Ferrari
Nuovo record storico a 213,30 euro per Ferrari in scia ai risultati del terzo trimestre. Ricavi a 1.053 milioni di euro (+18,6% a/a e +15,1% rispetto al trim3 2019), EBITDA a 371 milioni (+12,4% a/a e +19,6% rispetto al trim3 2019), utile netto pari a 207 milioni contro i 171 dell'anno scorso. Il gruppo ha modificato la guidance 2021 peggiorando leggermente la stima sui ricavi (da circa 4,3 miliardi di euro a inferiori o uguali a 4,3 miliardi) e migliorato le previsioni su margini, utile e FCF industriale. Il nuovo a.d. Benedetto Vigna ha dichiarato che la casa di Maranello avrà la sua prima auto totalmente elettrica nel 2025 e che è impegnata per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni entro il 2030. Il manager ha precisato che le attuali dinamiche di mercato sostengono la guidance 2021 "e ben oltre". L'analisi del grafico di Ferrari mette in evidenza che il titolo, grazie ai progressi delle ultime sedute, ha superato il lato alto del canale ascendente in essere da fine 2018-inizio 2019. I corsi potrebbero accelerare verso 224 almeno. Nel brevissimo possiamo osservare che discese sotto 205 creerebbero i presupposti per un test di 193-194, ex resistenze ora supporti decisivi nel breve periodo.
Nexi
Proseguono le vendite su Nexi insieme a quelle sulla concorrente francese Wordline, affossata da una deludente trimestrale. Oggi MF scrive che Nexi sta battagliando proprio con Worldline per aggiudicarsi la divisione merchant acquiring (business legato ai contratti con gli esercenti per i pagamenti digitali) di Eurobank. Le due offerte giunte nei giorni scorsi alla banca greca hanno un valore di circa 300 milioni di euro. La tendenza dei prezzi resta pericolosamente orientata al ribasso dopo la violazione a settembre della trend line tracciata dai minimi di marzo 2020. Il return move visto dal 1 al 26 ottobre fino ai 17,835 euro non è dunque servito a mitigare il segnale ribassista. L'incapacità nel corso della seduta di ieri di stabilizzarsi al di sopra dei supporti a quota 14,80 ha rinvigorito la pressione dei venditori che potrebbe ora proseguire fino al test dei 14 euro almeno. Eventuali reazioni fino a 15,20 andrebbero pertanto considerate una risposta all'ipervenduto in cui sono sprofondati i principali oscillatori grafici. Solo movimenti oltre 15,60 euro potrebbero dunque risultare convincenti e favorire un allungo verso 16,80.
Banca MPS
Banca MPS guadagna terreno martedì in scia alle parole del direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, nel corso di un'audizione presso le Commissioni riunite Finanze di Camera e Senato. Rivera ha dichiarato che il negoziato con Unicredit per la privatizzazione di MPS (il MEF ha il 64% circa) non è stato condotto da una posizione di debolezza: l'impegno era cedere la quota a condizioni di mercato entro fine anno, ma se le condizioni non ci sono non c'è obbligo di concludere. Rivera ha aggiunto che non si attende una procedura di infrazione e che il governo italiano è nella piena condizione di poter discutere con la Commissione Europea. Per concludere, il MEF sosterrà il rafforzamento patrimoniale necessario in un'operazione di mercato. Alessandro Rivera ha anche dichiarato "E' molto probabile che un aumento di capitale sia necessario". Difficile a questo punto trovare un soggetto rilevante capace di accontentare le condizioni di vendita del Tesoro. Secondo il presidente di Fondazione MPS, Carlo Rossi, serve l'intervento di una banca estera. MPS ha archiviato la seduta di martedì con un +1,19% a 1,0245 euro. Per inviare un primo segnale di ripresa il titolo dovrà tuttavia risalire al di sopra di 1,045, minimo del 19 luglio. Solo in quel caso possibile la ricopertura del gap ribassista del 25 ottobre con lato alto a 1,07. Resistenze successive a 1,09, media mobile esponenziale a 50 giorni, e a 1,17, lato alto del canale ribassista disegnato dal top di giugno. Sotto area 1 euro rischio di cali verso la base del canale, a 0,94 euro circa.
(SF - www.ftaonline.com)