Bitcoin e G20: cosa hanno detto e deciso i Grandi (e l'Italia)

Il mercato delle criptovalute reagisce bene al comunicato finale del G20, che pur non parlando di "vere e proprie monete" prospetta un ruolo.

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Il mercato delle criptovalute reagisce bene al comunicato finale diramato ieri al termine del G20 di Buenos Aires, che confermando le anticipazioni della vigilia ha dissipato i timori su un imminente accordo multilaterale per regolamentare il settore.

Torna in queste ore sopra i 9mila dollari la quotazione del Bitcoin, che ha recuperato quasi il 24% del suo valore dal minimo di circa di 7300 dollari registrato nel fine settimana proprio in vista dell'appuntamento, ma viaggiano in verde anche tutte le principali altcoin (Ethereum +8,82%,Ripple +2,97%, Bitcoin Cash +7,24%, Litecoin +8,65%, Cardano +16,44%).

Le decisioni del G20

Al conclusione di un G20 dominato dalle discussioni sulle politiche protezionistiche di Trump, i banchieri centrali e i ministri delle Finanze riuniti a Buenos Aires hanno sottolineato come da previsioni, nella breve sezione del documento relativa alle criptovalute, che i nuovi strumenti finanziari digitali sollevano numerosi interrogativi relativi a "protezione dei consumatori e degli investitori e utilizzo per scopi criminali, integrità del mercato, evasione fiscale, riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo".

Ha generato però un certo sollievo il fatto che dal vertice argentino sia emerso un atteggiamento attendista rispetto all'eventualità di un giro di vite sugli investimenti nel settore, e che i Grandi abbiano persino in un certo fornito anche un primo riconoscimento ufficiale di un ruolo positivo delle criptocurrencies - nel documento chiamate "criptoasset" - definendole uno strumento utile per l'economia mondiale pur senza equipararle a vere e proprie monete.