Genesis, bancarotta imminente? SEC denuncia perfino la vendita di titoli non registrati

Nel 2023 solo i più forti e trasparenti sopravvivranno, soprattutto nel settore crypto: Genesis portrebbe davvero non farcela. A rischio +300.000 investitori.

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Non è un segreto che il 2022 si sia dimostrato un anno difficile per il settore criptovalute, ma, ciò che desta più preoccupazione, è la quantità di società che si sono dimostrate capaci di trascinare milioni d'investitori sul lastrico.

Oggi abbiamo di fronte una realtà complessa, dove tante (forse troppe) aziende provano a lanciarsi nel Web3 cercando di sfruttare un mercato redditizio per fare solo i propri interessi.

Questo andrebbe bene per un privato che prova a ottenere un guadagno extra a fine mese, senza mettere a rischio le finanze altrui.

Tuttavia si trasforma in un incubo capace di trascinare milioni di conti in rosso quando si tratta di società accreditate (almeno sulla carta) che finiscono poi per essere sopraffatte da un mercato più grande di loro che, pur credendo di conoscere, alla fine è capace di metterle in ginocchio per la loro sconsideratezza.

Genesis è una di quelle società da cui sarebbe meglio guardarsi in questo momento, considerando le ultime rivelazioni e i fondamentali che l'hanno vista protagonista negli ultimi mesi.

Ci sono diversi elementi da analizzare, dai debiti spropositati della società fino all'ultima denuncia della SEC. Insomma, Genesis sta affondando e dobbiamo stare attenti.

Il rischio? Lo dovranno pagare migliaia di risparmiatori.

Genesis e Digital Currency Group

Non è una novità che la società di crypto-lending abbia problemi finanziari.

Dopo il crollo di FTX e i mancati finanziamenti promessi dall'ex CEO, Sam Bankman-Fried, Genesis si è trovata sempre più nei guai.

Dai prestiti ad Alameda Research a Three Arrows Capital andati in fumo, fino al fallimento di uno dei crypto exchange più rinomati al mondo, la società sta ormai affondando.

Di proprietà di Digital Currency Group, che ricordiamo possedere anche società come CoinDesk, Grayscale Investments e Luno, non riesce più a saldare i suoi debiti, avendone fin troppi perfino per Dcg!

Il gruppo è nei guai e nell'aria si sente già odore di tempesta come già avvenuto con BlockFi e FTX.

Pensate che Digital Currency Group sta pensando di vendere parte delle sue partecipazioni, pari a $500 milioni, che riguarderebbero banche e progetti crypto in almeno 35 Paesi! Che ne dite, c'è da preoccuparsi?

Gemini: $900 milioni mai restituiti

Cominciando dagli ultimi mesi del 2022, la società di prestiti in criptovalute ha dimostrato di avere molto più di una semplice crisi da fronteggiare.

Prima ancora del caso "SBF", infatti, la società aveva un buco di $175 milioni e aveva già avuto un prestito da FTX di $140 milioni. Purtroppo non è bastato a risolvere il problema rapidamente, finendo vittima di un effetto domino che ha trascinato con sé molti altri!

Gemini, l'exchange di criptovalute dei gemelli Winklevoss, è stata una delle realtà più colpite dal tracollo di Genesis: un prestito di $900 milioni a favore della piattaforma di prestiti crypto, infatti, non è mai stato restituito.

Gemini è alle strette, visto che il denaro apparteneva a 340.000 utenti che adesso hanno i propri depositi bloccati a causa della controversia in corso.

Genesis: licenziamenti e chiusura dipartimenti

La caduta di FTX ha innescato un effetto domino che sembra non avere fine.

Genesis Global Trading ammette di avere bisogno di più tempo per risolvere la questione, ma sembra che nessuno lo abbia.

La scusa? Condizioni instabili di mercato.

Tuttavia questo non basta per rassicurare gli investitori, sempre più coinvolti in un crollo a catena dalle proporzioni spaventose!

Come se non bastasse, le rassicurazioni del crypto lender si fanno ancora più inutili, considerando che, dopo avere licenziato il 20% del personale ad agosto 2022, sembra avere messo alla porta un ulteriore 30% dei dipendenti proprio negli ultimi giorni.

Un destino incontrovertibile? Probabilmente.

Soprattutto se analizziamo parte dei debiti della società di Dcg.

Debito Genesis: a quanto ammonta?

Una domanda da qualche miliardo di dollari, provando a essere ironici.

Già, perché, considerando il debito di $2,4 miliardi dovuto al crollo di Three Arrows Capital, quello di $900 milioni a Gemini, $280 milioni alla banca Bitvavo e altri ancora da appurare come quello verso la società Donut, stiamo parlando di una cifra ben più alta di quando Genesis possa permettersi.

Un debito superiore a $3.5 miliardi, impossibile da ripagare in tempi brevi per stessa ammissione della società!

Per questo sembrano già farsi strada alcune soluzioni non proprio legali su cui perfino la SEC sta indagando.

SEC indaga: vendita titoli illecita

L'ultima pessima pubblicità riguardo il crypto lender del gruppo Dcg viene proprio dalla commissione USA per la supervisione sui mercati finanziari: la SEC.

L'accusa sembra essere molto simile a quella fatta a Ripple.

In poche parole Genesis è stata accusata, insieme al partner Gemini (a seguito del programma "Gemini Earn") della vendita di titoli non registrati pesantemente punita dagli enti regolatori.

I problemi di liquidità si aggravano di molto così, tra restituzione di guadagni illeciti, sanzioni e recupero d'interessi anticipati.

Chapter 11: Genesis sulla bancarotta

Proprio per stessa ammissione della società, la situazione non è facilmente e rapidamente risolvibile.

Lo stesso CEO del crypto lender, Derar Islim, ha dichiarato apertamente di avere discusso con il suo team di una possibile bancarotta.

Unico modo per muoversi in modo più efficace verso la risoluzione dei problemi.

L'articolo 11, il cosiddetto "Chapter 11" degli USA, sembra perciò essere la prossima mossa di Genesis.

La bancarotta insomma sembra ormai l'unica via.