Occhio ai Ponzi: truffe nelle criptovalute!

I Ponzi sono delle truffe molto diffuse nel mondo delle criptovalute e non, quindi occorre imparare a riconoscerli e difendersi

Nel mondo delle criptovalute si sente spesso parlare dello schema Ponzi, un meccanismo truffaldino che carpisce i risparmi di incauti investitori e li fa sparire per sempre.

Capire come funziona e i tranelli che tende alle persone è un passo fondamentale per poter sopravvivere in questo mondo, altrimenti si finirà presto in rovina finanziaria.

Certo, solitamente questo tipo di schema è mandato avanti da piccole realtà che non hanno grande rilevanza, alle quali nessuna persona con un briciolo di buon senso darebbe del denaro.

Ma, in altri casi, gli schemi Ponzi diventano così grandi da essere quasi un punto di riferimento nel settore, causando danni incalcolabili a un numero enorme di persone.

Che siano piccoli o grandi giri fraudolenti, capirli e apprendere a difendersi è l’unica vera opzione percorribile, imparando a riconoscere i segnali di fumo prima che si scateni un incendio indomabile.

In quest’articolo andremo a vedere come funziona in dettaglio lo schema Ponzi, le sue basi e i metodi che utilizza per attirare la gente in grandi quantità e pochissimo tempo.

Questo basta per mettersi al sicuro al 100%? Assolutamente no, poiché molte truffe si rivelano tali solo quando hanno il collasso finale, navigando nell’ombra per mesi o anni, ma è un ottimo punto di partenza.

In questo video Crypto Italia spiega le 5 truffe da evitare.

Cos’è lo schema Ponzi

Lo schema Ponzi prende il nome da uno dei tanti orgogli italiani che hanno aiutato a creare una pessima fama oltre oceano, ma questo non è il punto del discorso.

Charles Ponzi arriva negli Stati Uniti nel 1903 e già nel 1907 inizia a vendere aria fritta agli investitori, prima per altre aziende e poi per se stesso.

L’idea è quella di garantire alle persone dei ricavi fissi spalmati su un tempo discretamente lungo, non abbastanza da sembrare eterno per il cliente ma sufficiente per Charles per fare altri maneggi che gli permettano di sostenerlo.

In pratica si chiedono dei soldi alle persone promettendo di darne indietro in doppio, triplo, quadruplo o qualunque altra cifra, a patto che il capitale iniziale rimanga bloccato per tale lasso di tempo.

Durante questo periodo l’investitore non può toccarlo e il signor Ponzi continua ad attirare altri investitori con le stesse promesse, sebbene all’inizio siano solo una manciata.

Allo scadere del tempo, Ponzi restituisce la somma pattuita, dimostrando che l’affare funziona, in modo tale che le persone uscenti possano affermare la bontà del loro affare.

Non solo, per facilitare le cose durante il tempo di blocco del denaro gli interessi maturati potevano essere dati all’investitore, sebbene la cifra iniziale rimanesse intoccabile.

Questo portava la persona in questione a essere incredibilmente felice e fiduciosa nel progetto, il quale però si sosteneva sul nulla assoluto e pronto a cascare in un baleno.

Perché lo schema Ponzi crolla?

Partiamo dal presupposto che, nel 99% dei casi, chi da vita a uno schema Ponzi non ha il becco di un quattrino, il che non è poi tanto diverso da una qualsiasi startup, ma con alcune clausole.

Una startup genera valore tramite prodotti o servizi, i quali verranno pagati dagli acquirenti come un pacchetto di pasta si paga al supermercato.

I profitti su tali prodotti verranno usati per ripagare debiti, stipendi, o qualunque altro tipo di spesa debba essere sostenuta dal team che sta dietro al progetto.

Nello schema Ponzi invece, i soldi che circolano sono sempre gli stessi, ovvero quegli degli investitori che sono anche i clienti dell’azienda stessa.

Questo vuol dire che se 10 persone investono 1000 euro con la promessa di ottenerne 3000 in un anno, il signor Ponzi originale o qualsiasi suo emulatore dovranno ingegnarsi per trovare tale somma.

Anche se fossero miliardari, cosa che generalmente non sono, sicuramente non si metterebbero a dare via i loro risparmi per pagre interessi ai clienti no? Non sarebbe certo un buon business.

Allora la soluzione è quella di tirare dentro altra gente per far si che, i soldi dei nuovi investitori, servano a ripagare i debiti contratti verso chi è già cliente da tempo e aspetta il suo x3.

Questo significa che, se il ritorno è del 300%, per ogni cliente originale dovranno essere trovati 3 nuovi investitori per pagare l’uscita dal progetto del primo.

Da qui nasce il nome “schema piramidale“, il meccanismo per il quale il numero dei nuovi debba crescere esponenzialmente per andare a sostenere il processo.

Quando salta il banco? Semplicemente quando i nuovi investitori non sono più abbastanza per pagare quelli vecchi insieme a tutti i dipendenti e alle spese del marketing.

Quali sono i metodi usati dallo schema Ponzi nelle criptovalute?

Fatta questa doverosa premessa, è tempo di andare a vedere come lo schema Ponzi sia stato adattato al mondo moderno e, più precisamente, a quello delle criptovalute.

La verità è che, sebbene siano passati gli anni, il succo del discorso rimane sempre incredibilmente simile, con solo qualche piccola nuova sfaccettatura.

