Settembre non inizia con il piede giusto per l’economia italiana, con rendimenti sui BTP decennali che raggiungono il 4%, e lo spread tra BTP e Bund tedeschi torna a crescere raggiungendo il picco di 240 punti base.
Cattive notizie anche per i mercati finanziari, in particolare per Piazza Affari che, in linea con gli altri listini europei, vede in rosso tutti i propri indici.
Indici in perdita a Piazza Affari
La maggior parte dei ribassi registrati a Piazza Affari superano il punto percentuale e in alcuni casi prossimi al 2%, come nel caso dell’indice Star in perdita dell’1,8% seguito a ruota da Mid Cap in perdita dell’1,63%. Più contenute le perdite per All Share in calo dell’1,29% seguito a ruota da FTSEMib in calo dell’1,26%.
Tra gli indici in calo figurano anche ENI, MPS e BPER.
Per quanto riguarda ENI, il titolo è in calo dell’1,13%. Pesano sulle azioni della società i 340 milioni di euro, che si aggiungono ai 220 milioni già versati, per un totale di 560 milioni versati la tassa del 25% sugli extraprofitti.
In calo anche le varie istituzioni bancarie, MPS e BPER per prime, con perdite rispettivamente del 2,27% e 1,89% causate in larga parte dall’alta probabilità che la BCE varerà nuovi aumenti sui tassi di interesse.
Tra i principali titoli in controtendenza, particolarmente significativa è la posizione di Telecom Italia unico titolo ad aver registrato un guadagno superiore all’1%, che registra un +1,55%.
La prospettiva di una recessione
La prospettiva di una recessione per l’italia è sempre più forte, alimentata non solo dai risultati negativi dei mercati finanziari, ma anche e soprattutto dalla crescente inflazione che, alimentata dalla crisi energetica, ha superato il 9,1%, a questo si aggiunga la possibilità, sempre più concreta di nuovi aumenti nei tassi di interesse da parte della BCE che dovrebbero arrivare dopo la riunione dell’8 settembre, dove la linea dei falchi del nord europa, propende per incrementi nell’ordine dell1%.
A questo si aggiunga l’assedio degli Hedge Fund internazionali che, da diverse settimane, stanno investendo contro l’economia italiana con vendite allo scoperto, ed il risultato è una costante perdita di stabilità dei titoli di stato.
Il rendimento dei BTP decennali ha raggiunto il 4% e lo spread tra BTP e Bund tedeschi ha raggiunto il picco di 240 punti base per poi assestarsi, almeno temporaneamente, a 238 punti base.
Inflazione ed energia
L’aumento dell’inflazione è un fenomeno globale, che riguarda non solo l’Italia e più in generale l’Europa, ma anche il resto del mondo.
Tra le ragioni a monte dell’aumento dell’inflazione figurano vari scenari e, per quanto riguarda Italia ed Europa, uno dei fattori principali è legato alla crisi energetica.
La crisi energetica che sta interessando l’Europa, per molti analisti, è tra le ragioni principali dell’attuale crisi finanziaria e dell’aumento dell’inflazione. Nello specifico, l’aumento del prezzo delle risorse energetiche, in particolare del Gas Naturale russo, che giunge in Europa in quantità sempre più contingentate e ad un prezzo sempre più alto, si riflette sull’intera economia europea in modo esponenziale.
Per essere più precisi, il caro energia interessa tutte le fasi della filiera economica, dal recupero di materie prime, al trasporto delle stesse, per poi interessare la loro lavorazione, il trasporto dei prodotti finiti ed i costi di mantenimento di magazzini e punti vendita.
In altri termini, l’aumento del costo dell’energia provoca un aumento esponenziale dei prezzi e questo provoca un inevitabile aumento dell’inflazione che, come anticipato, ha raggiunto il massimo di 9,1% , ampiamente sopra il limite massimo accettato dalla BCE fissato al 2%.