Abuso d’ufficio: come si denuncia e differenza con peculato

Come si denuncia l'abuso d'ufficio? Scopri le differenze con il peculato e le pene previste dalla legge.

Sono sottili le differenze tra il reato di abuso d’ufficio e quello di peculato, ma conoscerle permetterà di capire i confini e di restare alla larga dalle pesanti conseguenze che derivano in ambito penale.

In questa guida potrai scoprire tutto ciò che riguarda come denunciare l’abuso d’ufficio e quali sono le differenze con un altro delitto contro la Pubblica Amministrazione, ossia il peculato. Inoltre vedremo diversi esempi per chiarire meglio quando ci si trova di fronte a questa fattispecie di reato.

Quali sono i reati contro la Pubblica Amministrazione

Esistono due differenti tipologie di reati contro la Pubblica Amministrazione, ovvero:

  • quelli che vengono commessi da determinati soggetti, i quali ricoprono il ruolo di funzionari, di pubblici ufficiali oppure di incaricati al servizio pubblico ed i quali vanno contro gli interessi della PA;
  • quelli che vengono commessi da dei soggetti privati, i quali vanno contro gli interessi della Pubblica Amministrazione.

Questi vengono anche formalmente denominati “delitti contro la Pubblica Amministrazione”, e sono dei comportamenti illeciti che vengono posti in essere, principalmente, da quei soggetti che appartengono alla Pubblica Amministrazione ed i quali, dunque, compiono dei reati proprio nei confronti di quest’ultima.

Nello specifico, ecco quali sono le amministrazioni di cui si compone la PA:

  • il Consiglio dei Ministri;
  • i Ministeri;
  • le Regioni;
  • le Città metropolitane;
  • le Province;
  • i Comuni;
  • gli altri Enti locali territoriali;
  • la Scuola Primaria;
  • la Scuola Secondaria di Primo Grado;
  • la Scuola Secondaria di Secondo Grado;
  • le Istituzioni universitarie;
  • gli Enti pubblici di ricerca;
  • gli Enti che appartengono al Servizio Sanitario Nazionale;
  • gli altri Enti pubblici nazionali.

Nel dettaglio, ecco quali sono i reati che possono essere commessi nei confronti delle amministrazioni pubbliche:

  • la concussione;
  • la corruzione;
  • l’abuso d’ufficio;
  • il peculato:
  • il rifiuto e l’omissione d’ufficio;
  • l’usurpazione di funzioni pubbliche.

Come si denuncia l’abuso d’ufficio

L’abuso d’ufficio è uno tra quei reati che possono essere perpetrati nei confronti della Pubblica Amministrazione, ed in quanto tale, questo è passibile di denuncia.

Questa denuncia può essere presentata attraverso una tra le seguenti due modalità, ovvero:

  • presso le Forze dell’Ordine, ossia recandosi in un ufficio della Polizia di Stato, dei Carabinieri o della Guardia di Finanza, sia in maniera orale che in maniera scritta;
  • presso la Procura della Repubblica.

Ma la denuncia per questa tipologia di reato potrà essere presentata presso le autorità pubbliche solamente, come vedremo in seguito durante il corso di questo breve articolo, se sussistono le condizioni che fanno sì che si configuri un delitto nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Che cos’è l’abuso d’ufficio

L’abuso d’ufficio è una tipologia di delitto contro la Pubblica Amministrazione ed è disciplinato all’interno dell’art. 323 del Codice Penale, il quale prevede che:

“Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione delle norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.”

In sostanza, si perpetra questo reato nel momento in cui un soggetto che lavora per la PA si comporta in modo tale da andare contro gli interessi di quest’ultima e, al contempo, in modo tale da:

  • arrecare un vantaggio patrimoniale ingiusto alla sua persona;
  • arrecare un vantaggio patrimoniale ingiusto ad un altro soggetto;
  • provocare un danno ingiusto ad un determinato soggetto, il quale può essere sia di tipo patrimoniale che non patrimoniale.

I primi due possono configurarsi, ad esempio, quando avviene l’attribuzione di un posto di lavoro.

Bisogna, però, sottolineare come l’articolo di riferimento del Codice Penale contenga al suo interno la clausola “salvo che il fatto non costituisca più grave reato”.

Questo dal momento che, nel caso in cui si delineassero le circostanze per le quali si configurerebbe una tipologia di reato contro la PA maggiormente grave, allora subentrerebbero le conseguenze relative a quest’ultimo.

Il bene giuridico tutelato

L’abuso d’ufficio è una tipologia di reato che può essere definita come “plurioffensiva”, dal momento tende a ledere sia gli interessi della Pubblica Amministrazione che quelli del soggetto che subisce un danno ingiusto.

Ecco quali sono gli interessi che vengono tutelati a livello giuridico:

  • il buon andamento della Pubblica Amministrazione;
  • l’efficienza;
  • l’imparzialità, ovvero il diritto di uguaglianza dei cittadini nei confronti della PA;
  • la trasparenza dell’azione amministrativa;
  • la probità e la correttezza dei comportamenti del soggetto che opera all’interno della Pubblica amministrazione;
  • il patrimonio del soggetto che subisce un danno ingiusto.

