Trader furiosi, Coinbase citata dalla SEC: scacco matto o è la fine delle accuse al Web3?

Il Web3 sembra non avere tregua: ora è Coinbase sotto attacco della SEC, uno degli exchange crypto più grandi e affidabili al mondo.

In un contesto geopolitico, finanziario e umanitario complicato, sembra che le criptovalute continuino a riempire le pagine dei giornali statunitensi e non solo.

Oggi Coinbase si trova contro la Security Exchange Commission americana, o, per meglio dire, è la SEC ad accusare l’exchange crypto.

Non solo le ragioni hanno, però, stancato i provider, che ormai vengono attaccate sempre più spesso dall’autorità USA, ma sembra che perfino i crypto trader non ne possano più.

Già, i commenti contro l’ente sono stati diversi e per nulla positivi su tutto il web, facendo di Coinbase una sorta di bandiera contro la politica “anti-criptovalute” che sembra abbia ormai da tempo adottato l’autorità americana.

Ma cerchiamo di capire meglio le accuse e le dinamiche del caso.

SEC contro Coinbase

Quando guardiamo ai crypto exchange, pochi sembrano ormai gli affidabili.

La paura che altri “mostri sacri” al pari di FTX crollino fa paura a tutti e i provider hanno sempre più cercato di rassicurare gli investitori.

Tuttavia nel mercato tutto può accadere. Soprattutto con la SEC.

La scorsa settimana Coinbase è stata minacciata dalla Securities and Exchange Commission, con una sorta di avviso, con l’accusa di vendere al pubblico “titoli non registrati”. La società, dal canto suo, ha negato qualsiasi illecito, affermando di aver sempre fatto del suo meglio per rispettare tutte le normative.

Anzi come vedremo sembra avere speso molto del suo tempo con la SEC, ma ci arriviamo.

Quello che per adesso è certo sembra essere la battaglia che l’istituto statunitense ha cominciato con il mondo delle criptovalute.

Coinbase: +30 meeting nel 2023

Ovviamente il caso è ancora agli albori, ma rischierebbe di sfociare in una causa a lungo termine come quella già in corso con altre crypto società come quella facente capo a Ripple.

Inoltre se Coinbase dovesse affrontare l’autorità finanziaria USA sappiamo già che non si arrenderebbe facilmente e si andrebbe avanti con una battaglia giudiziaria importante e potenzialmente determinante per l’intero settore.

L’exchange elenca oltre 150 risorse crittografiche per il trading e ha un volume d’affari di almeno $1 miliardo, non permetterebbe mai di farsi trovare impreparato!

Coinbase, infatti, aveva già segnalato potenziali rischi normativi quando ha presentato istanza di quotazione nel 2021 e mercoledì ha osservato che i suoi servizi di staking e scambio sono “sostanzialmente invariati” da allora.

Il crypto provider sembra anche avere avuto diversi incontri nell’ultimo anno con la SEC, arrivando anche a più di 30 meeting!

Questo fa comprendere quanto la società prendesse sul serio la normativa, senza però avere mai davvero avuto l’appoggio della Securities and Exchange Commission, a quanto pare.

USA vs Regolamentazione criptovalute

Qual è la situazione attuale in USA riguardo il mondo delle criptovalute?

Gli exchange di criptovalute sono legali negli Stati Uniti e rientrano nell’ambito normativo del Bank Secrecy Act (BSA). In pratica, i provider devono registrarsi presso FinCEN, implementare un programma AML/CFT, conservare registri appropriati e presentare segnalazioni alle autorità.

Nel frattempo, la SEC ha dichiarato continuamente di considerare le criptovalute come titoli e applica le leggi dovute ai portafogli e agli scambi digitali.

Ma fate attenzione, ecco che qui entra in gioco il colmo: al contrario, la Commodities Futures Trading Commission (CFTC), un altro ente regolatore USA, ha adottato un approccio meno aggressivo, descrivendo Bitcoin ed Ethereum come commodity, consentendo così ai derivati ​​​​di criptovaluta di essere scambiati pubblicamente.

Ma qual è la verità? Perché sembra tutto molto ambiguo.

Ciò che sappiamo è che FINCEN colloca i crypto exchange nella stessa categoria normativa di coloro che movimentano denaro e applica le stesse leggi, comprese quelle stabilite nel Bank Secrecy Act.

Nell’ottobre 2020, lo stesso ente ha poi introdotto nuove responsabilità di conformità per piattaforme come Coinbase, ma questo è quanto.

Community crypto con Coinbase

La notizia ha ovviamente fatto il giro del mondo.

Tuttavia la community crypto si è schierata perlopiù con Coinbase, spesso con commenti e azioni, anche da parte di personaggi influenti, che sostengono le fondamenta della società crypto, minando quelle dell’ente USA.

Chriz Dixon, socio accomandatario di Andreessen Horowitz, ha difeso la piattaforma, affermando che, dopo tanti investimenti effettuati dalla società per essere a norma ed essersi fatta magari superare dai competitor, l’accusa ha dell’incredibile.

Anche Adam Cochran, il fondatore di Cinneamhain Ventures, ha difeso Coinbase impegnandosi a diventare un cliente se il caso dovesse proseguire.

Insomma, tanti a sostegno del provider, anche se alcuni non si sono espressi a causa del “delisting” avvenuto ai danni di Ripple, ritenuto una sorta di stratagemma per mettersi dalla parte della SEC a causa del caso ancora in corso.

Leggi anche: Ripple sarà la criptovaluta di 20 Banche Centrali? Il caso SEC non ferma $XRP

Anche Binance contro SEC?

La cosa più interessante è che gli attacchi al mondo delle criptovalute non è finito.

Coinbase non è stata la sola grossa società a essere stata presa di mira.

Solo da poche ore sembra essere stato confermato che la CFTC avrebbe accusato Binance e il CEO, Changpeng Zhao, di non avere rispettato le leggi statunitensi.

Il reclamo sembrerebbe focalizzarsi sulla facilitazione nel riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

Tuttavia attendiamo maggiori info.

Quello che sappiamo è che siamo di fronte a un bivio: la strada per Coinbase e Binance potrebbe finire o non avere presto più ostacoli.

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
779FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate