Asia-Pacific contrastata. A Tokyo Nikkei 225 perde lo 0,44%

Dopo una seduta di netta frenata per Wall Street (peggiore dei tre principali indici newyorkesi il Nasdaq, deprezzatosi del 2,28% martedì), alla riapertura degli scambi in Asia la tendenza in negativo è complessivamente proseguita anche se si è fatta maggiormente contrastata.

Dopo una seduta di netta frenata per Wall Street (peggiore dei tre principali indici newyorkesi il Nasdaq, deprezzatosi del 2,28% martedì), alla riapertura degli scambi in Asia la tendenza in negativo è complessivamente proseguita anche se si è fatta maggiormente contrastata. Riflettori puntati sul meeting del Federal Open Market Committee (Fomc). In serata la Federal Reserve (Fed) dovrebbe fornire maggiori indicazioni sull'imminente passaggio a una stretta monetaria. I timori per la pandemia di coronavirus sono assopiti anche se settimana prossima sarà cruciale visto che lunedì 31 gennaio iniziano le festività del Capodanno cinese (quest'anno cade il 1° febbraio) e venerdì 4 febbraio partiranno i Giochi olimpici invernali di Beijing 2022. Mentre la piazza di Sydney rimane chiusa per l'Australia Day (che celebra l'anniversario dello sbarco nel 1788 della prima flotta di navi britanniche in New South Wales), il clima misto è confermato dalla perdita limitata a circa lo 0,10% per l'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è poco mosso come lo è lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,44% (fa meglio l'indice più ampio Topix, deprezzatosi comunque dello 0,25%). Sul fronte macroeconomico, l'indice anticipatore del Giappone è salito in novembre a 103,2 punti dai 101,5 punti della lettura finale di ottobre, contro i 103,0 punti del dato flash. In dicembre il Corporate Services Price Index (Cspi, l'indice dei prezzi dei servizi alle imprese) è invece cresciuto in Sol Levante dell'1,1% annuo come in ottobre e novembre (1,0% in settembre).

Nell'edizione di gennaio del suo World Economic Outlook Update, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha rivisto dal 5,6% al 4,8% la stima di crescita del Pil della Cina nel 2022 a causa dell'impatto delle politiche di tolleranza zero di Pechino nella gestione della pandemia e del "previsto stress finanziario" per colossi del settore immobiliare come China Evergrande. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano lo 0,66% e lo 0,72% rispettivamente, contro il progresso dello 0,70% dello Shenzhen Composite. In negativo Hong Kong: a meno di un'ora dallo stop alle contrattazioni l'Hang Seng si muove comunque poco sotto la parità (e l'andamento è simile per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China). Contrazione dello 0,41% per il Kospi di Seoul.

(RR - www.ftaonline.com)