Multe con autovelox nascosto, la Cassazione le cancella!

Le multe inflitte agli automobilisti ricorrendo all'autovelox sono sempre valide? È possibile appellarsi e farsele cancellare?

Le multe inflitte agli automobilisti ricorrendo all’autovelox sono sempre valide? È possibile appellarsi e farsele cancellare? Quando l’apparecchio è ben nascosto e non è visibile all’inconsapevole automobilista, le sanzioni sono valide? E se l’autovelox è piazzato su una vettura di servizio, nella quale non ci siano scritte o lampeggianti, la sanzione per eccesso di velocità deve essere pagata?

In questa sede non vogliamo di certo difendere il diritto di chi guida a viaggiare alla velocità che vuole. Le regole di prudenza e di rispetto degli altri utenti, che viaggiano sulle strade, devono essere sempre messe al primo posto. I limiti di velocità devono essere sempre rispettati, così come tutte le altre regole del codice della strada. A volte, però, la ricerca di chi stia viaggiando ad una velocità tropo alta raggiunge dei paradossi assurdi, facendo sembrare questi automobilisti dei ladri, anche se non lo sono, e come dei bersagli da colpire. Sono innumerevoli gli stratagemmi, che sono escogitati da poliziotti e vigili, per stanare chi eccede con i limiti di velocità. Uno degli obiettivi più ambìti è quello di cercare di rendere il più possibile invisibile l’autovelox, in modo da poter cogliere in flagrante gli automobilisti con il piede pesante sull’acceleratore. In questo modo il mal capitato di turno si accorge di aver incrociato l’autovelox, solo e soltanto nel momento in cui ricevere il verbale e la multa direttamente a casa.

Autovelox: la posizione della Corte di Cassazione!

Ma è lecito e corretto nascondere l’autovelox in un’auto civetta? Una domanda che si sono posti molti malcapitati e della quale si è occupata direttamente la Corte Costituzionale, con l’ordinanza n. 4007 del 08.02.2022, che ha provveduto ad annullare sanzione e taglio dei punti sulla patente di un automobilista, che si era visto recapitare una sanzione inflitta grazie ad un autovelox montato all’interno di un’auto civetta dei vigili urbani. La stessa, per passare completamente inosservata, era priva di scritte di servizio e lampeggianti blu. Non è stato sufficiente il cartello di presegnalazione a far in modo che il verbale fosse valido.

Il ragionamento della Corte di Cassazione si basa su un concetto molto importante: l’autovelox deve essere ben visibile. Anche le postazioni di controllo devono essere sottoposte alla stessa regola. Per i primi, questo era un concetto molto chiaro da tempo, tanto da far diventare fuorilegge quelli infrattati, adesso lo stesso criterio viene esteso alle auto civetta, che vengono utilizzate dalla polizia stradale e dai vigili urbani per lo svolgimento dei vari servizi. Quindi addio agli autovelox nascosti dietro ad un cespuglio o al guard rail, ma anche a quelli nascosti nelle auto della polizia. Non si possono fotografare di nascosto gli automobilisti, né tendere loro delle trappole.

Autovelox nascosto, la multa è nulla!

Su questo punto, tra l’altro, anche il Codice della Strada è molto chiaro. L’articolo 142, al comma 6, dispone esplicitamente che:

Le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, ricorrendo all’impiego di cartelli o di dispositivi di segnalazione luminosi.

Questa norma dispone che gli eventuali autovelox – non importa che siano fissi o mobili – siano resi noti anticipatamente agli utenti della strada. Essere a conoscenza della presenza di una postazione atta a rilevare la velocità, permette all’automobilista di moderare la velocità ed evitare brusche frenate all’ultimo minuto, contribuendo a migliorare la sicurezza della strada.

Questo significa che dovrà essere presente un cartello che provveda a presegnalare l’autovelox, che:

  • deve essere riportare la seguente dicitura: Controllo elettronico della velocità. A seguire dovrà essere indicato il tipo di apparecchio utilizzato;
  • deve essere posizionato sulla strada deve essere ben visibile e chi la sta percorrendo;
  • deve essere collocato ad un’adeguata distanza dall’apparecchio, in modo da permettere agli automobilisti di rallentare senza creare degli inutili pericoli.

Anche gli autovelox montati a bordo di un’auto civetta devono essere segnalati. Lo prevede il codice della strada, ma lo ha anche affermato la Corte di Cassazione. Nel caso in cui l’apparecchio sia posizionato all’interno di una qualsiasi macchina di servizio, questo non permette agli agenti di nasconderlo. In caso contrario la multa è nulla. Anzi, più correttamente dovremmo affermare che la stessa potrà essere annullata a seguito di un ricorso proposto dal conducente, che per farlo potrà rivolgersi al Giudice di Pace o al Prefetto. Dalla parte degli automobilisti ci sono anche due circolari del Ministero dell’Interno – conosciute come Direttiva Maroni e Direttiva Minnitti – che prevedono che, nel caso in cui gli agenti dovessero utilizzare dei veicoli civetta privi di contrassegni istituzionali, devono utilizzare gli stessi segnali prescritti per dare avviso della presenza dell’apparecchio di rilevamento elettronico della velocità.

La precisazione!

La Suprema Corte, poi, su questo punto ci va molto pesante, spiegando che l’obbligo di segnalare in anticipo qualsiasi tipo di postazione per il rilievo della velocità

va interpretato nel senso che, tanto per le postazioni fisse quanto per quelle mobili, il requisito della preventiva segnalazione della postazione ed il requisito della visibilità della stessa sono distinti ed autonomi e devono essere entrambi soddisfatti ai fini della legittimità della rilevazione della velocità effettuata tramite la postazione.

Lo stesso principio era stato affermato, di recente, da un’altra pronuncia della Cassazione a proposito degli apparecchi Scout Speed, ossia gli autovelox installati a bordo di auto della Polizia in movimento: anche in questi casi le multe fatte attraverso dispositivi non segnalati sono nulle.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
764FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate