Quadro regolamentazione criptovalute globale: CSF, FMI e BRI lavorano insieme

Sembra che 3 importanti autorità in materia finanziaria globale faranno sì che si abbiano delle linee guida per regolamentare le criptovalute.

Nel 2023 arriverà un quadro normativo per le criptovalute in Italia?

Forse potrebbe anche andare meglio: potremmo riuscire ad avere una regolamentazione mondiale che permetterà di mettere sotto controllo le criptovalute.

Questo sembrerà pura utopia ad alcuni scettici, ma sembra che dopo il G20 del 25 febbraio, ci siano state delle sinergie tra 3 grandi istituzioni in materia finanziaria: sto parlando del CSF, FMI e BRI.

Alcuni potranno non sapere di cosa si tratta, ma non ci vorrà pochissimo per essere aggiornati sulla questione.

Si tratta di un’opportunità per tutti, qualcosa che permetterà di non incorrere in sanzioni, cause o altri guai che negli ultimi anni hanno visto protagonisti investitori e società.

CSF, di che si tratta?

Alcuni ricorderanno il Forum per la stabilità finanziaria fino al 2009, ma da quell’anno la denominazione è cambiata.

Oggi i Paesi di tutto il mondo sono sempre più connessi per beneficiare di eventuali vantaggi e opportunità derivanti dalle reciproche collaborazioni.

Per questo motivo è importante il Consiglio per la stabilità finanziaria (CSF).

Questa organizzazione internazionale raggruppa tutti i Paesi del G20 e mira a regolare il disordine finanziario globale che potrebbe stravolgere i sottili equilibri oggi raggiunti.

I rappresentanti al tavolo del CSF sono le banche centrali di ogni Stato membro e le criptovalute sono state riconosciute come una delle ragioni per collaborare ancora una volta in modo efficace.

FMI, lo conosci?

La cooperazione internazionale oggi è necessaria al fine di salvaguardare tutti gli Stati del mondo, favorendo le valute nazionali al pari del commercio mondiale.

Il Fondo Monetario Internazionale è un’organizzazione internazionale pubblica che nacque con gli accordi di Bretton Woods nel 1945, dopo la fine della seconda Guerra Mondiale.

Gli Stati membri erano 44 all’epoca, ma oggi si contano ben 190 governi membri nel FMI.

Lo scopo del Fondo Monetario Internazionale è quello di alleggerire le barriere tra i Paesi e fare fronte alle crisi finanziarie dei membri, nonché proteggere le economie in difficoltà.

Oggi la sede è a Washington e sappiamo che collaborerà con il CSF e un altro ente per la creazione di un quadro generale che possa regolamentare il mondo delle criptovalute.

Ma qual è l’altra organizzazione interessata?

BRI: regolamentare è obbligatorio

Quando si parla di finanza si pensa subito a Wall Street.

Sarà Hollywood, o semplicemente il cinema che ha plagiato le menti di tutti coloro che associano il famoso quartiere finanziario al più antico hub della finanza mondiale, ma non è così.

La Banca dei regolamenti internazionali, BRI, ha sede a Basilea, Svizzera, e rappresenta il più antico ente finanziario mondiale.

Creata come un’istituzione globale nel 1930, opera come società anonima per azioni (avente anche un consiglio d’amministrazione) in cui però gli share possono essere detenuti solo da banche centrali o enti analoghi, non da privati.

Oggi più di 60 banche centrali possiedono azioni del BRI e siedono al tavolo delle assemblee, con lo scopo di regolare i rapporti tra le banche centrali stesse e promuovere la cooperazione.

Al fine di porre fine al caos dettato dal mondo delle criptovalute, BRI, FMI e CSF si sono riuniti per dire la loro. Insieme!

IMF-FSB Synthetis Paper. Cos’è?

Quando le più grandi potenze mondiali si riuniscono per dare vita a un incontro come il G20 possiamo essere certi che qualcosa di grande verrà sempre fuori.

Ecco perché sembra che dopo il 25 febbraio, questi 3 enti internazionali abbiano deciso di collaborare al fine di individuare linee guida capaci di porre le basi per una regolamentazione globale sulle criptovalute.

CSF, FMI e BRI collaboreranno per produrre il “IMF-FSB Synthetis Paper”, un documento che getterà le basi per un approccio politico coordinato ed efficace nei confronti delle criptovalute.

Il documento dovrebbe essere pronto prima della fine dell’estate 2023 e ci si aspetta un grande impatto sul Web3. Provando almeno a proteggere società e utenti coinvolti nel settore!

Una possibile regolamentazione su scala globale, o la semplice opportunità di un’analisi del rischio e delle prospettive economiche riguardo questi asset digitali, da parte di queste grandi istituzioni, potrebbe fare davvero la differenza.

Leggi anche: Galois Capital dichiara fallimento: cade uno dei più grandi fondi globali di criptovalute

Regolamentazione globale possibile?

Oggi, però, ci chiediamo se sia davvero attuabile una cosa del genere.

Molti Stati, dalla Svizzera all’Italia, dagli Stati Uniti all’Australia, provano da tempo a introdurre norme ad hoc per le criptovalute, ma il sistema non è ancora in grado di soddisfare le esigenze di governi e cittadini al meglio.

L’idea che un quadro normativo globale venga istituito da FMI, CSF e BRI sembra ottimista, ma forse anche solo viaggiare sulle linee guida che saranno proposte, permetterà a tutti gli Stati di attuare una politica efficace nei confronti degli asset crittografici.

Non resta che aspettare luglio e settembre, quando le organizzazioni avranno fornito una regolamentazione generica per le criptovalute dopo avere lavorato insieme.

Leggi anche: Duro colpo alle criptovalute dalla SEC: Gary Gensler le dichiara titoli, non valute

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