L’oro ancora in attesa di una mano da un dollaro debole

Il dollaro è sempre più debole conseguentemente al persistere delle sofferenze dell’amministrazione Trump.

  • L’oro incontra resistenze verso l’alto nell’offerta dei beni rifugio.
  • Il dollaro è sempre più debole conseguentemente al persistere delle sofferenze dell’amministrazione Trump.
  • Il tasso di cambio oro-dollaro nel breve periodo dipende dal FOMC.

L’oro, ancora una volta, sta sperimentando la fascia alta dell’attuale intervallo di valutazione a 20 dollari.  E’ una conseguenza dell’attacco terroristico di ieri a Manchester che, insieme alla turbolenza politica di Washington, lo sostiene.

I driver sottostanti alla domanda sono, ancora una volta, i rendimenti dei titoli e il dollaro: entrambi infatti sono usciti indeboliti in seguito a questi recenti sviluppi. E questo è particolarmente significativo in territorio statunitense, dove le speranze  legate alla messa in atto delle politiche di crescita promesse da Trump stanno indietreggiando in seguito al Russia gate.

Un’importante fonte di approvvigionamento, nelle ultime settimane, sono state le scommesse degli hedge fund sulla rapida riduzione dei future rialzisti. Nonostante il crescente clima di incertezza politica, i fondi hanno continuato a ridurre la loro esposizione fino alla settimana terminata il 16 maggio; anche le posizioni nette corte sull’argento sono passate da un livello record a un minimo da 16 mesi in sole cinque settimane.

Alcune vendite dei fondi sono state tamponate grazie a una domanda stabile, e nel caso dell’argento crescente, attraverso gli ETP.