Assegno unico, come cambia nel 2023. Nuovo limite ISEE, ecco per chi

Novità per l'assegno unico, che cambia nel 2023. Arriva un nuovo limite ISEE, che blocca l'accesso agli aumenti prospettati a certe condizioni.

famiglia felice con bambini

Che gli importi mensili aumenteranno, è ormai un dato di fatto, ma non è tutto per conoscere davvero come cambia l’assegno unico nel 2023.

C’è un’altra importante novità introdotta dal nuovo Esecutivo, capitanato da Giorgia Meloni, e approvata dalla nuova Legge di Bilancio. Nella fattispecie riguarda l’introduzione di un nuovo limite ISEE, al di sopra del quale non sarà più possibile continuare a percepire il beneficio.

Questo però vale soltanto per quanto riguarda gli aumenti prospettati a certe condizioni specifiche.

Ecco nel dettaglio tutte le novità.

Nuovo limite Isee per assegno unico: come cambia nel 2023

Il punto centrale della riforma dell’assegno unico, per il 2023, riguarda senza dubbio l’aumento degli importi.

Ma l’aspetto che va evidenziato, a tal proposito, è che gli aumenti non scatteranno in automatico per tutti gli aventi diritto.

Infatti, possono contare su una maggiorazione dell’assegno unico, nel rispetto di alcune condizioni ben specifiche che a seguire riportiamo, soltanto i nuclei familiari che non superano i 40.000€ di reddito ISEE annuo.

È questo il nuovo limite ISEE dell’assegno unico 2023 da rispettare, limitatamente agli aumenti previsti.

Resta l’erogazione di un assegno mensile (tra l’altro rivalutato) per chi ha un ISEE superiore a 40.000€ oppure non lo presenta affatto.

Quali sono le condizioni che nel 2023 danno invece diritto alla maggiorazione dell’importo dell’assegno unico? Fermo restando dunque, lo ribadiamo, che l’Isee non deve superare i 40.000€ annui, allora hanno diritto all’aumento mensile:

  • tutti coloro che hanno un figlio di età inferiore a un anno

  • i nuclei familiari più numerosi ovvero con almeno tre figli al di sotto dei 3 anni.

Ricordiamo inoltre che, per il prossimo anno, non è necessario ripresentare la domanda per l’ottenimento dell’assegno unico, a meno che non siano variate le condizioni del nucleo familiare (reddito, patrimonio, altri figli) o il beneficiario dell’assegno abbia compiuto 22 anni di età.

Come cambia l’assegno unico 2023: gli aumenti che spariscono

Come già più volte abbiamo avuto modo di ribadire nel corso delle nostre pubblicazioni, l’assegno unico e universale ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, nell’ambito del welfare familiare italiano.

Un sussidio per tutti coloro che hanno figli in Italia, per la prima volta anche per liberi professionisti e titolari di partita IVA, così come incapienti e disoccupati.

Il provvedimento nasce per permettere a tutti di percepire gli assegni familiari, da sempre prerogativa dei soli lavoratori dipendenti, pubblici o privati, ma anche per mettere ordine nella giungla di bonus prima esistenti in favore delle famiglie con figli.

Ecco dunque che, con l’introduzione dell'assegno unico, scompaiono il bonus nascita, l’assegno di natalità, quello per famiglie con minimo tre figli e l’assegno temporaneo, da luglio 2021 riservato solo ai possessori di partita Iva, disoccupati e incapienti.

Il Governo Meloni però, a fronte dell’aumento a certe condizioni e con tetto ISEE massimo a 40.000€, ha stabilito la cancellazione di altre maggiorazioni fino a questo momento previste.

Dal 2023 infatti scompare il raddoppio fino a 200€ per le famiglie numerose e il bonus gemelli da 100€, per i primi tre anni di vita dei bambini.

Le nuove maggiorazioni però continueranno a premiare i nuclei familiari più numerosi, tra l’altro considerando anche l’introduzione di un quoziente familiare che, a parità di reddito tra famiglie, va a favorire chi ha più figli.

Alla fine dell'articolo, rimandiamo alla lettura di un contenuto di approfondimento, riguardante le differenze tra ISEE e quoziente familiare, sui calcoli del reddito delle famiglie.

Quanto deve essere l’ISEE per avere il massimo dell’assegno unico

Importanti novità dunque che remano nella direzione dei ceti meno abbienti e delle famiglie più numerose.

In ottica di Family Act, questo significa per l’appunto, favorire la natalità nel nostro Paese, ormai travolto a pieno da un inverno demografico senza precedenti, nonché la genitorialità, introducendo anche nuove misure più favorevoli per i neo genitori che lavorano (basti pensare ad esempio al congedo parentale pagato all’80% per le mamme lavoratrici).

Come già evidenziato, per chi non modifica il proprio reddito ISEE o la composizione del nucleo familiare, non sarà necessario procedere con una nuova richiesta dell’assegno unico, che continuerà a essere accreditato in automatico.

Se invece si rientra in una delle condizioni previste per ottenere la maggiorazione, allora l’assegno unico cambia nel 2023 e i beneficiari percepiranno nuovi importi da ricalcolare sulla base dei parametri familiari.

Per quanto riguarda l’Isee, la soglia massima prevista per ottenere il massimo dell’importo dell’assegno unico, resta fissata a 15.000€.

Continua a seguire come cambia l’assegno unico 2023, quali sono i nuovi importi minimi e massimi previsti per i figli minorenni (nonché quelli di tutte le maggiorazioni approvate) e gli effetti del quoziente familiare sui calcoli del reddito.