L'Angolo del Trader

Fari puntati su Generali che, secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore, potrebbe investire pesantemente (circa due miliardi di euro) sul mercato assicurativo della Russia.

Fari puntati su *Generali *che, secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore, potrebbe investire pesantemente (circa due miliardi di euro) sul mercato assicurativo della Russia. Tra i potenziali obiettivi ci sono Vtb Insurance, Rosgosstrakh e soprattutto RESO-Garantia, compagnia fondata nel 1991 Sergey Sarkisov e di cui Axa detiene il 38%. L'operazione sembra coerente con le dichiarazioni del CEO del Leone di Trieste, Philippe Donnet, secondo cui il periodo post-Covid potrebbe presentare ottime opportunità di crescita. Il momento pare favorevole per Generali che la scorsa settimana ha toccato in borsa i massimi da febbraio 2020 grazie a risultati dello scorso esercizio migliori delle attese. I premi lordi sono saliti dello 0,5% a 70,7 miliardi di euro (consensus 69,973), il risultato operativo ha fatto segnare +0,3% a 5,2 miliardi (5,148), l'utile netto è sceso del 34,7% a 1,744 miliardi (1,748) a causa di "one-off e svalutazioni sugli investimenti, principalmente nel primo semestre 2020", mentre l'utile netto normalizzato è sceso del 12,7% a 2,076 miliardi (1,931). Il dividendo proposto ammonta a 1,47 euro per azione, in due tranche rispettivamente pari a 1,01 (0,97) e 0,46 euro, la seconda "relativa alla parte del dividendo 2019 non distribuita, sarà pagabile a partire dal 20 ottobre 2021". Per quanto riguarda la guidance il management "conferma l'obiettivo di una crescita annua composta 2018-2021 degli utili per azione tra il 6% e l'8%. Si prevede inoltre un RoE atteso del 2021 maggiore del 11,5% (7,7% nel 2020, ndr), e un obiettivo di dividendi cumulati 2019-2021 tra € 4,5 e € 5 miliardi, subordinatamente al contesto regolatorio". L'analisi del grafico di Generali mette in evidenza l'accelerazione delle ultime settimane e il conseguente avvicinamento all'ex supporto a 17,50 euro. L'eventuale superamento di questo ostacolo proietterebbe le quotazioni verso il massimo pluriennale del novembre 2019 a 19,63, resistenza strategica di lungo periodo in quanto coincidente con il lato alto della fascia laterale in cui i prezzi si muovono dal 2008. Una vittoria su questo riferimento anticiperebbe estensioni verso 22-23 almeno. Discese sotto 16,60-16,70 creerebbero invece le premesse per fisiologiche correzioni in direzione di 15,90 e 15,40.

*El.En. *balza sui massimi da gennaio 2020 in scia ai risultati dello scorso esercizio. Ricavi in crescita dell'1,8% a 408,1 milioni di euro, risultato netto a 20,3 milioni da 26 milioni nel 2019. Per il 2021 il gruppo prevede "una crescita superiore al 10%, con un miglioramento del risultato operativo ed auspicabilmente anche della redditività operativa". Sotto il profilo grafico El.En. ha inviato un segnale di forza degno di nota con la rottura in accelerazione dei massimi di febbraio a 30 euro. Il titolo ha toccato un massimo a 33,55 euro, avvicinandosi al lato superiore del canale che sale dallo scorso ottobre a 34,30 circa e ai massimi di dicembre 2019 a quota 34,78. Il confronto con questi riferimenti sarà determinante per valutare l'evoluzione dei prezzi nel medio lungo termine. In quel caso l'ampia fase laterale disegnata dai top del 2017 si dimostrerebbe un rettangolo, aprendo spazi di crescita almeno verso area 46. Il ritorno sotto area 30 vanificherebbe invece i recenti progressi ma solo sotto area 26,90 la flessione assumerebbe toni preoccupanti.

*Marr *in netto calo dopo il report di Kepler Cheuvreux. La raccomandazione passa da "buy" a "hold" con target confermato a 20,50 euro. Ridotte del 16% le stime di utile per azione 2021. Banca Akros invece ha alzato il prezzo obiettivo di Marr da 20,5 a 21,4 euro e ha confermato il giudizio "accumulate" dopo i risultati 2020. Akros stima una crescita dei ricavi 2021 del 37,7%. Mediobanca Securities ha alzato il target price sul titolo a 18 euro da 15,5 euro e ha confermato il giudizio "neutral". Il titolo è sceso del 3,2% a 18,76 euro, minimo intraday a 18,42 euro. Il ribasso di Marr in realtà non è iniziato lunedì, quando invece ha accelerato nettamente, ma a partire dal massimo della seduta del 9 marzo a 20,80 euro, quando i prezzi hanno incontrato la resistenza critica offerta dal 61,8% di ritracciamento del ribasso dai massimi del settembre 2018. Questa percentuale di Fibonacci fa spesso da discriminante tra una fase di correzione e una vera e propria inversione di tendenza. In altre parole fino a che il 61,8% di ritracciamento non viene superato il movimento che ha portato i prezzi fino a quel livello rischia di dimostrarsi solo una pausa temporanea della tendenza precedente (in questo caso appunto il ribasso dal top di settembre 2018) che resta quindi in forza. La mancata rottura di 20,80 potrebbe quindi avere conseguenze anche nel medio termine e dimostrarsi il punto di arrivo di tutto il rialzo visto negli ultimi mesi. La violazione a 18,20 della media mobile esponenziale a 50 giorni sarebbe un indizio forte in favore del proseguimento del ribasso, con primo target a 17,75, poi a 16,44, minimo di fine gennaio. Dalla tenuta di area 18,20 potrebbero invece nascere rimbalzi verso i 20 euro. Solo una rottura decisa di area 20,80 tuttavia a questo punto metterebbe al sicuro il titolo dalla realizzazione di uno scenario ribassista di medio termine favorendo invece un tentativo di forzare la resistenza di area 21,90.

(SF - www.ftaonline.com)