Quali sono gli animali vietati in Italia? Qui la lista

Esiste una lunga lista di animali che non si possono in alcun modo tenere in casa e nemmeno in giardino. In questa guida abbiamo raccolto le razze e le specie vietate e le sanzioni per chi le detiene o vende.

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Prima di acquistare un animale devi sapere che nel nostro Paese ci sono delle leggi specifiche che vietano la detenzione di alcune specie. Si tratta principalmente di razze pericolose per l'uomo o a rischio di estinzione. Per tutelare questi animali da spietati contrabbandieri (e anche da acquirenti poco responsabili) la legge prevede delle sanzioni severe. 

Vediamo insieme l'elenco degli animali vietati in Italia, molti dei quali esotici, selvatici e in voga.

Quali sono gli animali vietati in Italia

Gli animali vietati all'interno del territorio italiano sono elencati nel Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) del 19 aprile 1996, intitolato per l'appunto

"Elenco delle specie animali che possono costituire pericolo per la salute e l'incolumità pubblica e di cui è proibita la detenzione." 

Entrando nello specifico, il decreto emanato dal MATTM prevede all'artioclo 1 quanto segue:

"Ai fini dell'individuazione delle specie che possono costituire pericolo per la salute e l'incolumità pubblica, sono da considerare potenzialmente pericolosi per l'incolumità e la salute pubblica, tutti gli esemplari vivi di mammiferi e rettili selvatici ovvero provenienti da riproduzioni in cattività che in particolari condizioni ambientali e/o comportamentali, possono arrecare con la loro azione diretta effetti mortali o invalidanti per l'uomo o che non sottoposti a controlli sanitari o a trattamenti di prevenzione possono trasmettere malattie infettive all'uomo."

In sostanza, questo articolo definisce quali sono gli animali che potrebbero arrecare un danno alla salute delle persone e che, per questo, non possono essere detenuti all'interno delle abitazioni private, dal momento che potrebbero costituire un grave pericolo (per sè o per la collettività).

La legge italiana che pone il divieto di detenzione di queste specie si rifà alla normativa internazionale e, in particolare, alle disposizioni previste dalla Convenzione di Washington, emanata nel 1975 e introdotta ed applicata del nostro Paese cinque anni dopo, precisamente nel 1980.

Questo accordo internazionale racchiude ben 36.000 specie in via di estinzione, in modo da garantire loro la tutela necessaria e la protezione che gli occorre, e li suddivide in tre differenti categorie:

  • le specie in via di estinzione, le quali per ovvi motivi, dunque, non possono essere commerciate;
  • le specie che possono essere commerciate, ma solamente se si rispettano determinati requisiti e regole, e solamente se si rientra all'interno di specifiche condizioni e circostanze, in modo da evitare i possibili sfruttamenti che potrebbero essere effettuati su questi animali ed in modo da garantire la loro sopravvivenza;
  • le specie che sono protette e che, dunque, non possono essere commerciate in uscita ed esportate da alcuni Stati, i quali garantiscono la rispettiva sopravvivenza all'interno del proprio territorio.

Nell'elenco non compaiono solamente gli animali esotici (come in molti, erroneamente, pensano), quelli in via di estinzione e  potenzialmente pericolosi per l'uomo, ma figurano, invece, molte altre specie che andremo ad elencare più avanti nel dettaglio. Tra questi meritano particolare attenzione:

  • gli animali esotici, così come viene disciplinato all'interno del Regolamento UE del 9 marzo 2016, in materia di sanità animale, e riportato nel nostro ordinamento giuridico nazionale, solamente molti anni dopo, in seguito alll'emanazione della Legge n. 53 del 23 aprile 2021;
  • gli animali selvatici, cioè quelli che vivono in boschi, praterie, quindi, lontano dall'uomo;
  • gli animali nati in cattività, cioè quelli che nascono attraverso la riproduzione di due genitori dei quali almeno uno è di origine selvatica e vive nella natura;
  • gli animali che sono stati riprodotti in cattività, cioè nati dalla riproduzione di due genitori nati in cattività.

Ecco la lista 

Come abbiamo visto fino ad ora, sono davvero tanti gli animali la cui detenzione e vendita è vietata nel nostro Paese e, in generale, in Europa. Elencarli tutti sarebbe impossibile, per questo abbiamo raccolto le specie e razze più comuni e più commercializzate nonostante i moltissimi divieti. Questa è la lista da tenere in mente:

  • il topo;
  • il ratto;
  • il marsupiale;
  • il canguro;
  • il lemure;
  • il lemure pigmeo;
  • il lemure saltatore;
  • l'aye-aye;
  • il lorisini;
  • il tarside;
  • la scimmia orso;
  • la scimmia del nuovo mondo;
  • la scimmia del vecchio mondo;
  • il gibbone;
  • l'orango;
  • lo scimpanzé;
  • il gorilla;
  • il lupo;
  • la volpe;
  • lo sciacallo;
  • il coyote;
  • l'orso;
  • l'orso lavatore;
  • il panda;
  • il tayra;
  • il ghiottone;
  • il tasso;
  • il tasso del miele;
  • la lontra;
  • la lontra gigante;
  • la lontra marina;
  • la iena;
  • il leone;
  • la tigre;
  • la pantera;
  • il leopardo;
  • il ghepardo;
  • il servalo;
  • l'elefante;
  • il rinoceronte;
  • il cinghiale;
  • il pecari;
  • l'ippopotamo;
  • il cervo;
  • l'alce;
  • il daino;
  • il cerbiatto;
  • l'antilope;
  • il bufalo;
  • il caprino;
  • l'istrice;
  • l'istrice arborea;
  • il riccio africano;
  • il capibara;
  • il paracana;
  • l'aguti;
  • la mauremide caspica;
  • la tartaruga;
  • la tartaruga marina;
  • la tartaruga aliena;
  • la tartaruga azzannatrice;
  • l'alligatore;
  • il gila;
  • il varano;
  • il pitone reticolato;
  • l'anaconda;
  • il cobra;
  • il mamba;
  • il corallo;
  • l'atrattapside;
  • la vipera;
  • il mocassino;
  • il serpente a sonagli;
  • il pipistrello;
  • il petauro dello zucchero;
  • l'aquila;
  • il falco;
  • il pappagallo del Sudamerica.

