Assegno unico a rischio per alcune famiglie: cosa fare? Ecco chi lo perde nel 2023

Assegno unico a rischio per 7 milioni di famiglie italiane: chi lo perde nel 2023? Ecco cosa fare per non perdere il bonus e ottenere il sussidio mensile senza tagli.

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Si avvicina una scadenza importante alla quale le famiglie italiane non possono mancare: qualcuno rischia di perdere l'assegno unico nel 2023. Per quale motivo e cosa si può fare per "salvare" il sussidio?

Il 28 febbraio scade un importante termine per almeno 4 milioni di famiglie, che potrebbero subire un taglio sull'assegno unico dagli attuali 175 euro al mese fino a 50 euro al mese. Che cosa sta succedendo?

INPS chiarisce cosa fare per non perdere l'assegno unico nel 2023: segnatevi la data del 28 febbraio 2023 e scoprite come ottenere il massimo importo anche dal mese di marzo.

Assegno unico a rischio: chi lo perde nel 2023?

Attenzione a non perdere l'assegno unico nel 2023: sono almeno 7 milioni le famiglie interessate. Nel dettaglio, sono 4 milioni gli assegni che potrebbero subire un taglio a partire dam marzo 2023, nel caso in cui le famiglie non rispettino una scadenza importate. Per quale motivo?

Come comunicato dall'INPS, la domanda per l'assegno unico diventa automatica per tutti i nuclei che ne hanno già beneficiato nel corso dell'ultimo anno, ma occorre aggiornare l'ISEE entro l'imminente scadenza per non perdere il sussidio.

Infatti, se la domanda è automatica lo stesso NON si può dire per l'ISEE, che deve essere appositamente richiesto presso un Caf, oppure direttamente online sul sito dell'Istituto stesso.

A rischio ci sono tutte quelle famiglie che sino ad oggi hanno ottenuto l'importo massimo dell'assegno unico, ovvero fino a 175 euro al mese, in virtù di un reddito particolarmente basso. Al contrario, coloro che non hanno presentato l'ISEE nel 2022 potrebbero non rischiare nulla.

Assegno unico a rischio: cosa fare per non perdere il sussidio

Dunque tutte le famiglie che ad oggi possiedono un ISEE sotto i 15.000 euro e hanno diritto all'assegno unico di importo massimo (175 euro al mese), potrebbero subire un taglio fino a 125 euro, scendendo al minimo (50 euro) se non rinnovano l'ISEE entro i termini.

INPS ha ricordato che basta semplicemente aggiornare l'ISEE al 2023 per ottenere e "salvare" il sussidio in base alle proprie disponibilità economiche.

Infatti, da marzo 2023 la domanda di assegno unico è automatica per coloro che ne hanno già beneficiato, ma senza la presentazione dell'indicatore economico si dovranno applicare le regole generali, "con riferimento agli importi minimi".

Se, quindi, una famiglia possiede un reddito basso, ha convenienza a presentare l'ISEE per ottenere un importo più elevato di assegno; mentre se il reddito familiare supera i 40.000 euro all'anno, è possibile evitare di presentarlo senza incorrere in decurtazioni o tagli sull'assegno.

Assegno unico: occhio alla data del 28 febbraio 2023

Segnatevi quindi la data del 28 febbraio 2023, scadenza entro la quale le famiglie dovranno presentare l'ISEE 2023 per continuare a percepire l'importo massimo dell'assegno unico senza tagli.

Coloro che non presenteranno l'ISEE entro il 28 febbraio 2023, infatti, potrebbero essere declassati dall'importo massimo al minimo: senza l'indicatore economico, infatti, il sussidio spetta nel suo importo più basso, pari a 50 euro al mese.

Al tempo stesso, considerando gli aumenti in arrivo sull'assegno unico 2023, alcune famiglie potrebbero aver modificato la propria posizione e dunque avere accesso a nuove maggiorazioni.

Se per esempio nel 2022 la famiglia possedeva un ISEE pari a 20.000 euro mentre nel 2023 l'indicatore economico è sceso a 15.000 euro, il valore dell'assegno unico sarà più alto in funzione inversa del reddito. Al contrario, se ho aumentato il reddito familiare da 15.000 euro (nel 2022) a 20.000 euro (nel 2023), avrò diritto a un assegno di importo più basso.

Infine, sono previsti, nel dettaglio e per tutti i beneficiari, aumenti degli importi a seguito della rivalutazione dell'assegno unico, ma anche nuove maggiorazioni del 50% per le famiglie numerose.

Assegno unico, nuova scadenza al 30 giugno 2023: per chi?

Un'altra scadenza importante per tutte le famiglie che percepiscono l'assegno unico per i figli è il 30 giugno 2023: per quale motivo?

Se non sei riuscito ad aggiornare l'ISEE 2023 in tempo (entro il 28 febbraio appunto), puoi sempre sfruttare la seconda finestra del 30 giugno per presentare l'indicatore economico aggiornato: così facendo avrai diritto a importi più elevati a partire dalla seconda metà dell'anno.

Assegno unico in breve: i numeri dell'INPS

Come ha specificato l'INPS in un'apposita comunicazione, da marzo 2022 a novembre 2022 sono stati erogati 11,6 miliardi di euro di assegno unico e universale per 9,5 milioni di figli, riferiti a una platea di circa 5,6 milioni di famiglie richiedenti.

Il 47% delle famiglie, circa, ha presentato un ISEE inferiore a 15.000 euro e ha avuto diritto all'assegno più elevato (pari a 175 euro al mese); mentre nel 23% dei casi, circa, non è stata presentato l'ISEE e dunque si ha avuto diritto al minimo previsto dalle legge, (ovvero 50 euro al mese).

Gli importi medi mensili percepiti dalle famiglie che hanno beneficiato dell'assegno unico, infine, sono risultati pari a 233 euro per nucleo e a 146 euro per figlio. 

Per quanto riguarda i percettori dell'assegno unico come integrazione al reddito di cittadinanza, la platea di riferimento comprende ben 493mila nuclei familiari, per un totale di 835mila figli. In questo caso, sono stati percepiti, in media, 166 euro di integrazione RdC.