La Lega propone un bonus matrimonio in chiesa, ma è polemica: sarà esteso a tutti

La Lega propone un bonus matrimonio ma solo per chi decide di sposarsi in chiesa. Scoppia la polemica, poi il passo indietro: la proposta sarà allargata a tutti i matrimoni.

bonus matrimonio lega

Di bonus matrimonio se ne è parlato spesso in Italia, sia quando sono state messe in campo iniziative nazionali, sia quando sono state le Regioni a introdurre bonus economici per aiutare i cittadini a sostenere le spese legate al grande passo.

Particolare scalpore ha suscitato la proposta di legge presentata dalla Lega e, in particolare, da Domenico Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli ed Umberto Pretto.

Un bonus matrimonio fino a 20.000 euro, sotto forma di detrazione del 20% per sostenere le spese legate all’acquisto delle decorazioni, per gli abiti degli sposi, per le bomboniere, il fotografo, il parrucchiere e il make up.

La differenza con le proposte degli ultimi anni? Il bonus andrebbe esclusivamente a chi sceglie di sposarsi in chiesa e non a chi opta per il rito civile. La Lega spiega le motivazioni alla base di questa scelta, ma non queste non sembrano bastare.

Scoppiano le polemiche: diversi sono gli esponenti politici che attaccano la proposta, anche sui social. Da qui il passo indietro: la proposta sarà allargata a tutti i matrimoni.

Bonus matrimonio solo per chi si sposa in chiesa: le ragioni alla base della proposta

Un bonus matrimonio, ma esclusivamente per chi sceglie di sposarsi in chiesa. Soldi pubblici, dunque, che andrebbero ad agevolare solo una parte di cittadini, ma andranno a pesare anche sulle tasche di chi non è credente.

Le motivazioni alla base di una scelta simile vanno ricercate nella riflessione sui costi del matrimonio religioso. Secondo la Lega, infatti, a differenza del rito civile, quello religioso implica spese più onerose, tali da giustificare l’introduzione del bonus.

Negli ultimi anni, anche a causa del Covid, a calare sono stati tanto i matrimoni religiosi quanto quelli in comune. Il numero di questi ultimi, però, si era tenuto comunque leggermente più alto delle celebrazioni in chiesa. Da qui la volontà di un incentivo per i giovani verso l’unione religiosa.

Insomma, per la Lega sono diversi i fattori che allontano le giovani coppie dalla scelta del matrimonio religioso, in primis quello economico.

Bonus matrimonio fino a 20.000 euro per chi si sposa in chiesa: in cosa consiste la proposta della Lega

Ma in cosa consisterebbe la proposta della Lega nel dettaglio?

Il bonus matrimonio proposto dalla Lega consisterebbe in una detrazione del 20%, fino a un massimo di 20.000 euro di cui si potrebbe beneficiare a partire dal 1° gennaio 2023.

La detrazione sarebbe valida per diverse spese legate alla celebrazione del matrimonio religioso, purché effettuate in Italia, includendo quelle per le decorazioni in chiesa, per il servizio fotografico, per abiti di sposo e sposa, per il make up e il parrucchiere e così via.

La platea non sarebbe poi ristretta solo perché andrebbe a includere coloro che hanno scelto il matrimonio religioso, ma anche per altri requisiti che vanno ad aggiungersi alla lista.

In primis, infatti, la Lega aveva pensato a un bonus destinato alle giovani coppie, con meno di 35 anni. Non solo, perché il diritto alla misura scatterebbe solo se entrambi gli sposi rispettino anche il requisito della cittadinanza: sposo e sposa dovrebbero, infatti, essere cittadini italiani da almeno 10 anni.

Come per molti altri bonus, anche la proposta della Lega sarebbe legata all’ISEE. Nel caso del bonus matrimonio, quest’ultimo non dovrebbe superare i 23.000 euro, né il reddito dovrebbe essere superiore a 11.500 euro a persona.

Tutte le criticità del bonus matrimonio della proposta della Lega

Fiumi di polemiche per una misura che, come sottolinea anche Enrico Borghi in un tweet, presenta diversi errori per uno Stato laico. A criticare aspramente la proposta sono il leader di Azione Carlo Calenda e Mara Carfagna: per il primo “la Lega di Salvini è letteralmente fuori controllo”, la seconda giudica retrograda una proposta simile.

Anche gli esponenti di altri partiti come PD e +Europa sollevano la polemica intorno alla proposta di legge, ritenendola discriminatoria e incostituzionale.

Palazzo Chigi sottolinea che si tratta di una proposta parlamentare e che non è allo studio del governo, impegnato a lavorare su misure concrete che dovranno essere inserite nella Legge di Bilancio 2023.

Reazioni che hanno portato, infine, a un dietrofront da parte della Lega. Domenico Furgiuele, primo firmatario della proposta di legge, ha infatti sottolineato che durante il dibattito parlamentare, quest’ultima verrà allargata a tutti i matrimoni e non soltanto, come in origine previsto, per i matrimoni religiosi.  

La vicenda fa sicuramente discutere e non è certo se e quando il bonus matrimonio vedrà la luce. Quel che è certo è che, dopo il fiume di polemiche scaturite dalla “prima versione” presentata, la proposta verrà certamente corretta e aperta a una platea ben più ampia, evitando discriminazioni.

Ora bisogna solo aspettare di sapere se ci sarà un bonus matrimonio 2023 e se i requisiti finora presentati rimarranno invariati (per esempio, quello relativo alla cittadinanza italiana da almeno 10 anni).

 

 

 

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