Adozione coppie gay, a che punto è l’Italia?

Tutti ne parlano ma pochi sanno davvero la verità: in Italia nel 2022 è possibile l'adozione per le coppie gay? E la stepchild adoption? Scopriamolo insieme.

L’argomento omosessualità in Italia è più che mai in voga sia tra gli appartenenti alla classe politica che tra l’opinione pubblica e nei salotti televisivi. Ognuno ha la sua idea, certamente lecita fino a quando non oltrepassi i confini della discriminazione. Ora che le unioni civili tra coppie dello stesso sesso sono state normalizzate, resta un altro grande tema da affrontare: quello della genitorialità. Ad oggi cosa dice la legge italiana circa l’adozione da parte di coppie gay? 

I gay possono adottare o prendere in affidamento dei minori?

Per capire se è possibile per una coppia omosessuale adottare un bambino – che sia di uno dei due partner o un’adozione esterna – bisogna prima di tutto fare un passo indietro e chiedersi: quali diritti legali hanno le coppie omosessuali?

Come in molti sapranno, grazie alla tanto chiacchierata e spesso criticata Legge Cirinnà (la Legge 20 maggio 2016 nr 76, la quale è stata approvata con 372 voti sì, e 51 voti no, ovvero contrari. In quella data si astenne il Movimento 5 Stelle, mentre Fratelli d’Italia e Lega votarono contrari) ha dato la possibilità alle coppie formate da membri dello stesso sesso di “sposarsi”.

Le virgolette sono d’obbligo, poiché non è uno sposalizio canonico come lo conosciamo, ovviamente non è contemplata la funzione religiosa ma solo quella civile – in Comune, dunque – e poi questa prassi viene chiamata “unione civile” perché differisce in alcune sue parti dal matrimonio.

Prima di tutto, non sono previste le pubblicazioni per l’unione civile – e questo impedisce la classica scena da film romantico americano dove qualcuno interrompe la cerimonia, opponendosi alle pubblicazioni. Per l’unione civile basterà che i futuri coniugi presentino la dichiarazione all’ufficiale di Stato Civile con due testimoni.

Abolite anche le forme da “recitare” per poter convolare a nozze e soprattutto – a differenza del matrimonio eterosessuale – non sarà possibile sposarsi se non da maggiorenni. Quindi, anche in caso il genitore fosse concorde bisognerebbe aspettare la maggiore età, diversamente dal matrimonio.

Per quanto riguarda il patrimonio, il matrimonio e l’unione civile non hanno differenze ed infatti sono previsti il mantenimento in caso di separazione, patrimonio in comune – salvo non si richieda diversamente – la possibilità di un cognome comune se indicato e la possibilità di detrarre la prima casa coniugale o l’altro partner fiscalmente.

Una delle più grandi differenze però sta nell’obbligo di fedeltà, che non è previsto per le coppie omosessuali. Questa postilla ha fatto inorridire i più, poiché sembra associare l’omosessualità alla promiscuità e quindi il “matrimonio gay” non meriterebbe di avere un obbligo di fedeltà poiché verrebbe facilmente infranto. O almeno, questo è quello che hanno temuto le molte coppie che sono venute a parte di questa postilla. Ma non è l’unica problematica importante: non vi sono agevolazioni per l’adozione.

L’unione civile non dà diritto alla coppia all’adozione di figli né alla possibilità di accedere alla fecondazione assistita.

Ciò significa che il figlio nato all’interno della coppia, sarà figlio solo del genitore biologico e il partner non potrà fare richiesta di assegni familiari o di detrazioni familiari per il nascituro.

Infine, ricordiamo che la separazione non è prevista nelle unioni civili, si può ottenere direttamente il divorzio, senza bisogno di presentarsi davanti ad un Giudice ma ricorrendo sempre all’ufficiale di Stato Civile, basterà aspettare tre mesi – e pagare una marca da bollo – per recidere l’unione civile. Ricordiamo che non si potrà sciogliere un’unione civile per mancata consumazione, come invece è possibile fare per il matrimonio.

Coppie gay e step Child adoption: cos’è?

La legge Cirinnà in principio prevedeva anche la Stepchild adoption, ovvero la possibilità da parte del partner del genitore biologico presente nella coppia omosessuale di adottare il bambino o la bambina. L’Italia rispetto a questo argomento è davvero divisa e quindi si fatica a trovare una quadra.

Difatti, molti adducono la loro contrarietà ad una possibile carenza o mancanza psicologica nella crescita dell’infante – non tenendo conto del fatto che in svariate parti dell’America adottare per le coppie omosessuali è possibile e non sono stati riscontrati deficit emotivi o altre problematiche nei bambini di coppie omosessuali, né è stata riscontrata un’incidenza nel loro orientamento sessuale.

Quindi, secondo la legge, nel caso in cui due donne avessero un bambino, ad esempio, quest’ultimo sarebbe legalmente figlio solo della donna che ne è biologicamente legata.

