Fallita Signature Bank: dall’apertura alle crypto al disastro bancario degli USA

Nelle ultime settimane gli USA hanno fatto molto parlare di sé e ora lo fa anche Signature Bank con il suo fallimento.

Negli ultimi giorni moltissimi investitori saranno stati prede del panico diffuso.

Un evento del genere d’altronde non succede spesso e, quando accade, purtroppo porta con sé una miriade di ripercussioni, dentro e fuori dal mercato.

Signature Bank è ufficialmente fallita in data 12 marzo 2023.

Per chi non lo sapesse, però, il crollo della famosa banca statunitense non è imputabile all’inflazione, la crisi energetica o altro, quanto piuttosto alle criptovalute e al mondo degli asset digitali.

Ma com’è possibile che una banca così grande degli USA sia crollata a causa del Web3? Possibile che abbia investito così tanto in esso?

Ebbene la realtà è un pò più complessa, ma, se mi seguite capirete in breve cosa è accaduto realmente.

Chi era Signature Bank?

Uno dei pilastri della finanza statunitense.

Signature Bank è una famosa banca degli USA ed è profondamente interconnessa con il sistema finanziario statunitense.

Si tratta di un istituto bancario con più di 2000 dipendenti, 110 miliardi in attività e più di 40 sedi sparse tra New York, Connecticut, California, Nevada e North Carolina.

La banca è stata creata nel 2001 e da quell’anno è cresciuta in modo costante.

Negli ultimi anni si era anche affermata per essere stata protagonista nel finanziamento e lo sviluppo di startup e banche legate al mondo crypto.

Tuttavia le cose non sono andate a finire affatto bene.

Signature Bank e le criptovalute

Insieme a Silvergate Bank anche Signature Bank aveva aperto le porte di casa alle criptovalute.

SB in particolare è nell’occhio del ciclone dall’inizio dell’anno.

La compagnia, infatti, si è sempre dimostrata crypto-friendly, con partnership che hanno coinvolto Coinbase Exchange, Paxos Trust, Bitgo e Celsius.

Come sappiamo, però fatta eccezione per la prima e la terza, le altre due elencate hanno avuto diversi problemi.

Cominciamo con Celsius, in fallimento, per poi continuare con Paxos Trust, a cui è stato obbligato dalla SEC di sospendere l’emissione di Binance USD, la celebre Stablecoin.

Questo ha sicuramente minato la banca statunitense, ma non è stato questo a farla crollare. Si tratta di un’altra banca. Anzi due.

Silicon Valley Bank e Silvergate falliscono

Il sistema bancario di un Paese è fortemente interconnesso.

Non è sempre un caso che alla caduta di un istituto bancario ne possa fare seguito un altro.

Il 9 marzo 2023, Silvergate Bank dichiara fallimento a causa della perdita di $1 miliardo dopo il fallimento del crypto exchange FTX con circa 8 miliardi di prelievi.

Dopo questo caso, esattamente il giorno dopo ecco il fallimento della Silicon Valley Bank!

Per chi non fosse aggiornato, la banca è stata chiusa per insolvenza e liquidità inadeguata, scatenando il panico più assoluto tra i suoi clienti.

Silicon Valley Bank infatti era la 16° banca degli USA per capitalizzazione con un portafoglio di +200 miliardi di USD.

Il suo crollo ha così innescato un’altra corsa agli sportelli della Signature Bank.

Signature Bank, il fallimento

Ovviamente gli eventi si sono susseguiti a causa del panico generato da diversi fattori, tra cui sicuramente l’aumento dei tassi d’interesse.

Tuttavia questo ha di fatto innescato la fine della Signature Bank.

I regolatori hanno posto fine all’istituto proprio il 12 marzo, dopo che i suoi clienti avevano prelevato miliardi in seguito al crollo di SVA.

Anche le azioni di Signature sono affondate nel suo ultimo giorno di negoziazione, spingendole fino a $70, prima che la banca venisse chiusa. Il suo crollo ha segnato il terzo più grande fallimento bancario nella storia degli Stati Uniti.

Le autorità hanno poi dichiarato che Signature Bank è stata chiusa per proteggere i clienti e la FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation) è stata nominata curatore fallimentare della banca.

Un altro brutto colpo per l’economia USA.

Effetti collaterali dopo SB?

Il sequestro da parte dei regolatori è avvenuto lo stesso giorno del fallimento.

Su scala più ampia, i fallimenti di Signature e SVB hanno suscitato preoccupazioni per la stabilità del sistema bancario statunitense. Il calo della fiducia degli investitori ha fatto sì che le azioni subissero perdite significative di valore di mercato presso le banche regionali e le grandi banche.

Il sentiment dei consumatori è negativo a causa dei recenti fallimenti bancari a catena!

Questo ha spinto poi le autorità ad attuare una politica anti-crypto.

Perché? In generale le criptovalute sono ritenute la radice del problema, a causa dell’esposizione degli istituiti e a quanto causato dal crollo delle società crypto come FTX.

Questo potrebbe portare il governo statunitense e la SEC ad attuare una politica ancora più asfissiante nei confronti degli asset digitali.

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E i clienti Signature Bank?

Fortunatamente sembra che il caso si sia mosso velocemente per il bene dei depositari.

Il 13 marzo, infatti, i conti dei clienti sono stati automaticamente trasferiti alla nuova banca ponte gestita dalla FDIC, chiamata Signature Bridge Bank.

I depositari possono continuare a utilizzare gli stessi assegni, carte di debito e bancomat che utilizzavano prima del fallimento della banca.

Sarà il destino di tutte le banche legate alle criptovalute?

Sembra che per il momento gli Stati Uniti abbiano creato un fondo da 25 miliardi per salvare gli istituti bancari in difficoltà. Vedremo se avrà un effetto positivo!

Leggi anche:”BUSD è nei guai con la SEC: le Stablecoin non più considerate criptovalute

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