Mercato obbligazionario in fermento

Torna la stabilità nell’andamento dei titoli di Stato dell’Eurozona dopo che nel corso delle ultime sedute le tensioni di mercato sulla seconda ondata si sono riflesse in una preferenza degli operatori per il debito francese o tedesco a discapito di quello italiano o spagnolo.

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Torna la stabilità nell’andamento dei titoli di Stato dell’Eurozona dopo che nel corso delle ultime sedute le tensioni di mercato sulla seconda ondata si sono riflesse in una preferenza degli operatori per il debito francese o tedesco a discapito di quello italiano o spagnolo. Il rendimento del BTP decennale italiano si mantiene allo 0,72% e quello del Bund tedesco si cede un punti base tornando quota -0,61 per cento. Invariato anche lo yield del Bono spagnolo (0,17%) a fronte di un rendimento dell’Oat decennale francese in calo di un punto base a -0,34 per cento.

Lo spread BTP/Bund è salito a 133 punti base nella giornata di martedì, dopo la chiusura da parte dell'esecutivo al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) giustificata da un costo troppo elevato per le finanze pubbliche. Il documento programmatico e di bilancio italiano inviato alla Commissione UE registra l’impatto del Covid-19 sui saldi del Bel Paese e prevede a fine 2020 un deficit/Pil al 10,5% che dovrebbe portarsi al 5,7% nel 2021. Il Pil dovrebbe flettere quest’anno del 9% per recuperare un 6% nel 2021. Previsto, come da attese, un balzo del debito/Pil al 158% quest’anno e un alleggerimento del rapporto graduale in seguito fino a un 151,5% ancora nel 2023.

Vediamo ora l'andamento sotto il profilo grafico dei future del comparto obbligazionario.

Mercato obbligazionario: bund future in ottima forma

L’ultima settimana ha visto il derivato tedesco accelerare al rialzo dopo la rottura della prima resistenza a 175 circa (massimi toccati tra fine luglio e inizio agosto). Il segnale potrebbe preludere a ulteriori rialzi in direzione di area 177, punto di passaggio della trend line che scende dai massimi di marzo e livelli di inizio settembre. Il confronto con quest’area sarà poi decisivo per l’evoluzione futura dei prezzi con un ottica temporale più ampia. Fino a quando questo riferimento non sarà alle spalle, il rialzo dai minimi di marzo andrà comunque considerato un movimento correttivo. L’eventuale perdita dei supporti in area 175 farebbero invece temere un nuovo dietro front verso 174 punti, supporto determinante per scongiurare un nuovo deterioramento verso i minimi di settembre in area 173.

Mercato obbligazionario: BTP future al test dei 150 punti

Il derivato italiano continua a macinare nuovi record spingendosi fino a un nuovo record a quota 150,43. L’arrivo su questi livelli ha determinato lo sconfinamento in zona estrema di ipercomprato da parte dei principali oscillatori grafici, aumentando il rischio di assistere a prese di beneficio. La permanenza al di sopra di area 146,40/146,70, media mobile a 50 giorni ed ex resistenza definita dai massimi di agosto, permetterà però di conservare intatte le attese di crescita anche nel lungo periodo per obiettivi ambiziosi ipotizzabili a 155 punti circa. Diversamente, discese sotto area 146,10 potrebbero dare il via ad una correzione di tutto il rialzo in atto da marzo. Conferme in questo senso sotto quota 144,13, minimo di settembre, prologo a un nuovo test dei supporti a  143 circa.

Ottava positiva per il T-Bond future

Il derivato americano ha toccato un minimo a quota 173,37 dollari riuscendo successivamente a reagire, riportandosi sopra i minimi di fine agosto/inizio settembre a 174,65 dollari. Segnali di miglioramento (nel breve termine) giungerebbero nel caso in cui la reazione dovesse proseguire oltre area 177,40 dollari, prologo ad un allungo verso area 179 per un nuovo confronto con la trend line che scende dai top di marzo. La rottura di questo elemento rappresenterebbe una svolta positiva con un orizzonte temporale più ampio con primo obiettivo sulla  resistenza strategica a quota 183. Diversamente, discese sotto 173,37 metterebbero invece in discussione le prospettive di rialzo facendo temere movimenti verso i minimi di giugno a 171 dollari.

(Claudia Cervi)