Quali sono le migliori soluzioni e strategie per poter investire in titoli di stato e obbligazioni? Gli investitori e gli strategist si dividono in due approcci, da un lato chi preferisce tassi più alti e investimenti a lungo termine, dall'altro chi punta su una maggiore sicurezza, preferendo tassi più bassi e stabili, nel breve periodo convinti che il picco dei tassi d'interesse sia stato raggiunto e attende un inversione di marcia da parte delle banche centrali.
L'impatto dei tassi di riferimento sui titoli di stato
con la riunione della BCE di giovedì 14 settembre è stato attuato un nuovo incremento dei tassi di riferimento della banca centrale, portando il tasso principale al 4,5% e quello sui depositi al 4%, una scelta dettata dal desiderio della BCE di riportare l'inflazione al livello target del 2% e arrestare la crescita registrata nell'ultimo anno. Tuttavia, come osservano alcuni esperti e critici della strategia adottata dalle banche centrali, l'aumento dei tassi d'interesse ha come principale effetto collaterale un rallentamento generale della crescita e dell'economia dei singoli paesi, rallentamento che è stato documentato in tutta Europa e che ha impatti maggiori sui paesi con debito elevato, come ad esempio l'Italia, producendo un incremento dei rendimenti dei titoli di stato e una contrazione nel loro valore di mercato.
Non solo BTP italiani, ma anche Bund tedeschi e altri titoli europei hanno subito la stessa sorte e nell'ultima settimana dei settembre, i Bund decennali tedeschi hanno raggiunto un tasso di rendimento del 2,8%, un livello prossimo al 3% che li ha resi particolarmente interessanti per gli investitori internazionali, a discapito dei più "redditizi" titoli italiani il cui rendimento al 4,7% ha raggiunto la soglia di rischio.
Negli USA invece, dove la FED ha sospeso ancora una volta l'incremento dei tassi di riferimento, è stato registrato un primo segno di contrazione dei rendimenti dei Treasury con scadenza a 10 anni, il cui rendimento è sceso al 4,5%.
Vantaggi e svantaggi di obbligazioni a lungo termine
Le obbligazioni a lungo termine hanno mediamente un tasso di rendimento più alto rispetto ad obbligazioni con scadenza a breve e medio termine, questa particolarità è dovuta al fatto che nel lungo periodo le oscillazioni e le variazioni nell'economia possono cambiare profondamente, pertanto, anche se più redditizi e generalmente a con un basso livello di rischio, i titoli a lungo termine appaiono più rischiosi. Inoltre, un titolo a lungo termine, richiede la necessità di vincolare il capitale investito per un lungo periodo e, anche se i titoli di stato sono generalmente liquidati alla pari, pertanto vi è la garanzia statale di recuperare il capitale investito alla scadenza del titolo, soprattutto per i piccoli risparmiatori, mantenere bloccate elevate somme di denaro, può risultare problematico e, in caso di vendita del titolo sul mercato secondario, potrebbero incorrere in perdite considerevoli a causa delle quotazioni più basse dei suddetti titoli.
Vantaggi e svantaggi di obbligazioni a breve e medio termine
Di contro, le obbligazioni a breve e medio termine, presentano mediamente rendimenti più bassi, ma più stabili, si tratta di titoli meno volatili, la cui quotazione è più stabile, pertanto, la cessione anticipata potrebbe causare perdite più contenute, inoltre, avendo scadenza a breve e medio termine, queste obbligazioni rappresentano un impegno minore per i piccoli risparmiatori che possono beneficiare dei vantaggi di queste obbligazioni e recuperare il capitale investito nel breve periodo.
Il BTP Valore
Nel 2023 MEF ha progettato una nuova tipologia di titoli di stato, classificati come BTP Valore, si tratta di obbligazioni non indicizzate, il cui rendimento è progressivo e presentano numerose agevolazioni per gli investitori che manterranno il titolo fino alla scadenza, sono inoltre riservate ad investitori individuali.
L'obbiettivo di queste obbligazioni è quello di preservare i risparmi degli investitori italiani e allo stesso tempo, con la promessa di un premio finale, incentivare il mantenimento delle obbligazioni, garantendo alle obbligazioni stesse una maggiore stabilità nelle quotazioni.
Il successo di BTP Valore
La prima tranche di emissione del BTP Valore ha permesso al MEF di raccogliere oltre 18 miliardi di euro, segnando quello che è stato definito dal ministero come il "risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto, ma anche per numero di contratti registrati, 654.675, in un singolo collocamento di titoli di Stato per i piccoli risparmiatori".
Con queste premesse, il MEF e il dipartimento del tesoro, attendono risultati positivi anche per la seconda tranche di emissione di BTP Valore in calendario tra il 2 e il 6 ottobre 2023.
Il BTP Valore che verrà collocato a partire dal 2 ottobre con ISIN IT0005565392 avrà, come annunciato dal MEF scadenza a 5 anni, un premio fedeltà lo 0,5%, ovvero un premio extra che verrà pagato agli investitori che manterranno il titolo dalla sua emissione alla scadenza. Il titolo inoltre prevede il pagamento di cedole trimestrali, con un rendimento lordo annuo al 4,10% per i primi 3 anni, che saliranno al 4,5% nell'ultimo biennio di vita dell'obbligazione. Il titolo godrà inoltre di tassazione agevolata al 12,5%.
Investire sul reddito fisso
Sono sempre di più gli italiani che hanno scelto di investire sul reddito fisso e obbligazioni come il BTP Valore, per via delle ottime prospettive di rendita, i bassi rischi e l'impegno economico relativamente basso. BTP Valore è collocato sul mercato a circa 100€ e può essere acquistato individualmente, tramite poste, banche o servizi di home banking, con lotti minimi a partire da 1000€, condizioni che rappresentano un investimento poco impegnativo in grado di restituire rendimenti non trascurabili.
Avendo rendimenti non indicizzati, quindi, non dipendenti da particolari indici di riferimento, il BTP Valore permette di aggirare le incertezze del mercato, soprattutto in un periodo di transizione in cui l'inflazione è ancora molto alta, così come lo sono i tassi di riferimento della BCE che tuttavia, secondo alcuni esperti, potrebbero aver raggiunto il picco e stabbilizzarsi o addirittura invertire marcia nel corso del 2024.