Rubinetti che perdono? Ci pensa il bonus idrico!

Pronte le regole per la richiesta del bonus idrico per i lavori fatti in casa nel 2021. Sostituzione di rubinetti e miscelatori poco efficiente sono le attività che riceveranno un contributo da 1.000 euro, ma solo fino a esaurimento del fondo da 20 milioni a disposizione.

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Sono pronte e sono state formalizzate in un decreto del Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani le regole per la richiesta del bonus idrico 2021.

Si tratta di una misura per la quale sono stati stanziati per quest’anno 20 milioni di euro su un capitolo di spesa chiamato fondo per il risparmio delle risorse idriche. Lo scopo di questo sussidio è infatti quello di migliorare l’efficienza degli impianti domestici, portando a un minore spreco di acqua. 

Per l’utente nell’immediato si tratterà di fare dei lavori, se non a costo zero, quantomeno con un bello sconto e alla fine di ogni anno di un bel risparmio sulla bolletta dell’acqua.

A lungo temine i benefici saranno a livello più generalizzato per tutti, considerando la carenza cronica di acqua che c’è a livello mondiale, che certamente non migliorerà nei prossimi anni, considerando anche gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici.

Gli interventi che saranno oggetto di rimborso sono quelli che sono stati fatti a partire da gennaio e fino a tutto il dicembre del 2021. Le domande potranno essere presentate al temine dei lavori allegando regolare fattura e dimostrando che il pagamento effettivamente c’è stato ed ha riguardato lavori coperti da questo bonus.

Perché un bonus idrico?

Si tratta di uno dei modi scelti dal Governo, per ottenere due risultati contemporaneamente. Da un lato quello di spingere le spese anche in questo settore, dando un po’ più di lavoro agli idraulici e a chi vende prodotti idrosanitari, che come tutti hanno sofferto molto a seguito della crisi seguita alla pandemia.

In secondo luogo ha lo scopo di ridurre i consumi medi annui di acqua anche delle famiglie. 

L’acqua infatti non costituisce una risorsa inesauribile e anche in parecchie zone d’Italia, soprattutto d’estate i rubinetti rimangono all’asciutto per lunghi periodi. 

I dati ISTAT riferiti al 2018 ripostati da Fisco oggi parlano per quell’anno di un

prelievo idrico che ha raggiunto i 9,2 miliardi di metri cubi solo di acqua potabile. Per intenderci quella che vien destinata agli usi domestici, pubblici commerciali e produttivi.

Il consumo a livello giornaliero in tutta Italia è stato di 25 milioni di metri cubi, che corrispondo a 419 litri per ogni abitante. Di questi, una cifra compresa tra i 130 e i 140 litri è quella che si stima sia consumata per ogni cittadino solo a livello domestico.

Di qui la necessità di pensare a qualche incentivo che invogli le famiglie a dotarsi di rubinetterie e di sanitari che favoriscano un minor consumo di questo prezioso liquido, e a sostituire impianti vecchi, che probabilmente sono fonte di dispersioni di cui la famiglia non è neppure consapevole.

Chi sono i beneficiari del bonus idrico

L’articolo 2 del decreto 27 settembre 2021 del Ministro della Transizione Ecologica dice che

potranno accedere al bonus idrico tutte le persone fisiche maggiorenni che abbiano una residenza in Italia. Devono inoltre avere un diritto di proprietà, un altro diritto reale, o anche diritti personali di godimento, purché siano stati giù registrati al momento della presentazione della domanda.

Con il termine diritti reali si intendono tutti i diritti assoluti, cioè quelli che possono essere fatti valere verso chiunque. Si tratta oltre alla proprietà, che è quello più completo anche dell’uso, usufrutto, abitazione.

I diritti personali di godimento, invece sono quelli che derivano da una obbligazione. Pensiamo alla classica locazione. Come specificato dalla norma, contratti di questo tipo devono già esistere ed essere registrati al momento in cui si fa la domanda per il bonus.

Altra condizione richiesta per legge è che i lavori per i quali si chiede il contributo siano fatti su edifici già esistenti. Non su case in costruzione, perché lo scopo del bonus è quello di favorire il risparmio idrico spingendo gli utenti a sostituire sistemi vecchi, che magari hanno delle perdite, con prodotti che garantiscono una migliore efficienza.

Possibile che i lavori siano fatti anche solo su una porzione o solo su un appartamento, senza obbligo che interessino tutto il complesso.

Quanti bonus idrici possono essere richiesti

La norma specifica che il bonus idrico può essere chiesto solo una volta e per un solo immobile. Esclusa sia la possibilità di richiedere un bonus per ogni immobile di cui si è proprietari sia quella di suddividerlo su più immobili. 

Nel caso la domanda sia fatta su edifici in comproprietà, o nel caso le persone che godono di un diritto personale di godimento siano più di una la domanda è possibile solo dopo aver comunicato agli altri aventi diritto dell’intenzione di approfittare del bonus. Di questa comunicazione dovrà essere tenuta traccia da allegare alla domanda.