L’altra – malgrado anche lei elargisca cure parentali, educative, affettive ed economiche – dovrà avere una specifica delega firmata per tutto: in caso di ricovero ospedaliero o in caso debba prendere anticipatamente il bambino o la bambina a scuola. E in caso di decesso prematuro della madre biologica, quella che è effettivamente la sua altra madre non potrebbe continuare a crescere il bambino, poiché non vi è imparentata né legata legalmente. Ricordiamo che, in ogni caso, la madre biologica per poter avere una gravidanza dovrebbe recarsi all’estero per l’inseminazione artificiale che non è contemplata in Italia per coppie gay o dovrebbe ricorrere a metodi “casalinghi”.

Leggi anche: Utero in affitto: quanto costa e dove si può fare

Omosessualità e adozione: in Italia si può?

Stesso discorso per quanto riguarda la possibilità di adottare un bambino. Il sistema di adozione in Italia è congestionato e rende l’adozione ostica già per le coppie che rientrano maggiormente nell’ideale del Mulino Bianco – considerando soprattutto i molteplici requisiti legali, di tempistiche e a volte anche legati a particolarità dei richiedenti adozione, che servono per poter fare richiesta – ma per quanto riguarda le coppie omosessuali questa possibilità è assolutamente vietata.

A differenza di coppie eterosessuali o di single, le coppie gay non potranno fare richiesta di adozione, secondo le leggi italiane.

Step Child adoption: esiste una scappatoia?

Da quello che abbiamo potuto appurare fin’ora, adottare per le coppie dello stesso sesso il bambino biologico del partner è impossibile, ma questo non è tecnicamente vero. Non esiste la legge che preveda questo preciso caso – la stepchild adoption che è stata rifiutata – ma esiste la possibilità di adottare per “casi particolari”. In cosa consiste? Sebbene le coppie omosessuali non possano adottare bambini in stato di abbandono o il figlio del partner, nell’ultimo periodo molti giudici hanno ammesso quest’ultima possibilità, ecco come. L’adozione per casi particolari è differente dall’adozione canonica – o piena – ma in questa casistica la sua differenza è superflua. L’adozione canonica permette la completa troncatura dei rapporti del bambino con la famiglia d’origine, mentre l’adozione per casi particolari no. Ma nel caso di adozione del figlio del partner questa postilla non solo non tocca la coppia ma è addirittura superflua.

Molti giudici hanno deciso di interpretare l’articolo numero 44 comma 1 della Legge sull’adozione – quello che regola le adozioni e che prevede che anche un bambino non in stato di abbandono possa essere adottato – di modo che anche lo step parent, ovvero il partner del genitore biologico, possa adottare il bambino del genitore biologico.

I requisiti per poter accedere a questo tipo di adozione sono quelli di avere il consenso del genitore biologico e un rapporto continuativo fra lo step parent e il bambino (la convivenza, il progetto di cura e il mantenimento fanno assolutamente parte di questo rapporto).

Per poter richiedere l’adozione per casi particolari occorrerà affidarsi ad un legale, il quale aiuterà a redigere non solo l’istanza con il richiamo alle leggi, ma l’ufficiale consenso da parte del genitore biologico e anche la richiesta da parte del genitore adottante.

La suddetta richiesta andrà portata al Tribunale dei Minori del luogo di residenza del minore. Considerando questa casistica sembra paradossale che ancora la Stepchild Adoption non rientri nella quotidianità ma venga aborrita come una blasfemia immonda. Ma vediamo, invece, l’ultima casistica: cosa succede in caso si adotti all’estero?

Coppie gay e adozione all’estero: è valida in Italia?

L’adozione di un bambino in Italia da parte di coppie dello stesso sesso non è consentita, come abbiamo già precedentemente potuto appurare, ma ciò non è altrettanto valido per moltissimi altri Stati esteri.

Sono, infatti, ventinove i Paesi che consentono l’adozione di un bambino da parte di coppie gay e sono:

  • Svizzera
  • Spagna 
  • Francia
  • Svezia
  • Germania
  • Belgio
  • Regno Unito
  • Paesi Bassi
  • Croazia
  • Novergia
  • Lussemburgo
  • Danimarca
  • Austria
  • Canada
  • Islanda
  • Israele
  • Stati Uniti d’America
  • Argentina
  • Brasile
  • Uruguay
  • Sudafrica
  • Finlandia
  • Andorra
  • Colombia
  • Irlanda
  • Malta
  • Austria
  • Portogallo
  • Nuova Zelanda
  • Messico (alcune parti)

Ma cosa succede se una coppia italiana omosessuale decide di recarsi all’estero per adottare? Ebbene, la legge in Italia stabilisce che non sia possibile per le coppie italiane omosessuali adottare un bambino in Italia, ma nel caso in cui adottassero con regolare documentazione un bambino all’estero, questa documentazione renderebbe la parentela d’obbligo e rimarrebbe valida anche in Italia.

Quindi, adottando in Spagna o in Francia, si potrà comunque vivere in Italia ed essere considerati legalmente tutori e genitori di quel bambino che in Italia non sarebbe stato possibile adottare. Anche in questo caso la burocrazia è incongruente e se da un lato limita un comportamento lo ammette e consente dall’altro, rendendo quasi ridicola la prima limitazione. 

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