Addio assegno di mantenimento ai figli maggiorenni, ecco in quali casi si perde il diritto

I figli non possono pensare di ricevere l'assegno di mantenimento per sempre. Prima o poi, bisogna diventare autonomi, anche dal punto di vista economico.

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Non ci si può far mantenere per sempre dai genitori. Una volta diventati maggiorenni si può perdere il diritto ad essere mantenuti. La giurisprudenza italiana, in materia di famiglia, sta per cambiare. I figli maggiorenni non ancora economicamente autosufficienti potrebbero perdere il diritto ad essere mantenuti dai genitori.

L’obbligo può essere revocato al verificarsi di alcuni particolari condizioni, anche in assenza di lavoro o di uno stipendio che permetta di essere autonomi. Rispetto al passato, bisogna sapere che la giurisprudenza sta virando in una direzione molto più rigida. Pertanto, è molto più semplice perdere, con il tempo, il diritto a ricevere l’assegno di mantenimento, piuttosto che vederselo riconfermato.

Spieghiamo nel testo quando viene riconosciuto l’assegno di mantenimento ai figli e quando si perde il diritto. Infine, tracceremo l’orientamento della giurisprudenza in merito alla questione e come potrebbero cambiare le regole sul mantenimento dei figli.

Quando viene riconosciuto l’assegno di mantenimento ai figli

Non c’è una regola fissa che stabilisce quando spetta l’assegno di mantenimento ai figli maggiorenni e quando no. Naturalmente, una condizione imprescindibile è la non autosufficienza economica. Ma anche in presenza di questo aspetto, è compito dei giudici valutare le singole situazioni in quanto ogni caso è a se stante. Ci sono, come in molti casi, variabili diverse che bisogna considerare che rendono diverse le varie situazioni.

Non bisogna pensare che questo diritto duri per sempre. Infatti, più avanza l’età e più è facile perderlo. Si pensi ad un giovane appena diventato maggiorenne, ancora intento negli studi. Fintanto che prosegue e conclude la formazione, nulla può toglierli in diritto ad essere mantenuto, ma una volta concluso il percorso di studi, più si va avanti e non trova lavoro, meno probabilità di veder riconfermato l’assegno. Prima o poi bisogna diventare autonomi e non gravare più sui genitori.

Tant’è che la Corte di Cassazione ha più volte ribadito una soglia “simbolica” oltre la quale si perde il diritto ad essere mantenuto. Arrivati ai trent’anni la disoccupazione, in molti casi, dipende più dall’inerzia del figlio a non volersi sistemare e non trovare nessuna occupazione. Come abbiamo detto la soglia dei trent’anni è simbolica. Il figlio potrebbe perdere il diritto anche prima come nel caso in cui abbandona gli studi e non si mette a cercare lavoro.

Quando si perde il diritto ad essere mantenuti dai genitori

Abbiamo già anticipato, per sommi capi, i casi in cui si perde il diritto al mantenimento. Innanzitutto, i figli maggiorenni non ne hanno più diritto dal momento in cui lavorano stabilmente e hanno l’indipendenza economica necessaria a mantenersi autonomamente.

Tuttavia, per cessare l’obbligo una situazione del genere non è più necessaria. È sufficiente avere una potenzialità reddituale, ovvero il conseguimento di un titolo di studio o professionale tale da permettergli di affrontare situazioni e raggiungere l’autonomia economica. Senza ombra di dubbio, si tratta di un orientamento molto più rigido che mette in seria difficoltà i giovani che, subito dopo la laurea o dopo il conseguimento del diploma professionale, non riescono a trovare lavoro.

Perché la situazione è virata verso regole più rigide rispetto al passato? Di fatto, i genitori sono obbligati a fornire ai figli l’istruzione e tutti gli strumenti utili per cavarsela da soli. Se, però, l’indipendenza non viene raggiunta, i genitori non possono farsi carico delle finanze dei figli per sempre.

È opportuno fornire una breve spiegazione sul significato di indipendenza economica reale, effettiva e attuale. Si intende, nello specifico, la situazione in cui il figlio maggiorenne può provvedere a se stesso economicamente senza il supporto necessario dei genitori.

Come cambiano le regole sul mantenimento

Come abbiamo già detto, la giurisprudenza sta virando in una direzione sempre più rigida sul mantenimento ai figli maggiorenni. Non è semplice come prima che l’assegno permanga anche prima di una certa età.

Infatti, ormai, è opportuno che si creino delle condizioni per il conseguimento del risultato, nella fattispecie, l’indipendenza economica dai genitori, il sapersi e potersi rendere autonomi e non più l’indipendenza reale, effettiva e attuale spiegata poc’anzi. Ciò vuol dire che se il figlio maggiorenne lavora e percepisce uno stipendio basso, è molto probabile che il giudice revochi l’obbligo di mantenimento. Questo può accadere più frequentemente per i figli laureati e specializzati e che abbiano, anche solo potenzialmente, tutte le facoltà per diventare autonomi e non gravare più sulle finanze dei genitori.

Tant’è che i genitori, secondo la legge, hanno solo l’obbligo di garantire ai figli un’istruzione, affinché possano costruirsi un futuro. Pertanto, è bene che i figli non si adagino troppo sugli allori e ce la mettano tutta a trovare un’occupazione, anche provvisoria, per rendersi economicamente autonomi.