Finanza per tutti: capire le differenze tra crypto e token

Alcuni principianti confondono ancora criptovalute e token, ma adesso vi spiego la differenza e come siano due diversi modi di guadagno da sfruttare subito.

Abbiamo tutti capito che il mondo della finanza si sta dirigendo sempre più verso la decentralizzazione, ma molti cercano di frenare il fenomeno.

Non parleremo di chi possa esserci dietro le quinte o delle dinamiche che possiamo credere avvenire all’interno dei più grandi fondi d’investimento o le famose e potente banche d’affari, ma cercheremo di fare luce sulla differenza tra crypto e token.

Perché? Molto semplice: entrambi rappresentano delle ottime opportunità di guadagno, ma spesso i neofiti o i principianti le credono uguali.

Se leggiamo alcune righe di Coinbase, noto exchange di criptovalute, ci rendiamo conto che un lettore inconsapevole possa credere che non ci sia differenza tra queste ultime e i token:

“In realtà, “token” è solo un altro termine tecnico per “criptovaluta” o “criptoasset”. A seconda del contesto, tuttavia, viene impiegato, in modo sempre più frequente, con altri due significati.”

Fortunatamente la piattaforma chiarisce la possibilità di altri significati, ma molto spesso non si è così chiari sulla rete e si finisce con il credere che la speculazione della Defi (finanza decentralizzata) si basi solo su criptovalute.

La finanza è sempre stata una vecchia nicchia fondata su giacche, cravatte e tanto cinismo, ma oggi si sta sempre più cercando di eviscerarla da questi concetti antiquati. Uno dei modi migliori è sicuramente quello di educare tutti sulla terminologia della finanza nel modo più facile e comprensibile.

Ecco un’altra ragione dietro l’obiettivo di oggi: spiegare appunto l’importante differenza tra crypto e token.

Per fare comprendere l’importanza della loro diversità vorrei citare una notizia di Milano Finanza:

“L’incertezza della situazione al confine tra Russia e Ucraina ha provocato un saliscendi delle quotazioni di tutti gli asset, criptovalute incluse.”

La tendenza ribassista delle criptovalute più in vista come Bitcoin è innegabile, ma se vi dicessi che invece il mercato dei token sta ancora puntando verso l’alto, permettendo lo sviluppo di progetti milionari?

Nelle stesse settimane in cui il conflitto in Ucraina inasprisce il mercato delle criptovalute, si sente parlare di blockchain che realizzano profitti da capogiro sfruttando i token. Una delle tante si legge su Cointext:

“La piattaforma di scalabilità blockchain Polygon ha annunciato il completamento di una vendita di token privati attraverso la quale è stata in grado di guadagnare 450 milioni. L’aumento non è una sorpresa poiché TechCrunch ha rivelato alla fine dello scorso anno che un certo numero di società di venture capital stavano cercando di fornire forza finanziaria a Polygon.”

Ma perché parlare di un intervento così remunerativo a proposito di token, in un momento così difficile per il mercato delle criptovalute? Ebbene perché stiamo parlando di due cose che possiedono proprio una sottile differenza che ora andremo a vedere.

Cos’è in finanza una criptovaluta?

Tutti abbiamo ormai l’abitudine di considerare una criptovaluta come una moneta digitale e in effetti proprio di quello si tratta.

Sul sito di Borsaitaliana, però, viene data una definizione molto semplice e precisa:

“Una criptovaluta è una valuta virtuale che, secondo la definizione di Banca d’Italia, costituisce una rappresentazione digitale di valore ed è utilizzata come mezzo di scambio o detenuta a scopo di investimento. Le criptovalute possono essere trasferite, conservate o negoziate elettronicamente.”

Le transazioni che avvengono poi con queste monete digitali vengono conservate, protette e verificate mediante le famose blockchain, letteralmente “catena di blocchi”.

La particolarità che ha permesso alle criptovalute di spopolare in finanza è proprio questa tecnologia che ne sta alla base e che contraddistingue le valute digitali proprio perché ognuna di esse, in quanto tale, ha la caratteristica di essere supportata da una blockchain del tutto propria.

In alcuni casi, però, alcune criptovalute sfruttano blockchain già esistenti, come Chainlink fa con la blockchain Ethereum insieme a molte altre.

Qui si comincia a delineare la differenza tra crypto e token, perciò passiamo alla definizione del secondo attribuitogli in finanza.

Cos’è in finanza un token, invece?

In pratica si tratta di semplici informazioni digitali basate su blockchain già esistenti, che garantiscono diritti differenti al soggetto che li possiede in base a un contesto ben definito, e il loro valore iniziale viene dato dalla società che li emette.

Al pari di gettoni virtuali, più che monete, questi possono essere utilizzati per svariati scopi: come mezzo d’investimento (security token), come simbolo del possesso di azioni o debiti (equity token), come garanzia di accesso a servizi (utility token) e come mezzo di pagamento (payment token).

I token inoltre vanno divisi in “fungibili” e “non fungibili”, per i secondi si parla dei cosiddetti NFT.

Nella prima categoria rientrano quei token che è possibile scambiare con altri che ne hanno le stesse caratteristiche e, tanto per fare un esempio, esiste a proposito Bat, il token che si appoggia a ethereum, fungendo proprio da criptovaluta.

