BCE preoccupata dalle criptovalute: Web3, un pericolo per la finanza tradizionale

Europa instabile, punta il dito contro le criptovalute definendole al pari del "Far West" e decide di adottare nuove regole per mitigare il rischio.

Crescita incredibile, volatilità eccessiva e innovazione finanziaria: ecco i fattori preponderanti che accompagnano le criptovalute.

Attualmente tutto questo continua ad attirare milioni d’investitori da tutto il mondo, con un crescente coinvolgimento degli enti istituzionali, che si dimostrano essere la porta d’accesso anche ai meno esperti del settore.

Questo illumina su quanto sia importante acquisire una migliore comprensione dei potenziali rischi che le criptovalute potrebbero rappresentare per la stabilità finanziaria, fermo restando che le tendenze continuino su questa traiettoria.

Il rischio di gravi crisi finanziarie aumenta in linea con il grado di connessione tra gli asset digitali del Web3 e il settore finanziario tradizionale, l’uso della leva finanziaria e l’attività di prestito.

La BCE non è più disposta a lasciare correre: urge una soluzione comune a tutta l’Europa! È importante colmare le lacune normative e di dati nell’ecosistema delle crypto per mitigare tali rischi sistemici. E bisogna farlo in fretta.

Criptovalute al centro del dibattito politico

Sappiamo tutti quanto le aziende internazionali stiano puntando sempre più al settore delle valute digitali per allargare i propri orizzonti, ma la situazione rischia di sfuggire al controllo.

I Paesi di tutto il mondo sono a lavoro per inquadrare nel modo migliore le criptovalute!

Esse sono attualmente oggetto di un intenso dibattito politico. Ma non solo loro, i diversi settori del Web3 sono sotto analisi costante: tra Bitcoin, Defi, NFT e Stablecoin la lista è lunga.

L’uso frequente delle valute digitali come strumento di speculazione, la loro elevata volatilità e il loro consumo di energia è un fatto che preoccupa.

Ciò solleva anche preoccupazioni in merito al riciclaggio di denaro, all’integrità del mercato e alla protezione dei consumatori e potrebbe avere implicazioni per la stabilità finanziaria che preoccupa molti governi, oggi più che mai.

Investitori immersi nelle crypto nonostante i rischi: perché?

Oggi, dopo alcuni disastri e la dimostrazione che il crash di alcune Stablecoin, piuttosto che società Defi come Celsius, possono fare molto male, non si può più indugiare: bisogna agire!

Nonostante i rischi, la domanda degli investitori di criptovalute è, infatti, costantemente in aumento.

Questo è dovuto alle opportunità percepite di guadagni rapidi e dai vantaggi percepiti dagli investitori istituzionali in merito alla diversificazione del portafoglio.

Inoltre moltissimi provider nel settore dei pagamenti hanno anche potenziato i loro servizi basati sulle monete virtuali, consentendo un accesso anche ai cittadini meno esperti di finanza.

Il mercato delle crypto rappresenta (per dimensioni) solo l’1% di tutta la finanza internazionale, ma, nonostante questo e i ribassi del 2022, sembra avere abbastanza forza per attrarre chiunque, riuscendo a condizionare anche i meno vicino al settore che rischiano grosso se giocano con degli asset così rischiosi.

BCE avverte: norme troppo differenti in Europa

Diversi enti istituzionali stanno valutando l’integrazione delle crypto, ma la BCE ha paura che questo possa portare molti problemi ai cittadini europei.

Innanzitutto le norme sono spesso vaghe e non permettono ancora d’inquadrare per bene tutto il settore, ma, considerando che questo potrebbe richiedere solo un altro pò di tempo, resta il problema della divergenza normativa in Europa.

Mentre il mercato sta piano piano riprendendo la sua ripresa, è impensabile che gli alleati europei non abbiano quanto meno linee guida comuni per l’operatività con le criptovalute.

Questo potrebbe causare divergenze che alla lunga potrebbero trasformarsi in crisi finanziarie che la BCE non vuole affrontare, specialmente ora che l’organizzazione rischia perfino la recessione!

Lagarde preoccupata sul valore reale delle criptovalute

In quest’ottica è la presidente della BCE che si espone con umiltà, esortando tutti gli alleati a prendere provvedimenti rapidi e in sinergia.

Christine Lagarde ammette che criptovalute private (come Bitcoin o Dogecoin per intenderci) non possono essere convertite in denaro pubblico in qualunque momento e sollevano molteplici problemi di natura pubblica e finanziaria, sono un pericolo per gli investitori, soprattutto i meno esperti.

Inoltre la presidente ribadisce che sono asset puramente speculativi, il loro valore reale è assai discutibile considerando che non poggiano su di un sottostante reale, tangibile, che funga da ancora di salvezza.

La preoccupazione per i cittadini traspare dalle parole di Lagarde.

Leggi anche: Criptovalute, 5 lezioni dal primo crac italiano

Nuove proposte dalla BCE

Al momento si stanno vagliando alcune nuove norme comuni a tutta l’Europa all’interno del Parlamento europeo, con proposte da esaminare attentamente prima di attuarle come leggi.

Uno dei parlamentari, Ville Niinisto ha proposto d’introdurre per esempio dei requisiti patrimoniali alla base di una blockchain, oppure di limitare il possesso di Bitcoin o altre crypto da parte delle banche all’1% del capitale base, cosiddetto “Livello 1”.

Tuttavia è ancora alta la preoccupazione della BCE, che si ritrova in un complesso quadro di eventi che, tra inflazione, pericolo di recessione e criptovalute sembra avere ancora molto da fare.

Leggi anche: Criptovalute, crollo o boom? Ecco la verità che devi conoscere su Bitcoin & co

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