Fino a qualche anno fa anche alcune razze di cani erano vietate in Italia, in quanto considerate particolarmente  aggressive e pericolose, tanto da poter arrecare dei danni agli esseri umani. Tra queste razze canine c'erano, nello specifico:

  • il Bulldog Americano;
  • il Pit Bull Terrier;
  • il Rottweiler.

Ad oggi, in segiito a una drastica opera di riforma, la normativa nazionale è stata modificata dal momento che qualsiasi razza di cane potrebbe essere potenzialmente pericolosa e quindi non avrebbe senso etichettare come tali soltanto alcune "razze". Oggi si possono comprare, allegvare, vendere e tenere in casa e in giardino quanti cani si vuole e di qualsiasi tipo. E si possono anche portare con sé in aereo, in autobus o in treno. 

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Le sanzioni

Come abbiamo più volte ripetuto, le sanzioni per chi infrange i divieti sono severe. Ad essere vietata non è soltanto la detenzione, ma anche il trasporto, il transito e la vendita. Quindi la pena colpirà tanto l’acquirente, quanto il trasportatore e il venditore. Ai sensi della legge n. 150 del 1992, chi trasgredisce alle norme nazionali rischia congiuntamente:

  • l’arresto da minimo sei mesi fino ad un massimo di due anni;
  • la sanzione pecuniaria da 15.000 euro (nella misura minima) fino a 150.000 euro.

La pena aumenta in caso di recidiva, precisamente la detenzione passa da minimo un anno fino al massimo di tre mentre la multa parte da 30.000 euro fino a 300.000 euro. E gli animali in questione, invece, che fine fanno? Dopo la condanna, lo Stato provvede a confiscarli al proprietario e a trasferirli in centri specializzati. Qui, grazie agli interventi di veterinari ed esperti, potranno essere reintrodotti nel loro habitat o spostati in ambienti adeguati (qualora non fosse possibile liberarli in natura). Durante la loro permanenza riceveranno tutte le cure necessarie per vivere in salute.

Quali sono gli animali domestici che sono legali in Italia

La definizione di animale domestico la possiamo ritrovare, in maniera indiretta, all'interno del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio del 2003 secondo cui si considera "animale da compagnia":

"quello tenuto, o destinato ad essere tenuto, dall’uomo per affezione senza fini produttivi o alimentari; compresi quelli che svolgono attività utili all’uomo, come il cane per disabili, gli animali da pet-therapy, da riabilitazione, e impiegati nella pubblicità."

Logicamente, tra gli animali domestici non sono compresi quelli che abbiamo precedentemente elencato, quindi le specie esotiche, quelle selvatiche e in cattività, gli animali in via di estinzione, quelli considerati pericolosi, e così via.

L'animale domestico,anche detto "di affezione"invece è considerato in grado di vivere pacificamente insieme adgli esseri umani, senza arrecare minacce per la sicurezza e la salute.

Per conoscere l'elencazione completa compagnia si prendono in considerazione la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (abreviato CITES), i Regolamenti Europei e i Decreti del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. In particolare, le specie che possono essere detenute, in maniera legale, all'interno dei confini nazionalisono le seguenti:

  • mammiferi;
  • pesci;
  • rettili;
  • anfibi;
  • uccelli.

A queste specie devono essere obbligatoriamente garantiti:

  • un'adeguata alimentazione;
  • le cure necessarie per la sopravvivenza;
  • degli spazi idonei per vivere al meglio o, comunque, in linea con le proprie esigenze in quanto ad habitat naturale.

Tra questi che abbiamo detto, quelli che più frequentemente si trovano nelle case degli italiani sono:

  • i cani;
  • i gatti;
  • gli uccelli, come ad esempio i pappagalli;
  • i pesci, come ad esempio i pesci d'acquario ed i pesci tropicali;
  • i conigli domestici;
  • i criceti;
  • i furetti;
  • i porcellini d'india;
  • i maialini;
  • i topi domestici, ad eccezione delle specie che sono vietate dalla legge;
  • le cavie peruviane;
  • i gechi;
  • le iguane;
  • i camaleonti;
  • i serpenti, ad eccezione di quelli che sono vietati dalla legge, come ad esempio i pitoni ed i serpenti del grano.

Tra queste specie le "più gettonate" sono di gran lunga cani e gatti, seguiti dagli uccelli e dai pesci.

Quali sono gli animali a rischio estinzione

Tra le 36.000 categorie protette dalla Convenzione di Washington del 1975 e dal Regolamento Europeo del 2016, suddivise nelle tre diverse categorie che abbiamo elencato all'inizio di questa breve guida, possiamo trovare ad esempio le seguenti tipologie di animale che sono attualmente a rischio estinzione, ovvero:

  • la civetta;
  • il falco reale;
  • l'orso bruno.

Questi ed altre specie protette non possono essere convertite in animali domestici o da compagnia e quindi la loro detenzione, sia in casa che in giardino, è assolutamente vietata.