Anche qui si chiede un investimento iniziale per dare il via, un periodo di blocco durante il quale non si può disporre dei propri beni e una serie di piccole interazioni nel mezzo.

Oggigiorno infatti, molto spesso vengono usate strane valute intermedie per ripagare gli interessi, magari offrendo corsi particolari o altri sistemi per arricchirsi.

Basta prendere la truffa Onecoin, la quale dava accesso a un sistema di mining (sebbene Onecoin non potesse essere minata) e a dei corsi speciali per incentivare l’ingresso nel giro.

Bitconnect invece cambiava i Bitcoin degli investitori nella propria valuta nativa, la quale doveva garantire degli interessi tramite un sistema di bot molto complesso e, in realtà, inesistente.

A questo ci si aggiunge un marketing sui social e tramite convegni molto aggressivo, il quale lo si finisce per vedere volenti o nolenti e non si può fare a meno dall’essere attratti.

Il multilevel marketing

Ma, il trucco più subdolo e schifoso di questo baraccone di schema Ponzi, è il fatto che ci siano degli incentivi per chi “porta un amico” a investire nel progetto.

Questo solitamente si trasforma in un aumento delle ricompense oppure in una cifra fissa per ogni nuova sottoscrizione, variabile da caso a caso ovviamente.

Questo comporta che, tutti gli ignari truffati, inizieranno a fare a gara per convincere amici e parenti della bontà di quello sgangherato progetto dal quale hanno appena iniziato a farsi fregare.

Chiariamo, esistono piattaforme con programmi di referral che non sono affatto delle fregature, come per esempio Crypto.com (almeno così sembra) che funzionano alla perfezione.

La sottile differenza è che, queste aziende, solitamente utilizzino degli incentivi per loro sostenibili, invece di promettere un qualcosa che sarebbe utopico.

Un altro grande problema degli schemi ponzi nel mondo delle criptovalute, sta nel fatto che utilizzino appunto sistemi vagamente simili a quelli di nomi autorevoli, riuscendo a sfruttarne le apparenze.

Com’è possibile che qualcuno guadagni dai Ponzi nelle criptovalute?

Sebbene lo schema Ponzi sia una truffa conclamata, nel mondo delle criptovalute (e non) esistono dei casi di persone che siano effettivamente riusciti a guadagnare dei bei soldini da questo schifo.

Tralasciando ovviamente gli ideatori, i quali sono scappati con la cassa al momento del crollo della piramide, nel mezzo si trovano molti altri individui in profitto.

Questi solitamente si dividono in 2 tipi, i fortunati e gli “influencer“. Ognuno di essi è riuscito a salvare la pellaccia con un bel gruzzolo per due ragioni differenti.

I fortunati sono quelli che, per puro caso, hanno avuto la sorte di entrare all’inizio della truffa e rimanere dentro quel tanto che basta per terminare il periodo di blocco del denaro e incassare.

Questi sono rari come mosche bianche poiché, solitamente, al termine del periodo prestabilito l’ideatore del Ponzi offre condizioni ancora più vantaggiose per ribloccare il capitale, rendendo difficile la scelta d’incassare (senza contare il fatto che il Ponzi potrebbe non vivere abbastanza a lungo per dare frutti).

I secondi invece sono quelli che hanno sfruttato a loro grande vantaggio l’invita un amico, diventando quasi degli influencer che regalano grandi bacini d’investitori al Ponzi.

Alcuni di essi sono in buona fede e pensano sia davvero una cosa profittevole per tutti ma, altri, sanno benissimo che si tratta di una truffa ma non hanno scrupoli di sorta.

Come difendersi dagli schemi Ponzi nelle criptovalute? 

I Ponzi nelle criptovalute sono davvero tantissimi e, alcune volte, vi sono sistemi truffaldini diversi ma egualmente pericolosi che occorre saper riconoscere. 

Come? Qui viene il difficile perché, in alcuni casi, il Ponzi non si rivela tale fino a quando non ha rubato tutte le criptovalute e ha chiuso i battenti.

Occorre saper cogliere i segnali di fumo che si scorgono all’orizzonte, come una piattaforma che eroga percentuali d’interesse fisso sui depositi e in grandi quantità.

Ovvio, ci sono alcuni casi in cui la cosa è sostenibile, ma difficilmente si va oltre una manciata di punti percentuali e, ancora più raramente, la quota è fissa.

Altra cosa lo schema “invita un amico” che, sebbene non sempre, è spesso utilizzato con intenti truffaldini. In ultimo un marketing chiaramente improntato solo ed esclusivamente sulla vendita del prodotto, il quale non sembra avere nessuna base di valore.

Se qualcuno cerca di vendere un oggetto mirabolante, che fa cose grandiose e che diventerà prezioso come l’oro ma, almeno per il momento, è completamente inutile, allora è molto probabile che sia una fregatura.

Detto questo, ancora una volta è impossibile dire chi sia effettivamente un Ponzi nel mondo delle criptovalute prima che il banco salti, non ci sono prove.

L’unico vero sistema per tenersi al riparo da questo mondo pericoloso, è quello di usare il buon senso e non lasciarsi attirare dalle lucciole di un guadagno troppo facile per essere vero.

Nel mondo delle crypto o della finanza tradizionale nessuno regala soldi e non esistono metodi sicuri per farli perché, altrimenti, ci sarebbero molti più miliardari che persone le quali stentano ad arrivare a fine mese.

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