con cambio coperto. Analisi di tre cloni quotati su Borsa Italiana. 

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Emissioni che proseguono a spron battuto, con un agosto da record negli Usa e abbastanza buono in Europa: le obbligazioni high yield restano al centro dell’attenzione degli investitori, specialmente se espresse in dollari. Il settimanale statunitense Barrons’s non interpreta tuttavia il trend come un buon segnale, anche perché i default crescono e a entrare sul mercato sono spesso società dalla dubbia affidabilità. Attenzione quindi! Intanto il rendimento annunciato da uno degli indici di riferimento, il BofA Us High Yield Index, è di nuovo tornato al 5,6% contro massimi nella crisi primaverile oltre l’11%. Molti hanno forse perso una così vistosa occasione, che potrebbe però ripresentarsi nei prossimi mesi, seppur in misura meno accentuata. Intanto c’è il problema dollaro. Gli 1,20 contro euro sono ormai vicini e il trend di debolezza probabilmente proseguirà nei prossimi mesi, seppur in presenza di volatilità.

Yield dal 6,7 al 6,1% ma…

In un simile contesto è innegabile che il settore dei bond high yield è quello che resta più redditizio, a condizione di puntarci solo con Etf a distribuzione, coperti sul cambio. Facciamo allora il punto di questo microcosmo. I grafici dei tre cloni che soddisfano tali requisiti confermano un quadro abbastanza positivo, con una progressiva ripresa dei corsi dopo il crollo di marzo. Certamente gli stacchi cedola in alcuni casi si fanno sentire ma i rendimenti restano alti e addirittura superiori rispetto a quello dell’indice sopra citato. Il migliore da questo punto di vista è il Lyxor BofA Usd High Yield Bond Monthly Hedged to Eur (Isin LU1435356495), che si attesta su un 6,7% considerando i 5,8 euro distribuiti a luglio. Purtroppo una sola cedola annuale rappresenta un limite per chi investe in chiave di rendimento ma la volatilità media sul 10-12% consente anche di ipotizzare trading tranquilli in presenza di future fasi correttive, possibili nei prossimi mesi. Se questo primo Etf copre tutta la curva delle scadenze, un altro – sempre di Lyxor – pure con copertura del cambio su periodicità mensile, il BofA Usd Short Term High Yield Bond Monthly Hedged to Eur (Isin LU1617164212) si limita alle scadenze 1-3 anni, riducendo inevitabilmente il rischio “duration”. Il rendimento in tal caso si colloca sul 6,1%. Anche qui si ha un unico versamento annuale a luglio (5,02 euro nel 2020). Più debole nel rimbalzo rispetto al precedente Etf, proprio perché nell’ultima fase dei mercati i compratori si sono spostati sulla parte lunga della curva, penalizzando un po' quella corta, da inizio anno il Lyxor Short Term registra una perdita dell’8,9%.

Quando si incassa ogni mese

Volendo invece rendere più dinamico il flusso cedolare c’è una sola alternativa possibile: si tratta del “classico” – poiché molto popolare nei portafogli italiani - Pimco Us Short-Term High Yield Corporate Bond Eur Hedged (Isin IE00BF8HV600), riferito alle scadenze fino ai 5 anni con copertura del cambio “daily”. La diversa struttura si manifesta nel versamento di cedole mensili. Quest’anno sono stati pagati da un minimo di 0,28 euro (maggio e luglio) a un massimo di 0,42 euro (giugno), per un rendimento stimabile attualmente nel 4,7%. Anche in questo caso il recupero dalla crisi di marzo appare più lenta rispetto al trend degli Etf attivi sull’intera curva.

In futuro addio “hedge”

Nella fase in corso quella della copertura del cambio si è dimostrata una scelta preziosa per non penalizzare i rendimenti ma è probabile che fra qualche mese si potrà tornare sulle corrispondenti versioni non “hedged”. Per ora è troppo anticipata tale ipotesi, che comunque andrà considerata in futuro per realizzare una strategia efficiente nell’ambito degli high yield in dollari, i quali restano – malgrado tutto – irrinunciabili per chi cerchi flussi cedolari consistenti, purché se ne accetti la volatilità, che anzi è una componente di performance aggiuntiva se adeguatamente gestita.