Asia-Pacific contrastata. A Tokyo Nikkei 225 perde lo 0,40%

Dopo un'altra seduta contrastata per Wall Street (in negativo dei tre principali indici newyorkesi il solo Nasdaq, deprezzatosi comunque di appena lo 0,10% mercoledì), alla riapertura degli scambi in Asia la tendenza mista è proseguita.

Dopo un'altra seduta contrastata per Wall Street (in negativo dei tre principali indici newyorkesi il solo Nasdaq, deprezzatosi comunque di appena lo 0,10% mercoledì), alla riapertura degli scambi in Asia la tendenza mista è proseguita. Si avvia alla chiusura un 2021 in cui li investitori sono stati incoraggiati dalla crescita dei profitti delle aziende e dallo sviluppo di vaccini e trattamenti per il coronavirus. D'altra parte la nuova ondata della pandemia, rafforzata dall'emergere della variante Omicron, continua a registrare record di contagi, un po' in tutto il mondo. Secondo i dati del New York Times, in Usa la media giornaliera dell'ultima settimana è stata superiore ai 267.000 contagi, contro il precedente record di 251.232 registrato nel gennaio di quest'anno. Il clima contrastato viene confermato da un indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che si muove intorno alla parità.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in moderato rialzo ma il parallelo indebolimento dello yen sul biglietto verde non riesce a sostenere la performance di Tokyo: il Nikkei 225 perde infatti lo 0,40% (andamento simile per l'indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,33%). Sul fronte macroeconomico, in novembre la produzione industriale è salita in Corea del Sud del 5,9% annuo, in accelerazione rispetto al 4,5% di ottobre e contro il rialzo del 3,2% del consensus di Reuters. Le vendite retail sono invece cresciute del 4,6% annuo, contro il 7,4% precedente e il 5,0% previsto dagli economisti. A Seoul è stata dello 0,52% la contrazione del Kospi in chiusura.

Il focolaio di Covid-19 nella città di Xi'an, il più grave quest'anno in Cina, e le conseguenti restrizioni imposte da Pechino dallo scorso 23 dicembre potrebbero causare un duro colpo all'industria dei chip, in questo caso nel segmento delle memorie. A Xi'an, infatti, hanno importanti siti produttivi sia Micron Technology che Samsung Electronics. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano lo 0,62% e lo 0,78% rispettivamente, contro il rialzo dello 0,91% dello Shenzhen Composite. Contrastata Hong Kong: a meno di un'ora dallo stop alle contrattazioni l'Hang Seng è infatti in progresso di circa lo 0,10% (segno opposto per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con un ribasso intorno allo 0,10%). A Sydney si è invece limitato allo 0,5% il guadagno dell'S&P/ASX200.

(RR - www.ftaonline.com)