Obbligazioni alto rendimento e azioni ancora da comprare

L'aumento dei casi di Covid rende più prudenti gli investitori ma il trend di fondo di obbligazioni e borse non sembra essere a rischio. Strategie rialziste quindi ancora possibili

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I numeri in aumento sui contagi da Covid-19 avranno con buona probabilità effetto non solo sull'andamento delle borse ma anche su quello delle obbligazioni, in particolare su quelle ad alto rendimento (e rischio), cioè quelle più sensibili al mutamento della propensione al rischio degli investitori. 

Le obbligazioni high yield e la borsa, un destino unico

Mettendo a confronto il grafico dell'Etf Isharescoreeurostoxx50€ Ucits Etf (codice EUE, isin IE0008471009), avente come benchmark l'indice di borsa Eurostoxx 50 con quello dello SPDR® Bloomberg Barclays Euro High Yield Bond UCITS ETF (JNKE, isin IE00B6YX5M31), Etf che ha lo scopo di replicare la performance del mercato delle obbligazioni corporate high yield denominate in EUR a tasso fisso, è possibile riscontrare una evidente similitudine di movimento. 

Differenze di performance tra azioni e bond

Qualche differenza la si riscontra in termini di performance, nel 2020 infatti l'Etf azionario ha perso (fino al 7 ottobre) il 13,5% circa, quello obbligazionario il 5,4%, ma a ben guardare questa diversità è facilmente spiegabile ossservando la volatilità storica calcolata a tre mesi, che per l'azionario è del 20% circa, per l'obbligazionario high yield del 5,5%. Quello che è interessante tuttavia in questo confronto non sono i numeri diversi, ma appunto il fatto che le due curve siano sostanzialmente sovrapponibili, a conferma del fatto che in questa fase i due mercati rispondono allo stesso modo agli stimoli provenienti dall'esterno. 

Le obbligazioni corporate ad alto rendimento, così come del resto le azioni, sono molto popolari in una situazione storica come l'attuale, dove i rendimenti degli strumenti meno rischiosi sono molto compressi, spesso negativi, e dove quindi risparmiatori e gestori devono spingersi verso una maggiore propensione al rischio pur di trovare rendimenti soddisfacenti. 

Certo, se all'orizzonte si addensano nubi che fanno temere una fase di sfiducia verso i mercati finanziari, rimanere investiti negli strumenti più rischiosi può essere controproducente, si rischia infatti di rimanere imprigionati in movimenti in conto capitale avversi che potrebbero anche essere estesi. 

Per dare una idea del potenziale di oscillazione del mercato del segmento High Yield basta vedere che l'Etf JNKE dal massimo di fine gennaio a 58,79 al minimo di metà marzo a 42,28 euro aveva perso il 28% per poi guadagnare da quei minimi al massimo dell'8 giugno a 55,66 quasi il 32%. 

Sta aumentando il rischio per le obbligazioni corporate?

Per capire se la fase attuale può diventare rischiosa, e suggerire quindi una uscita da questi strumenti (e ovviamente anche dall'azionario, vista la similitudine dei due mercati), è opportuno tenere a mente i fattori che hanno favorito il rimbalzo dai minimi di marzo e valutare se sono ancora in vigore. 

Il primo di questi elementi è la caccia al rendimento: come già accennato la maggior parte dei rendimenti dei titoli di stato europei viaggia in territorio negativo e anche gli spread tra questi ed i titoli investment grade hanno continuato a comprimersi. Per adesso questa situazione non pare destinata a mutare, i tassi rimarranno bassi ancora a lungo e quindi, in termini di rendimento, dal 3,5% circa in su (il 6% circa per i bond con rating pari o inferiore a B3), i bond corporate più rischiosi continuano a non avere concorrenza. 

Il Covid non spaventa troppo i mercati

Il secondo elemento che ha lavorato in favore del rialzo di azioni e bond high yield è stato il rimbalzo dell'economia dopo il lockdown deciso dalla maggioranza dei paesi europei: in molti casi l'economia si è ripresa più velocemente delle attese e questo ha ovviamente favorito il miglioramento del sentiment degli investitori e la loro propensione al rischio. Adesso che i contagi aumentano come si comporteranno i mercati? L'impressione è che i governi faranno di tutto per evitare che nuovi lockdown possano coinvolgere le attività economiche, quindi le imprese, e i loro conti, dovrebbero essere solo marginalmente toccate dalla seconda ondata di Covid. C'è poi da considerare il fatto che le misure adottate a sostegno delle aziende sono in molti casi ancora in essere e funzionano quindi da paracadute anche per la recrudescenza della malattia.

Le aziende poi continuano ad emettere nuovo debito, viste le condizioni favorevoli, e sono pertanto bene attrezzate in termini di liquidità per fare fronte ad eventuali rallentamenti della ripresa. Anche i downgrade da parte delle agenzie di rating, che erano aumentati durante la fase acuta della pandemia, sono risultati in rallentamento nel terzo trimestre, segno che il segmento dei bond corporate ha ritrovato una certa stabilità. 

L'impressione quindi è che, fermo restando che gli occhi di tutti rimarranno puntati sulla evoluzione della seconda ondata di Covid-19, eventuali incertezze o ripiegamenti nel settore dei bond ad alto rendimento, esemplificate dall'andamento dell'ETF JNKE, potrebbero dimostrarsi una buona opportunità per incrementare le posizioni di investimenti su strumenti che forniscono rendimenti allettanti in termini di cedole. 

I livelli critici da monitorare

Solo se l'Etf SPDR® Bloomberg Barclays Euro High Yield Bond UCITS dovesse scendere al di sotto della base della fase laterale disegnata dal top di inizio giugno, posta a 53,65/70 euro, sarebbe opportuno rivalutare prudentemente questo scenario e diminuire l'esposizione sugli strumenti più rischiosi, quindi non solo i bond ad alto rendimento ma anche le azioni.

(Alessandro Magagnoli)