FMI taglia stime di crescita 2022 con guerra in Ucraina

Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita economica del 2022, a causa del conflitto tra Russia e Ucraina che lascerà il segno soprattutto nelle economie dell’Eurozona.

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Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita economica del 2022, a causa del conflitto tra Russia e Ucraina che lascerà il segno soprattutto nelle economie dell’Eurozona. Tra le più colpite vi saranno, in particolare, Italia e Germania a causa della loro forte dipendenza dalle importazioni di energia da Mosca. È questo lo scenario tracciato dal FMI nel World Economic Outlook aggiornato in occasione delle assemblee primaverili. Per il 2022 l’istituzione stima una crescita del 3,6% per l’economia globale sia sul 2022 che sul 2023, con tagli di 0,8 punti sul 2022 e di 0,2 punti sul 2023, rispetto alle stime di gennaio. Si tratta di stime più positive rispetto a quelle della Banca Mondiale secondo cui nel 2022 il Prodotto Interno Lordo crescerà del 3,2%, meno del 4,1% previsto inizialmente. Per l’Italia il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime per il 2022 e il 2023, con il PIL atteso crescere quest’anno del 2,3%, -1,5 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio e 0,8 punti in meno rispetto al 3,1% indicato dal governo italiano nel DEF. Il prossimo anno la crescita si ridurrà ancora all’1,7%, un rallentamento che continuerà, con una crescita che scenderà fino ad assestarsi ad un +0,5% nel 2027. Nonostante la frenata, il tasso di disoccupazione per il Belpaese è previsto scendere dal 9,5% del 2021 al 9,3% del 2022. In calo anche il deficit, previsto al 6% nel 2022 dopo aver toccato il 7,2% nel 2021. Il debito pubblico è atteso al 150,6% del PIL quest’anno e al 148,7% il prossimo. Segnaliamo inoltre che S&P Global Ratings ha confermato il rating dell’Italia a BBB/A-2 con outlook positivo.

Indici IFO sotto la lente

Nella giornata odierna gli operatori dei mercati finanziari saranno concentrati su alcuni dati macroeconomici importanti per Germania e Stati Uniti. Durante la mattina gli investitori monitoreranno gli indici IFO (fiducia delle aziende) per la Germania, mentre nel pomeriggio il focus passerà agli USA per il Chicago Fed National Activity Index (CFNAI) di marzo e l’indice manifatturiero elaborato dalla Fed di Dallas (aprile).

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