Ethereum, decentralizzazione prossima al fallimento? Ecco il peggiore difetto del Merge

Ethereum è stato molto chiacchierato a causa del Merge avvenuto questo settembre, ma sembra che alcune critiche gli siano state rivolte immediatamente dopo: la crypto sembra non essere poi così decentralizzata, o perlomeno prossima a perdere questa qualità.

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I trader di tutto il mondo hanno tra le mani una sorta di bomba ad orologeria che potrebbe scoppiare in ogni momento o forse non farlo mai. Si tratta delle criptovalute.

Tra investitori pro e contro, il settore si è evoluto in modo innegabile, offrendo a tratti le opportunità di una vita, ma talvolta rovinandone anche un bel po'.

Si tratta di un mercato poco prevedibile, che non segue le logiche tradizionali che da sempre hanno (più o meno) regolato gli asset finanziari e che potrebbe balzare alle stelle o crollare improvvisamente.

Protagonista delle ultime discussioni tra le crypto community è stato Ethereum.

La criptovaluta N.2 al mondo sembra avere perso molto terreno a seguito del Merge, ma, cosa ancora più grave, viene sempre più accusata di avere perso una delle qualità fondamentali che hanno favorito le valute digitali negli anni: la decentralizzazione.

Ma cerchiamo di capire meglio alcune opinioni del web a riguardo.

Cos'è la decentralizzazione?

Se pensiamo a enti come le Poste Italiane o banca Unicredit, possiamo affermare che si tratta di realtà fortemente centralizzate.

Lo stesso vale per i colossi del web come Amazon o Google: si tratta di realtà aziendali o istituzionali che fanno capo a un gruppo o una figura specifica.

Per decentralizzazione, invece, s'intende un'infrastruttura slegata dal controllo di una o più parti, regolata pertanto solo da codici (nel caso delle blockchain) o da accordi progettuali che non possono essere influenzati da un ente centrale.

Le criptovalute sono state da sempre fondate su questo concetto.

Qual è  la criptovaluta più decentralizzata al mondo?

Al mondo ci sono ormai migliaia di criptovalute e non tutte sono riuscite a raggiungere lo stesso grado di decentralizzazione.

Ma se dovessimo prendere in esame le prime due crypto, quale tra Bitcoin ed Ethereum è più decentralizzata?

Attualmente le transazioni di ETH sono superiori mediamente a quelle di BTC, apparentemente meno sfruttato, ma non c'è dubbio sul fatto che Bitcoin sia la crypto più decentralizzata!

Vero è che ETH risulta fondata sulla possibilità di eseguire i cosiddetti "smart contract" e transazioni tra utenti senza la regolazione di un'autorità centrale, ma sembra che la blockchain di Vitalik Buterin stia riscontrando alcune criticità nell'ultimo periodo.

E purtroppo anche il prezzo ne ha risentito.

Trend ribassista: cosa succede a Ethereum?

Non si può dire che il panorama sia rialzista, questo è certo. Mentre moltissimi trader si affannano a dire che è un ottimo momento per acquistare ETH, altri utenti esperti del Web3 affermano che la discesa potrebbe non arrestarsi e acquistare in un momento così incerto potrebbe risultare disastroso.

Solo nell'ultimo mese, Ethereum ha perso il 9,90%, attestandosi al prezzo odierno di 1.258,58 USD.

Dopo il celebre Merge, infatti, sembra che la crypto non abbia avuto particolari risvolti rialzisti e gli investitori, probabilmente soffrendo le decisioni della Fed riguardo la politica monetaria, non sembrano interessati a una criptovaluta che potrebbe non aiutare contro l'inflazione o addirittura non essere poi così decentralizzata.

Proprio per questo motivo, le crypto community si stanno interrogando non poco su qualità fondamentali che forse la crypto N.2 al mondo potrebbe non avere più.

Ethereum è davvero decentralizzata?

Per fare sì che le criptovalute non siano soggette al controllo di enti centrali, serve una ripartizione omogenea della quantità di valuta digitale in oggetto.

Tuttavia ci sono diversi siti dedicati dove è possibile osservare come circa il 30% di Ethereum sia posseduto da gruppi che detengono più di 100 ETH nei loro portafogli digitali!

Questo è poi aggravato dal nuovo sistema di convalida che il 15 settembre è stato sancito per la blockchain di Vitalik Buterin.

L'avvenuto passaggio di Ethereum, infatti, a Proof-of-Stake (PoS) solleva ulteriori domande. Poiché la rete PoS richiede ora ai validatori di avere un minimo di 32 ETH, ha effettivamente rimosso gli utenti più piccoli dal sistema di convalida.

Una cosa che ovviamente non piace a moltissimi utenti che si vedono privati dell'opportunità che le ricompense della rete rappresentano, considerando anche che tutto il network rischia così di essere solo in mano ai più ricchi!

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Dopo il Merge, la situazione rischia di peggiorare

Si tratta dell'aggiornamento forse più importante di Ethereum, ma ci sono stati dei contraccolpi non indifferenti.

Il Merge ha spinto ETH sempre più nelle mani dei pochi, escludendo molti di coloro che speravano in una rete più alla portata di tutti.

Per fare un esempio, Lido Finance rappresenta uno dei maggiori detentori di Ethereum, ma possiede un modello finanziario in cui i premi di staking ricevuti dal pool non vengono inviati agli utenti così come sono.

Piuttosto, Lido conserva tutti i premi e invia invece stETH ai deleganti, il che tecnicamente rende Lido un titolare ETH centralizzato che può usarlo in seguito senza il consenso degli utenti. Con la crypto non in stake che viene bruciata e le ricompense a un solo ente, il decentramento di ETH viene messo in discussione, non credete?

Non possiamo fare altro che tenere gli occhi aperti e sperare che il team del CEO Buterin porti qualche miglioria nel sistema.

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