Polonia: tassazioni e regolamentazioni per controllare le miniere di criptovalute

In Polonia non è previsto un piano educativo e formativo in materia cripto e questo genera un caos: investitori poco coscienti che mettono a repentaglio il loro patrimonio o altri che per non conoscenza e poca chiarezza giudicano pericolose le nuove tecnologie.

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La situazione cripto in Polonia procede a rilento così come nei Paesi limitrofi che seguono una politica pressochè uguale. Le monete digitali non sono una priorità di investimento e quindi il governo polacco non prevede piani di comunicazione, informazione o educazione aull'argomento.

Al contrario dai dati emerge che ci siano più ostacoli che benefici per gli investitori: secondo le ultime regolamentazioni le criptovalute sono state tassate sull'imposta sul reddito. I proventi derivanti dalla vendita di criptovalute infatti costituiscono reddito da diritti di proprietà.

Come mai la Polonia ha adottato un atteggiamento di difensiva nei confronti delle monete digitali? Quali conseguenze potrebbe avere sulla società e l'economia locale?

Il mercato di criptovalute in Polonia

Come spesso accade la necessità di inserire una regolamentazione non è solo per fini di tutela dei clienti ma anche per dare chiarezza sugli oneri fiscali per contribuire al bilancio statale. Nei Paesi dell'est è comune osservare questo trend: accettazione delle criptovalute, volontà di controllo statale e tassazioni molto alte.

Questo è accaduto anche in Polonia dove le monete digitali sono riconosciute e legali ma la regolamentazione non incentiva l'investimento. Il focus principale è di sottolineare l'alto rischio e la volatilità invece di educare il cliente a 360° sulle potenzialità delle criptovalute.

Il mining non è soggetto a particolari regolamentazioni nè supportato da specifiche indicazioni per l'uso di energia proveniente da fonti rinnovabili. Pochi mesi fa la polizia polacca ha scoperto una miniera di criptovalute illegale che non ha potuto nascondere il picco di energia richiesta per le operazioni.

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La voce degli investitori polacchi

La Polonia è uno degli esempi di regolamentazione poco conforme alla realtà economica globale. La manifestazione del 20 di aprile 2018 è stata la prima reazione degli investitori polacchi di protesta contro l'introduzione poco chiara di obblighi fiscali in relazione al commercio di criptovalute.

Da allora la situazione non è cambiata molto. Secondo uno studio di Ireneusz Miciuła, analizzando l'evoluzione della regolamentazione è facile comprendere che "molte misure sono state messe in atto da persone non competenti che come risultato hanno introdotto disposizioni legali difettose".

Infatti in Polonia le criptovalute sono tassate con l'imposta sul reddito delle persone fisiche secondo la legge sull'imposta sul reddito delle persone fisiche: i proventi derivanti dalla vendita di criptovalute acquistate costituiranno reddito da diritti di proprietà.

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Il mining di criptovalute

La regolamentazione polacca non prevede particolari misure per la gestione delle miniere di criptovalute e questo spinge i miniers a cercare le soluzioni più redditizie in termini di costi-benefici. Ancora una volta la mancanza di informazione e di educazione in materia rende più difficile lo sviluppo di una coscienza ambientale e sociale.

Le persone che si immergono seriamente in questo mercato emergente probabilmente sono persone che hanno un piano di crescita abbastanza delineato. Economicamente quindi sanno come sfruttare le potenzialità delle criptovalute per guadagnare.

Qual è la probabilità che questi investitori siano consapevoli delle possibili conseguenze dei loro investimenti? E che i loro piani di investimento siano guidati da scelte sostenibili?

I pilastri della sostenibilità

La politica ambientale solitamente va a braccetto con lo sviluppo e la crescita sociale ed economica. Numerosi studi dimostrano l'efficienza dei risultati che si ottengono investendo su questi tre pilastri contemporaneamente.

Al momento che non è previsto un piano educativo e formativo in materia cripto e questo genera un caos: investitori poco coscienti che mettono a repentaglio il loro patrimonio o altri che per non conoscenza e poca chiarezza giudicano pericolose le nuove tecnologie.

La prospettiva di veder crescere una comunità di investitori consapevoli e sostenibili è quasi nulla.

Gli investitori polacchi e la sostenibilità degli investimenti

La Polonia è un Paese lontano da diventare green. L'impatto degli aumenti stabiliti dall'Unione Europea nei confronti delle attività ad alta contaminazione soprattutto in termini di emissioni di anidride carbonica non sono piaciuti alla Polonia.

Dallo scorso anno la situazione è ancora peggiorata a causa degli elevati costi dell'energia e delle restrizioni europee. Fino ad oggi le aziende polacche (incluse quelle che si occupano di mining di criptovalute) hanno deciso di pagare per il loro impatto ma da quest'anno potrebbe essere più complicato.

Il passaggi verso un'economia più sostenibile dovrà essere fatto il prima possibile per continuare a beneficiare dei servizi europei ma soprattutto delle condizioni imposte dalle Nazioni Unite come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.