Chi può commetterlo

Ecco quali sono i soggetti che rientrano all’interno del reato di abuso d’ufficio:

  • il soggetto attivo, il quale può essere un pubblico ufficiale oppure un incaricato di pubblico servizio, i quali commettono questa tipologia di reato nell’esercizio delle proprie funzioni pubbliche;
  • eventualmente, il soggetto passivo, il quale risulta essere la parte lesa all’interno del reato, in quanto subisce un danno ingiusto perpetrato dal soggetto attivo;
  • eventualmente, il soggetto privato, il quale concorre attivamente ed in maniera rilevante al compimento del reato contro la PA, in quanto risulta essere il destinatario del vantaggio patrimoniale ingiusto.

La pena e la prescrizione

A livello normativo, è subentrata la Legge n. 190 del 6 novembre 2012, la quale ha disposto un aumento della pena per chi commette il reato di abuso d’ufficio, all’interno dell’art. 1, comma 75, lettera p.

In precedenza, la pena stabilita era la reclusione da sei mesi fino a tre anni, ma adesso chi perpetra questo delitto contro la Pubblica Amministrazione sarà punito con una reclusione che potrà andare da un minimo di un anno fino ad un massimo di quattro anni.

Inoltre, è stato previsto anche un ulteriore aumento di questa pena, nel momento in cui il vantaggio patrimoniale oppure il danno ingiusto che viene arrecato ad un soggetto terzo, si manifestano in una circostanza di particolare gravità.

Infine, bisogna aggiungere che questa tipologia di delitto contro la PA va in prescrizione dopo un periodo di tempo pari a 6 anni.

Ecco alcuni esempi

Per fare alcuni esempi sull’abuso d’ufficio, andiamo a distinguere i pubblici ufficiali dagli incaricati di pubblico servizio. In particolare, i primi possono essere:

  • il notaio;
  • il giudice;
  • il magistrato;
  • il cancelliere;
  • il medico che è incaricato a svolgere delle funzioni di vertice all’interno dell’ospedale;
  • l’insegnate presso le istituzioni scolastiche;
  • l’agente di polizia giudiziaria;
  • il sindaco;
  • l’ufficiale d’anagrafe e di stato civile;
  • lo scrutinatore presso i seggi delle votazioni.

I secondi, invece, sono:

  • la guardia giurata;
  • il medico di reparto;
  • il medico di pronto soccorso;
  • il farmacista;
  • il dipendente delle Poste italiane;
  • l’ausiliario del traffico;
  • il conducente di un mezzo di trasporto pubblico;
  • il necroforo;
  • il bidello;
  • il soggetto che ha il compito di riscuotere la tassa automobilistica;
  • il letturista dei contatori acqua, gas ed energia elettrica;
  • il sub-concessionario che ha il compito di gestire e di riscuotere quanto dovuto allo Stato, in merito ai giochi telematici.

Le differenze tra abuso d’ufficio e peculato

Ecco quali sono le differenze tra questi due istituti giuridici:

  • la prima differenza è che, mentre l’abuso d’ufficio, come abbiamo già visto, si caratterizza in un vantaggio patrimoniale o in un danno ingiusto per ragioni diverse rispetto alla funzione pubblica del soggetto attivo; il peculato, invece, avviene proprio all’interno di queste;
  • la seconda differenza, invece, è che nell’abuso d’ufficio il bene o il denaro restano pubblici, mentre nel peculato passano direttamente nelle mani del soggetto attivo.

Il peculato è anch’esso una tipologia di delitto contro la Pubblica Amministrazione ed è disciplinato all’interno dell’art. 314, comma 1 del Codice Penale, il quale prevede che:

Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, e’ punito con la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi.

In sostanza, questa tipologia di reato contro la PA non è altro che un’appropriazione indebita di denaro o di un’altra cosa appartenente a quest’ultima, da parte di un soggetto che opera al suo interno e che toglie totalmente all’ente la relativa disponibilità.

Le tipologie di peculato: ecco alcuni esempi

Oltre al peculato, il Codice Penale prevede anche altre due varianti di questo, ovvero:

  • il peculato d’uso, il quale viene disciplinato all’interno del secondo comma dell’art. 314 del Codice Penale, avviene solamente nel momento in cui l’appropriazione indebita risulta temporanea;
  • il peculato di vuoto cassa, il quale avviene nel momento in cui il soggetto incaricato di custodire il denaro, se ne appropria indebitamente;
  • il peculato mediante profitto dell’errore altrui, il quale viene disciplinato all’interno dell’art. 316 del Codice Penale, il quale avviene nel momento in cui il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio si appropria indebitamente di denaro, di un bene o altro, per se stesso o per un soggetto terzo, approfittandosene dell’errore di altri.

Ecco, inoltre, due esempi pratici di peculato:

  • quando un funzionario della PA, che ha il compito di amministrare il denaro dello Stato, si appropria di quest’ultimo;
  • quando un dirigente della Pubblica Amministrazione comanda ad un suo subordinato di disporre del proprio tempo lavorativo per produrre un vantaggio alla sua persona, anziché svolgere i suoi incarichi.

La pena e la prescrizione

Ecco qual è la pena stabilita dalla legge per questa tipologia di delitto contro la PA:

  • da quattro anni a dieci anni e sei mesi per il peculato di base;
  • da sei mesi a tre anni per le altre tipologie.

Ecco quali sono i termini di prescrizione del reato di peculato:

  • 10 anni e 6 mesi per il peculato di base;
  • 6 anni per le altre tipologie.
Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
764FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate