Area euro alla riscossa? Banche al rialzo?

Area euro alla riscossa?S&P Global Ratings ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell'Eurozona, al 4,4% quest'anno e al 4,5% il prossimo, grazie a una più estesa implementazione degli stimoli fiscali nell'ambito del piano Next Generation Eu e ad una contrazione del Pil nel primo trimestre più debole di quanto temuto in precedenza.

Area euro alla riscossa?

S&P Global Ratings ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell'Eurozona, al 4,4% quest'anno e al 4,5% il prossimo, grazie a una più estesa implementazione degli stimoli fiscali nell'ambito del piano Next Generation Eu e ad una contrazione del Pil nel primo trimestre più debole di quanto temuto in precedenza.

S&P Global Ratings ha dedicato all'Eurozona una ricerca dal titolo "la grande riapertura", dove si legge che il PNRR potrebbe aggiungere tra l'1,3% e il 3,9% al Pil del Vecchio Continente nel prossimo quinquennio, aiutando paesi come la Grecia, il Portogallo, l'Italia e la Spagna a ridurre il divario economico che li separa dai primi della classe.

S&P Global Ratings ipotizza una chiusura dell'output gap entro il 2024 grazie ad una risposta coordinata di politica fiscale e monetaria dell'Europa.

Per quello che riguarda il mercato del lavoro S&P ritiene che possa tornare ai livelli pre Covid già entro la seconda metà del 2022, in anticipo di 18 mesi rispetto alle previsioni fatte in precedenza. Si tratterebbe quasi di un miracolo se si considera che per ottenere lo stesso risultato dopo la crisi del 2008 ci vollero 8 anni.

L'evoluzione positiva della situazione economica potrebbe convincere la Bce, secondo S&P, a ridurre la potenza di fuoco del programma Pepp forse già a partire dal mese di settembre, anche se gli acquisti netti dovrebbero comunque proseguire fino al 2023 e i tassi di interesse dovrebbero rimanere fermi fino al 2024.

S&P non è l'unica ad essere positiva sull'Eurozona.

L'economic sentiment della zona euro è infatti salito a giugno fino a toccare i massimi degli ultimi 21 anni. L'accelerazione del ritmo delle vaccinazioni ha permesso nuove riaperture e migliorato di conseguenza il sentiment in tutti i settori dell'economia, con particolare riferimento a quelli del retail (passato da 0,5 a 4,5 punti) e dei servizi.

Secondo i dati mensili della Commissione europea l'economic sentiment nei 19 paesi della zona euro a giugno è salito a 117,9 punti dai 114,5 di maggio, a fronte di un consensus Reuters di 116,5 punti. Nel settore servizi, che rappresenta oltre i due terzi del Pil della zona euro, la fiducia è migliorata in modo considerevole, passando da 11,3 di maggio a 17,9. Degno di nota il fatto che il "mood" in Germania ha raggiunto i massimi di sempre mentre è migliorato nei sei maggiori Paesi della Ue, facendo registrare un lieve calo solo in Spagna. Per completare il quadro c'è da dire anche che tra i consumatori sono salite le aspettative di un aumento dell'inflazione nei prossimi 12 mesi, arrivate a 24,7 punti, valore massimo da 13 mesi. Nel medio periodo l'aumento dell'inflazione potrebbe mettere i bastoni tra le ruote della ripresa, per il momento tuttavia l'effetto di un eventuale rialzo dei prezzi dovrebbe essere trascurabile sulla velocità del rimbalzo dell'economia.

Le previsioni rosee per l'Europa non sono tuttavia generalizzate. La capo economista di Edmond de Rothschild, Mathilde Lemoine, teme che il ritorno del Covid sotto forma di variante delta e il tasso di vaccinazione ancora insufficiente possano frenare la crescita globale, senza farle raggiungere i livelli attesi per il 2021. Secondo Mathilde Lemoine la crescita globale potrebbe fermarsi al 5,2% nel 2021 e al 4,9% nel 2022. Per quello che riguarda la zona euro il "Next Generation EU" dovrebbe aggiungere lo 0,2% di crescita alla fine del 2022, sempre che la Bce riesca a mantenere condizioni di credito favorevoli alle pmi.

