Fim Cisl: Elica è la punta di un iceberg della crisi del settore

"In oltre 700 hanno manifestato questa mattina contro la chiusura dello stabilimento Elica diCerreto D'Esi e la delocalizzazione del 70% delle produzioni.

"In oltre 700 hanno manifestato questa mattina contro la chiusura dello stabilimento Elica diCerreto D'Esi e la delocalizzazione del 70% delle produzioni. Con i lavoratori del GruppoElica, hanno manifestato anche i lavoratori della Whirlpool, Faber, Elctrolux e di tuttol'indotto dell'elettrodomestico, contro la scelta inaccettabile del Gruppo di delocalizzare laproduzione delle Marche in Polonia, lasciando a casa 409 lavoratori su 509 in forza nel sito". Così una nota odierna del segretario nazionale FIM CISL Massimiliano Nobis che ha aggiunto: "Una motivazione che non trova ragioni, soprattutto alla luce di investimenti effettuati suRicerca e Sviluppo concentrandosi su prodotti delocalizzati nello stabilimento polacco, ascapito degli stabilimenti marchigiani tralasciando anche la formazione professionale. Temapiù volte richiamato e sollecitato dal sindacato".

"Quella del Gruppo Elica - conclude il comunicato odierno - purtroppo è solo la punta dell'icerberg di un settore, quellodell'elettrodomestico, e di tutta la sua filiera che va: dall'elettronica, all'industria del mobilee del design, che dalle Marche alla Campania sta mostrando delle fragilità che non possiamopermetterci. Una filiera che va assolutamente sostenuta chiediamo al governo un impegnoconcreto. Bisogna risolvere da subito le situazioni di crisi aperte ormai da troppi anni epolitiche di sostegno e investimenti per il rilancio di settore importante per il Made In Italye l'occupazione del Paese".

(GD - www.ftaonline.com)