Credit Suisse non ferma la BCE, oggi focus sull’inflazione dell’Eurozona

Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno dato origine ad una seduta caratterizzata dai rialzi.

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Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno dato origine ad una seduta caratterizzata dai rialzi. Il principale evento monitorato dagli analisti è stato quello relativo alla riunione della BCE. Come da attese, la Banca centrale ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base, eliminando tuttavia i riferimenti alle future mosse di politica monetaria. Per l’Eurotower, l’inflazione è destinata a rimanere troppo alta per troppo tempo. L’aggiornamento delle proiezioni dell’istituto vede un’inflazione al 5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, leggermente meglio rispetto alle previsioni di dicembre.

Le stime sulla rilevazione core sono invece peggiorate per l’anno in corso al 4,6%, mentre sono viste al 2,5% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. Il PIL della zona Euro dovrebbe invece attestarsi all’1% nel 2023 e all’1,6% nel 2024 e nel 2025. Nella sua conferenza stampa, oltre ad aver ribadito diversi elementi già visti, Christine Lagarde ha detto che saranno da tenere sotto osservazione tre fattori: l’outlook sull’inflazione, le dinamiche dell’inflazione core e la trasmissione della politica monetaria.

Per quanto concerne la vicenda Credit Suisse, è da segnalare come l’istituto abbia chiesto alla Swiss National Bank un prestito da 50 miliardi di franchi, oltre al riacquisto di debito per 3 miliardi di franchi. Queste operazioni dovrebbero aumentare la liquidità, calmando gli investitori. Lato dati macroeconomici, le richieste di sussidi di disoccupazione in USA si sono attestate a 192mila unità, sotto il consensus Bloomberg di 205mila unità e sulle precedenti 212mila (rivisto).

I MARKET MOVER

Oggi gli operatori saranno concentrati su alcuni dati macroeconomici di rilievo per l’Eurozona e gli Stati Uniti. Per l’area euro si attendono i dati dell’inflazione (febbraio) mentre per gli USA la produzione industriale (febbraio), Leading Index (febbraio) e la fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan (marzo).

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