Al netto degli imprevisti, rappresentati principalmente come ricordato da una recrudescenza dei casi di Covid-19, S&P Global Ratings ha confermato il proprio ottimismo, e ha anche migliorato l'outlook, per le banche del Vecchio Continente.

L'agenzia di rating ha rivisto i suoi giudizi sul merito di credito del sistema bancario europeo, esaminando nuovamente i rating di 60 banche di dieci Paesi, tra i quali la Germania, la Francia, l'Italia, la Spagna e la Gran Bretagna. All'insorgere della pandemia, nel 2020, il giudizio era stato tagliato a negativo in molti casi, ora gli esperti si attendono che "la capitalizzazione resti robusta" e che un eventuale peggioramento della qualità degli asset resti altamente gestibile per la maggior parte delle banche. Per questo motivo S&P ha rivisto da negativo a stabile l'outlook di molte banche, in particolare di quelle francesi, inglesi e tedesche. Nei confronti dell'Italia S&P mantiene invece un outlook negativo, il processo di revisione ha portato ad alzare da negativo a stabile l'outlook solo di Unicredit.

In ogni caso Giles Edwards, analista del credito di S&P Global Ratings, prevede che la stragrande maggioranza delle banche europee riporti un miglioramento degli utili nel 2021 rispetto al 2020.

L'analisi grafica dello STOXX® Europe 600 Banks (EU0009658806), paniere i cui maggiori rappresentanti sono Hsbc, Bnp Paribas, Bco Santander, Ing Grp e Intesa Sanpaolo, porta a condividere solo in parte l'ottimismo di S&P. Il rialzo degli ultimi mesi è stato certamente molto deciso, dai minimi di settembre 2020 a 78,79 fino al massimo di giugno a 142,09 (+80% circa), ma le quotazioni si sono fermate su una resistenza importante, il 50% di ritracciamento del ribasso dal picco di inizio 2018. Secondo gli studiosi dei grafici questa percentuale di ritorno è capace di discriminare tra un movimento di semplice correzione ed un vero e proprio tentativo di inversione della tendenza. Senza una rottura decisa di area 140 resterà quindi aperto il rischio che il rimbalzo visto negli ultimi mesi, per quanto esteso, sia stato in realtà solo un intermezzo nell'ambito di una fase ribassista di ampio respiro, ancora non terminata, destinata quindi a riprendere con obiettivi almeno allineati ai minimi del 2020. Se i prezzi riuscissero invece a scavalcare stabilmente area 140 ci sarebbe la possibilità per l'indice di mettere alla prova altre due importanti resistenze, quella a 152 circa (livello successivo al 50% nella scala dei ritracciamenti di Fibonacci, ovvero il 61,8%), e quella a 158 circa, lato alto del canale ribassista disegnato dai massimi di luglio 2015. Con il superamento anche di questo ostacolo l'uptrend si guadagnerebbe la possibilità di rimanere attivo anche nel medio lungo periodo.

E cosa dire dell'indice Stoxx 600? Il comportamento dell'indice dei maggiori 600 titoli europei è nettamente diverso rispetto a quello dei soli bancari, in questo caso infatti i prezzi si sono spinti recentemente su nuovi massimi storici dopo avere superato ad aprile i precedenti record del febbraio 2020. Il rialzo si è mosso dai minimi di marzo 2020 all'interno di un canale crescente e negli ultimi mesi le oscillazioni sono state quasi sempre a ridosso della sua linea mediana, sostenute dalla media mobile esponenziale a 10 settimane. Solo una chiusura di ottava al di sotto di questa media, passante a 448 circa, farebbe temere il test della base del canale, a 418 circa. La tenuta della media e la rottura di area 470 potrebbero invece anticipare una nuova fase rialzista con target sul limite superiore del canale, a 500 punti circa.

(AM - www.ftaonline.com)