Nella seconda e più interessante categoria troviamo invece copie digitali di oggetti reali, o semplicemente opere uniche anche solo realizzate al computer, dotate di un codice unico che ne garantisce la proprietà al pari di un certificato vero e proprio.

La finanza trova in questi ultimi una miriade di possibilità e la Cina se ne sta accorgendo, nonostante il bando alle criptovalute, proprio come scritto su IlSole24Ore:

“La Cina mantiene il bando nei confronti di bitcoin, ma apre agli Nft, con il chiaro intento di porre le condizioni per un’industria nazionale dei token non fungibili. Sempre che si tenga lontana dalle criptovalute.”

Ora forse capiamo la ragione dietro la duplice possibilità di guadagnare con questi strumenti della nuova finanza.

Come fare a distinguerle in modo pratico quindi?

Detto in sintesi, possiamo affermare che c’è solo una differenza sostanziale tra criptovalute e token.

Dopo averne parlato separatamente possiamo infatti unire i punti ricordando questo: una criptovaluta nasce grazie all’elaborazione di dati chiamata mining, venendo supportata da una propria blockchain, mentre un token ha bisogno di essere creato basandosi su una blockchain esistente, non può essere prodotto tramite mining.

Da questo abbiamo visto la possibilità di molteplici utilizzi di un token, deducendo che ovviamente questo nasce sulla base di qualcos’altro per l’esigenza di un soggetto che ha bisogno di nuove soluzioni, ma il sistema della criptovaluta mira sempre e solo a sostituire le valute tradizionali.

La criptovaluta nasce come un mero mezzo di scambio insomma, basandosi ovviamente su un sistema altamente innovativo, mentre il token ne sfrutta la tecnologia alla base per altri scopi che possono abbracciare la finanza come molti altri settori.

Sulla Consob il ruolo della criptovaluta risulta chiaro e sintetico:

“La criptovaluta, ove ci sia consenso tra i partecipanti alla relativa transazione, può essere scambiata in modalità peer-to-peer (ovvero tra due dispositivi direttamente, senza necessità di intermediari) per acquistare beni e servizi (come fosse moneta a corso legale a tutti gli effetti).”

Insomma possiamo affermare che sostanzialmente la differenza sta nel fatto che un token può avere il ruolo di una criptovaluta, ma questa non può essere usata al pari di un gettone digitale valido per scopi diversi da quello che prevede una moneta qualunque.

La difficoltà è naturale, ma la differenza è visibile chiaramente a chi fa suo il concetto riuscendolo a semplificare.

Le ragioni dietro la confusione

A questo punto può risultare semplice comprendere le ragioni della confusione creatasi sul web in merito alla terminologia che la finanza utilizza per le due tecnologie della Defi.

La distinzione infatti fatta delle due macro famiglie di token è fondamentale per poter evitare di confondersi ed è stato proprio a Milano che si è suggerito di fare una separazione netta tra i due.

Su Wall Street Italia ecco cosa si scrive in merito:

“A poter causare confusione è il fatto che alcuni token sono effettivamente utilizzati come forma di pagamento. Per questo l’Osservatorio del Politecnico di Milano invita a fare una distinzione, quella fra token fungibili e token non fungibili.”

Sono abbastanza ottimista nel credere che ora sia chiaro come token e criptovalute siano diversi tra di loro, capendo come sia stato possibile confonderli sino a questo momento.

Ecco perché, dopo aver capito le differenze sottili e quella più sostanziale tra le due terminologie, dovremmo riuscire a cogliere maggiormente le opportunità disponibili che prima ci potevano sembrare legate solo al concetto di “valute digitali”.

Opportunità di guadagno con la nuova finanza!

In generale, da una parte abbiamo una moneta digitale che è possibile acquistare e con cui possiamo comprare alcuni beni e servizi, utilizzandola quasi alla stregua di una valuta fiat.

Anche se tutti ormai sappiamo che il valore delle criptovalute è dato soprattutto dall’opportunità dei guadagni derivanti dalla speculazione possibile con esse. Un esempio su Wall Street Italia delle possibili cifre relative a Solana, quindi non per forza Ethereum o Bitcoin di cui si parla sempre, può lasciare esterrefatti:

“Se aveste investito 1.000 dollari nella criptovaluta Solanaad inizio del 2021, quando una moneta costava 1,53 dollari, il vostro investimento sarebbe cresciuto a circa118.418 dollarial prezzo di martedì di 181,18 dollari.”

Dall’altra parte invece abbiamo i token, una nuova tecnologia che sta rivoluzionando il concetto di aziende e business e che può letteralmente trasportare sul web e monetizzare qualunque cosa.

Il vantaggio è limitato solo dalla vostra immaginazione, ma ricordate sempre che, mentre voi riflettete, altri stanno già agendo.

La banca d’affari JP Morgan infatti sta investendo su Decentraland e i suoi token che rappresentano terreni del mondo fisico all’interno di un metaverso ricreato alla perfezione e, se lo fa un’istituzione come questa, perché non buttarci nella mischia?

L’opportunità non è rappresentata più solo dalle criptovalute, adesso ci sono anche i token. Due vie per lo stesso traguardo: profitto!

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