Superbonus, detrazioni a 10 anni per le banche. Ecco cosa prevedono i nuovi emendamenti

Per il Superbonus sono molti gli emendamenti in discussione. Prevista la detrazione per 10 anni ma solo per le banche. Ecco tutte le novità.

Sono circa 400 gli emendamenti proposti per risolvere i numerosi problemi legati alle incertezze provocate dal decreto cessioni.

Il Dl n.11 relativo alla cessione dei crediti cosi com’è stata approvato presenta numerose falle e per corregge il tiro maggioranza e opposizione hanno depositato entro il 7 marzo numerosi emendamenti.

Il decreto ha bloccato le cessioni e gli sconti in fattura per tutti i bonus edilizi a partire dal 17 febbraio.

Le richieste fatte da imprese, associazioni di categorie e semplici cittadini sono varie e il governo è pronto a discutere solo su alcuni punti relativi alla fase transitoria e a situazioni particolari venutasi a creare dopo il blocco del 17 febbraio.

E’ cosa nota che il Superbonus e i bonus edilizi sono serviti a rilanciare il settore dell’edilizia ma è altrettanto noto come questi abbiano generato truffe ai danni dello Stato per un valore complessivo di circa 6 miliardi di euro.

Proprio per tale motivo il governo Meloni già nella legge di Bilancio e ora con il Dl. 11 hanno messo mano ai bonus edilizi attuando delle politiche correttive alle varie agevolazioni arrivando con il Dl. Cessioni a bloccare ogni forma di cessione del credito o sconto in fattura a partire dal 17 febbraio 2023.

Tra gli emendamenti proposti quello relativo alla possibilità di detrarre le spese per i lavori svolti con il superbonus in 10 anni.

Tale emendamento è stato stralciato per la parte relativa ai privati. Infatti a poter usufruire dei crediti fiscali da Superbonus solo le imprese che potranno incassare tale crediti in 10 anni invece che in quattro.

Vediamo nel dettaglio gli altri emendamenti proposti e in discussione.

Superbonus, detrazioni a 10 anni per le banche. Ecco cosa prevedono i nuovi emendamenti

Il Decreto Legge n. 11/2023, ribattezzato decreto cessioni è ormai in vigore da oltre un mese ma nonostante tutto numerosi sono stati gli emendamenti di modifica proposti sia dalle forze di maggioranze che di opposizione presso la commissione Finanza della Camera.

La maggioranza dei gruppi parlamentari chiedono il ripristino delle cessioni dei crediti e dello sconto in fattura bloccati dal decreto.

Tra le cose certe c’è la non estensione ai privati dell’ipotesi della detrazione da 4 a 10 anni.

L’emendamento proposto aveva come obiettivo la possibilità di far recuperare alle famiglie a basso reddito le spese del Superbonus.

Tale possibilità, secondo alcune indiscrezioni, verrebbe garantita solo a banche e imprese che hanno acquistato crediti.

Il fatto che queste agevolazioni siano riservate solo alle banche e non ai privati, però, ha mandato su tutte le furie le opposizioni.

A commentare questa decisione ci ha pensato Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera.

“Stralciata dal Dl Superbonus la misura per l’assorbimento delle detrazioni a chi ha poca capienza Irpef, cioè ai redditi più bassi: con una scelta odiosa il governo Meloni conferma di avere a cuore il benessere dei ricchi e delle banche. Siamo profondamente contrari ai programmi antipopolari e antiecologici di questo governo”.

Superbonus e bonus edilizi, questi gli altri emendamenti

Altri emendamenti al vaglio della commissione finanza della Camera sono relativi al ripristino dello sconto in fattura e della cessione del credito. Ma anche in questo caso non per tutti, solo per le onlus, il terzo settore e gli istituti per le case popolari (Iacp).

Naturalmente le regole varranno soltanto per i soggetti «già costituiti alla data di entrata in vigore» del decreto.

Moltissimi anche gli emendamenti riferiti all’edilizia libera ossia quelli non legati da autorizzazioni per l’avvio dei lavori. Nel concreto facciamo riferimento a quelli che riguardano gli interventi di efficientamento energetico, infissi, fotovoltaico, caldaie o condizionatori.

Le ipotesi più plausibili sarebbe quello di garantire lo sconto in fattura a coloro che hanno avviato il pagamento dei lavori anche in acconto, anche perché tale casistica sarebbe facilmente tracciabile dal Fisco grazie ai bonifici parlanti.

Superbonus, previste modifiche alle scadenze

Altro nodo da sciogliere è quello relativo alle scadenze. Infatti entro il 31 marzo è obbligatorio comunicare all’Agenzia delle Entrate le opzioni scelte per cedere i crediti collegati ai costi sospenuti per le ristrutturazioni fatte nel 2022.

Coloro che non rispettano tale data rischiano di perdere la possibilità di cedere la rata del credito da usare entro fine anno.

La possibilità di modificare tale data è legata alla scarsità degli acquirenti. Ecco perché il governo sta pensando di estendere la possibilità di presentare i documenti  In questo momento, però, gli acquirenti scarseggiano.

Per questo il governo sta pensando di far presentare i relativi documenti entro il 30 novembre pagando una sanzione di 250 euro.

Anche tale proroga non varrà per tutti ma solo per le cessioni a favore di banche, intermediari finanziari o assicurativi. In altre parole, saranno escluse dal rinvio le cessioni a privati.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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