Quali sono i lavori coperti dal bonus idrico

La legge elenca tra i possibili interventi coperti dal bonus idrico quello della sostituzione di vasi sanitari in ceramica con altri manufatti a scarico ridotto. Inoltre la sostituzione dei rubinetti, soffioni doccia e colonne doccia con sistemi che abbiano una limitazione del flusso di acqua.

Bisogna fare riferimento alla legge 178 che agli articoli da 61 a 64

elenca quali sino le spese ammissibili, sempre avendo come obiettivo quello di fare gli interventi di cui sopra. Le spese valide ai fini di questo bonus sono sia quelle per l’acquisto, che per la messa in opera

di vasi sanitari di ceramica che abbaino un volume massimo di scarico uguale o inferiore a sei litri. Entrano nel computo delle spese sia quelle idrauliche che quelle murarie che si rendono necessarie per smontare e dismettere il sistema preesistente.

Compre poi le spese per acquistare e installare rubinetti e miscelatori destinati sia al bagno che alla cucina. Tra questi rientrano anche gli apparecchi che servono per il controllo del flusso dell’acqua con una portata massima di sei litri al minuto.

Inoltre i soffioni e le colonne per le docce che abbiano una portata che non superi i 9 litri al minuto. Anche in questo caso sono comprese oltre agli interventi dell’idraulico anche tutte le opere murarie che si rendessero necessarie, anche se fatte da un altro operaio o altra azienda.

Chi prima arriva, prende il bonus idrico

Come specificato nel Decreto Ministeriale le somme che sono state stanziate a bilancio per le opere idrauliche portate a termine nel corso del 2021 ammontano a 20 milioni di euro. La regola stabilita dall’articolo 4 del decreto è che i bonus idrici sono emessi fino a esaurimento delle risorse disponibili, dopodiché non saranno più accettate richieste.

Le domande saranno evase in base all’ordine temporale in cui sono state presentate, indipendentemente dalle spese sostenute e in ogni caso l’utente ha diritto alla somma massima di mille euro

Il bonus non è cumulabile con altre agevolazioni di tipo fiscale che riguardino gli stessi servizi. Viene rilasciato indipendentemente dal reddito del richiedente.

Questo bonus va considerato come un sussidio, non come una fonte di reddito. Quindi non solo non deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi, ma non deve neppure essere segnalato al momento della presentazione dell’ISEE.

Come fare domanda per il bonus idrico

Le domande per accede al bonus idrico si fanno esclusivamente per via telematica utilizzando la piattaforma bonus idrico che è accessibile da chi abbia prima autenticato la propria identità passando dal sito del Ministero della Transizione Ecologica.

L’accesso è consentito solo con lo SPID o utilizzando la carta di identità elettronica. Nessun’altra modalità alternativa è possibile per usufruire di questo servizio.

Segundo le indicazioni del sito l’utente dovrà inserire i propri dati, comprensivi anche di codice fiscale, e del titolo giuridico per il quale si chiede il bonus: proprietario, locatario o altro, le spese che ha sostenuto e per le quali intende ottenere il rimborso, una descrizione di tipo tecnico dell’intervento fatto e di cosa sia stato sostituito con cosa.

Inoltre va segnalato il codice catastale dell’edificio oggetto di interventi, la dichiarazione di non aver già fruito di detrazioni fiscali per i medesimi lavori. Dovrà poi essere indicato il codice IBAN del conto bancario o postale dove dovrà essere accreditato il rimborso se accettato.

Si precisa che per espressa indicazione di legge questi dati devono essere autocertificati. Questo significa che non è richiesta la presentazione di certificati ufficiali.

Significa anche che la domanda assume i connotati di un atto pubblico, che nel caso venga falsificato, inserendo dati scorretti porta a chi lo ha compilato conseguenze anche di tipo penale.

Richiesto anche di allegare copia della fattura elettronica emessa da chi ha eseguito i lavori. Sul documento dovrà essere indicato il codice fiscale del richiedente, se il fornitore non fosse tra quelli obbligati ad emettere la fattura elettronica.

In alternativa è sufficiente allegare un documento commerciale ordinario, o la certificazione dell’avvenuto bonifico, o del pagamento con mezzi elettronici aggiunta a un documento che colleghi questo esborso all’acquisto di beni e servizi tra quelli per cui è autorizzato il bonus.

Come sono fatti i controlli sul bonus idrico

Il Ministero della Transizione Ecologica si assume in proprio il compito di vigilare sulla regolarità di tutte le operazioni legate al bonus idrico. In particolare i controlli saranno fatti dal personale già a disposizione del dicastero. Su segnalazione anche di SOGEI, che si occuperà dello sviluppo e della gestione della piattaforma, potranno essere fatti controlli più approfonditi.

In caso di violazioni, delle regole relative alla concessione del bonus, o nel caso le somme erogate siano utilizzate in modo diverso da quello previsto, è automatica la revoca del sussidio e il successivo recupero a norma di legge.

Non è escluso, se ne ricorrono le condizioni che ci sia anche una segnalazione all’autorità giudiziaria, che valuterà se siano state commesse delle semplici violazioni di tipo amministrativo o se si sia sconfinato nel settore penale. Sanzioni che possono riguardare sia il richiedente, sia chi ha eseguito i lavori, se ha rilasciato documenti falsi.