Quale fondo di investimento consente di avere la replica

Con la rottura della resistenza storica situata a 20.000 dollari e la propulsione rialzista successivamente realizzatasi, il Bitcoin si appresta a diventare lo strumento finanziario più interessante del 2020.

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Con la rottura della resistenza storica situata a 20.000 dollari e la propulsione rialzista successivamente realizzatasi, il Bitcoin si appresta a diventare lo strumento finanziario più interessante del 2020. In questo momento la quotazione oscilla tra i 26.000 e 27.000 dollari e per la prima volta nella storia abbiamo potuto vedere anche la quotazione sopra i 20.000 euro: come più volte menzionato durante il corso dell’anno la criptosfera ha vissuto un cambio di genetica a seguito della institutional mass adoption di Bitcoin da parte di nuovi attori della finanza mondiale. Non si tratta solo delle Bitcoin Treasuries, ma anche delle investment house tradizionali che hanno deciso di investire nella regina delle criptovalute ritenendola ormai una commodity finanziaria. Durante il 2021 molto probabilmente vedremo nuovi massimi storici assoluti stando alle Bitcoin Price Predictions attese per il nuovo anno.

Di sicuro vedremo anche l’interesse istituzionale per altre criptovalute ad elevata capitalizzazione come Ethereum, Cardano, Chainlink, Stellar, Vechain e così via. Chi vuole investire in Bitcoin senza addentrarsi nelle problematiche informatiche e tecnologiche che connotano qualsiasi detenzione di asset digitali da qualche mese può optare per una variante decisamente più investment friendly ossia un ETC (Exchange Traded Cryptocurrency) collocato da Han ETF con codice di negoziazione BTCE (ISIN DE000A27Z304). Si tratta di un fondo di investimento soggetto alla tipica regolamentazione finanziaria europea che consente di avere una esposizione direzionale positivamente correlata all’andamento della quotazione del Bitcoin, quest’ultimo detenuto e segregato da una terza parte (BitGo Trust) in qualità di custodian esterno. Pertanto lo strumento in questione realizza una replica fisica indiretta ed è facilmente acquistabile e vendibile sul mercato tedesco dello XETRA: il fondo è stato lanciato durante la scorsa estate ed ha già una massa gestita superiore ai 200 milioni di dollari.

Rispetto ad un investimento personale effettivo in Bitcoin si differenzia per l’applicazione di una commissione di gestione annua del 2% e per l’impossibilità di acquistare o vendere le quote del fondo al di fuori dei tipici orari di negoziazione dei mercati azionari, inoltre il NAV del fondo è espresso in dollari americani, pertanto questo espone anche al rischio di cambio nel caso si investa esclusivamente in euro. Chi cercasse ulteriori soluzioni pratiche potrebbe imbattersi anche nel seguente fondo quotato al Nasdaq di Stoccolma denominato XBT Bitcoin Tracker Euro (ISIN SE0007525332) che replica la quotazione del Bitcoin espressa in euro. Attenzione: si tratta nello specifico di un tracker certificate a replica sintetica, il che espone a possibili rischi di insolvenza della controparte come specificatamente menzionato all’interno del KIID che si invita a leggere attentamente prima di investire in uno strumento con tali caratteristiche. Il fondo è un ETP ossia un Exchange Traded Product e possiede una massa gestita ormai vicina al miliardo di euro.

Il TER (Total Expences Ratio) viene applicato al 2.5% su base annua (pertanto risulta anche più oneroso del primo che invece può vantare la replica indiretta e non sintetica). Il vantaggio di investire con uno strumento regolamentato (sia esso a replica indiretta che sintetica) è riconducibile a due aspetti pratici non indifferenti: in prima battuta essendo uno strumento finanziario regolamentato non espone ai rischi tipici di chi investe direttamente in criptovalute. Ad esempio in questo caso un hacker non potrebbe impossessarsi delle quote del fondo in cui avete investito. In secondo luogo il contorto aspetto fiscale di eventuali plusvalenze realizzate con le criptovalute viene completamente bypassato in quanto la plusvalenza realizzata dalla vendita dello strumento è soggetta alla tipica fiscalità che contraddistingue qualsiasi altro strumento finanziario regolamentato: nel caso italiano il prelievo a titolo di imposta è stabilito al 26%.