Bollette: fornitori chiedono depositi e fideiussioni ai condomìni, come correre ai ripari

Bollette: i fornitori chiedono depositi e fideiussioni ai condomìni, nonostante il limite imposto con il Decreto Aiuti bis. Ecco cosa sta accadendo.

Molti condomìni si trovano nella situazione di ricevere avvisi di pagamento, e richieste da parte dei fornitori di garantire depositi o fideiussioni. Di fatto i condomìni in tutta Italia si trovano in una situazione che si voleva scongiurare negli scorsi mesi, e per cui il governo precedente era intervenuto con misure specifiche, come il Decreto Aiuti.

Ma andiamo un passo indietro: il recente aumento dei prezzi di bollette di gas e luce ha messo in ginocchio imprese e famiglie in Italia, comportando non poche conseguenze. Dalla chiusura di attività e negozi, all’impossibilità per molti italiani di sopperire al pagamento delle bollette di casa.

La situazione nelle ultime settimane è leggermente migliorata, a causa di una lieve discesa del prezzo del gas, tuttavia i rincari ancora si sentono, e si sentiranno anche nel 2023. Ad essere in difficoltà, secondo le recenti indiscrezioni, attualmente sono soprattutto i condomìni, che si vedono recapitare richieste di pagamento, depositi o fideiussioni, anche se non previste. Cerchiamo di capire cosa sta accadendo.

Bollette: i fornitori chiedono depositi ai condomìni

Andiamo a vedere da vicino cosa sta accadendo a molti condomìni in Italia: molti amministratori stanno ricevendo diverse richieste da parte dei fornitori di energia, di saldo di pagamenti che riguardano la fornitura principalmente su parti comuni negli edifici.

I fornitori stanno chiedendo quindi sempre maggiori garanzie agli amministratori e ai condomìni, tra cui: depositi cauzionali, pagamenti immediati delle fatture, o comunque in tempi molto brevi, e talvolta si richiede anche la fideiussione dalla banca.

Si tratta di richieste apparentemente unilaterali, con il rischio di vedersi recidere il contratto e la sospensione delle stesse forniture di energia elettrica. In alcuni casi si richiede il saldo di tali pagamenti entro 15 giorni dall’arrivo della comunicazione, tempi che, per il momento storico attuale, sono particolarmente difficili da rispettare.

Queste richieste vengono inviate soprattutto a soggetti morosi, ovvero che sono in ritardo con il pagamento delle bollette di energia e gas, per cui in questi casi il distacco della fornitura può avvenire anche in tempi brevissimi, nell’arco di un mese. Tuttavia molti amministratori di condomìni dichiarano di ricevere richieste al limite della correttezza, tenuto presente che è ancora in vigore la disposizione del Decreto Aiuti bis.

Bollette: i fornitori chiedono fideiussioni ai condomìni

Un aspetto da non trascurare è la richiesta di alcuni fornitori, in caso di insolvenza, di optare per le fideiussioni, ovvero la richiesta di garanzie più specifiche da parte delle banche stesse. Secondo gli ultimi dati, i fornitori sono molto più propensi a richiedere attualmente il saldo di tutti i pagamenti delle bollette arretrate, o di ottenere qualche garanzia.

Va tenuto presente che in Italia sono moltissimi i cittadini, le famiglie o le imprese, che si trovano in ritardo nel pagamento delle bollette di luce e gas, a causa delle conseguenze dei rincari delle materie prime e dell’inflazione, che nonostante un leggero miglioramento, continua a essere alta.

Tuttavia l’aggressività dimostrata da alcuni fornitori nel richiedere il saldo di tutti i pagamenti rischia di ricadere interamente sugli amministratori, che si trovano in una posizione di svantaggio rispetto a chi abita in ville unifamiliari. In particolare, il rischio che corrono questi professionisti è quello di essere accusati di insolvenza, per conto dei condomìni.

Va ricordato tuttavia che attualmente sono ancora in vigore le regole del Decreto Aiuti bis, con cui il precedente governo aveva posto un limite ai fornitori e venditori di luce e gas per ciò che riguarda le modifiche unilaterali dei contratti di fornitura.

Già ad ottobre, Area aveva proposto alcune linee guida da seguire per le modifiche ai contratti, tuttavia i casi messi in luce nell’ultimo periodo riguardano una varietà di situazioni che difficilmente rientrano nelle linee guida ufficiali.

Bollette, depositi e fideiussioni: il parere del Codacons

Anche se attualmente si attendono prese di posizione da parte di Arera o Antitrust, alcune associazioni a tutela dei consumatori intervengono in merito alla questione. In particolare il Codacons spiega che una situazione di questo tipo, in cui i fornitori chiedono depositi e fideiussioni ai condomìni sulle bollette, può mettere a dura prova l’intero settore dei condomìni.

Va ricordato infatti che i rincari si fanno ancora sentire, e molti condomìni sono già in difficoltà nel pagamento delle utenze, non solo per ciò che riguarda gli inquilini dei singoli appartamenti, ma sulle spese per le parti comuni (come i costi dell’energia per illuminare le aree comuni).

Inoltre, uno dei rischi ulteriori per questo settore è il passaggio dal mercato tuttelato dell’energia al mercato libero: si tratta di una modifica prevista per il 2023, per alcuni soggetti, come le piccole imprese e i condomìni. A questo proposito, il mercato libero secondo gli ultimi dati propone costi maggiori rispetto a quello tutelato, e il rischio è quello di un ulteriore dispendio di denaro a partire dal prossimo anno.

Per questo motivo molte associazioni di categoria stanno chiedendo direttamente al governo di intervenire per prolungare ancora il mercato tutelato per queste realtà. Per correre ai ripari sui rischi legati ai prezzi delle bollette, si attendono le misure del nuovo governo.

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