Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale venerdì hanno messo a segno una seduta caratterizzata dalle vendite. Il focus degli investitori è stato rivolto al mercato del lavoro USA di gennaio, il quale si è dimostrato ben più forte delle previsioni. Nel dettaglio, i Non-Farm Payrolls si sono attestati a 517mila unità, sopra le 188mila attese dal consensus. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 3,4% sotto le stime al 3,6% e ai minimi degli ultimi 53 anni.
I salari medi sono saliti dello 0,3% su base mensile e del 4,4% su base annuale. Un mercato del lavoro così forte crea pressioni alla Fed, in quanto rischia di continuare ad alimentare la spirale inflazionistica nel Paese. Sul fronte delle Banche centrali sono da segnalare le parole di Madis Muller, Governatore dell’istituto centrale estone, il quale ha detto che un altro incremento da 50 punti base è necessario a marzo, in modo tale da frenare gli aumenti troppo rapidi dei prezzi. Muller ha anche evidenziato che vi sono dei segnali preoccupanti che indicano come l’inflazione core non stia rallentando.
Pierre Wunsch, Governatore dell’istituto centrale Belga, ha detto che l’Eurotower continuerà ad alzare i tassi anche oltre marzo, con gli aumenti che potrebbero superare le stime del mercato. Se l’inflazione core fosse persistente, un picco al 3,5% “sarebbe il minimo”. In tema di dati macro, i prezzi alla produzione dell’Eurozona sono saliti più delle attese a dicembre, a causa di un aumento dei costi per l’energia. La misurazione si è attestata al +1,1%, oltre le stime degli analisti che vedevano la rilevazione al -0,4%.
I MARKET MOVER
Giornata scarna di dati macroeconomici di rilievo quella odierna. Gli investitori saranno concentrati sulla fiducia degli investitori Sentix (febbraio) e sulle vendite al dettaglio (dicembre) dell’Eurozona.