Sono ancora in tempo le donne che hanno diritto al bonus mamma a richiederlo. Si tratta di un contributo introdotto nel 2017 e che quest’anno, salvo cambiamenti dell’ultima ora sarà erogato per l’ultima annualità.
Si tratta infatti di uno di quelli che saranno inglobati nell’assegno unico per i figli, che ha fatto il suo esordio a luglio di quest’anno, e che dal 2022 entrerà pienamente in vigore, introducendo un sistema che prevede l’erogazione di somme diverse sulla base dell’ISEE del nucleo familiare richiedente.
Come dice il nome stesso è un bonus riservato alle donne che siano diventate madri di recente o che lo stiano per diventare: valido nel caso di figli naturali, che nelle ipotesi in cui si sia ricorsi a una adozione, a un affido, o ci si trovi nel periodo di preaffido, purché siano fatti certificati e nel caso delle adozioni che siano dimostrate da una sentenza valida di un giudice.
La presentazione della domanda è piuttosto semplice, in tutti i casi, tranne in quello che riguarda i parti gemellari o le adozioni plurime. Mentre la legge è chiara nel dire che il sussidio spetta non alla madre, ma ai figli, qualche confusione può derivare dal fatto che la domna può essere già presentata prima del parto, qaundo il numero dei figli è probabile, ma non certo.
In alcuni casi circoscritti, invece della madre può essere il padre a chiedere il bonus, che non si cumula, ma si sostituisce con quello a cui avrebbe diritto la donna.
Che cosa è il bonus mamma
Si tratta di un sostegno che è stato introdotto in Italia con la legge di bilancio per il 2017 tra le
iniziative che hanno lo scopo di sostenere la maternità e cercare di porre un freno al calo demografico. È entrato in vigore dall’anno successivo e che varrà fino fino al 31 dicembre di quest’anno.
Può essere chiesto dalla madre, quindi non da entrambi i genitori, salvo le eccezioni di cui parleremo in seguito in cui il diritto passa al padre.
Si tratta di un sussidio una tantum, che viene versato in un’unica soluzione e viene erogato una sola volta per ognuno dei figli. È una elargizione a fondo perduto, che non deve essere restituita e che non presuppone alcun obbligo per mantenerla, salvo avere i requisiti di legge.
Non ci sono neppure vincoli di spesa o la necessità di giustificare il modo in cui si è utilizzata la somma ricevuta.
In quanto sostegno per incentivare l’ampliamento delle famiglie, non viene considerato alla stregua di un reddito, e non deve essere inserito nella dichiarazione dei redditi, per essere tassata,
Non ne deve inoltre essere fatta menzione all’intenso dell’ISSE o nel caso si faccia richiesta di sussidi o bonus che impongono un limite massimo di reddito o di patrimonio.
A chi è diretto il bonus mamma
Le destinatarie sono solo le donne, che potranno presentare la domanda già allo scadere del settimo mese di gravidanza. La richiesta, potrà comunque essere fatta, e sarà accolta, anche nel caso in cui il parto avvenga in anticipo, e prima dell’inizio dell’ottavo mese di gestazione.
Può essere chiesto al momento in cui ha inizio l’adozione nazionale o internazionale e il bambino entra materialmente nella nuova casa, è stata dichiarata effettiva con sentenza, o al momento in cui l’affidamento preadottivo sia stato confermato.
La domanda può essere presentata anche dalle donne che pur avendo completato il settimo mese di gestazione non abbino poi potato a termine la gravidanza perché la stessa si sia interrotta. In quel caso dovrà essere presentata con la richiesta anche la certificazione che dimostri l’evento.
Il bonus spetta a tutte le donne italiane, a quelle con cittadinanza dell’Unione Europea e anche alle straniere provenienti da paesi extra UE che siano presenti regolarmente sul territorio italiano e che vi abbiano fissato la residenza.
Per residenza si intende la regolare registrazione presso l’ufficio anagrafe di uno qualsiasi dei comuni italiani, che sia stata verificata da un ufficiale inviato dal comune.
A quanto ammonta il bonus mamma
Il bonus mamma è per tutte le richiedenti dello stesso importo: 800 euro. Per approvare la domanda non si fa alcun riferimento al reddito effettivo della madre o del nucleo familiare di cui fa parte. E il patrimonio familiare non ha alcuna rilevanza neppure nel determinare l’entità dell’assegno che è fissa per tutte.
Dopo l’approvazione da parte dell’INPS della domanda il bonus verrà versato alla richiedente secondo le modalità indicate sul modulo di richiesta sul quale dovranno essere specificati anche l’IBAN quando necessari e gli estremi per fare il trasferimento. Le alternative possibili sono un bonifico su conto corrente bancario o postale, libretto di risparmio postale o carta prepagata.
Come fare la domanda per il bonus mamma
La domanda può essere presentata secondo alcune modalità alternative, ma sempre all’INPS, che si occupa di verificare la correttezza delle richieste, la presenza dei requisiti e dell’ammissione dei bonifici. Sarà sempre all’istituto nazionale di previdenza che si dovrà fare riferimento nel caso ci siano ritardi, o ci siano contestazioni per domande non approvate.
La prima opzione è quella di presentare la richiesta per via telematica accedendo al portale dedicato. In questo caso ci si dovrà dotare dello SPID. L’identità digitale che presto costituirà l’unico modo per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione.
In alternativa è possibile rivolgersi al call center che risponde al numero 803 164, gratuito da rete fissa o al numero 06 164 164 da rete mobile. Ultima alternativa è quella di fare riferimento a un patronato di fiducia che inoltrerà la richiesta utilizzando i canali dei servizi telematici e assisterà nella compilazione dove necessario.
In ogni caso i dati da fornire sono quelli anagrafici della madre, e quelli che riguardano l’avvenuta gravidanza o adozione. Inoltre le informazioni relative al bambino compreso il codice fiscale.
La maggior parte dei dati devono essere autocertificati, ma non la gravidanza che dovrà essere dimostrata allegando il codice del certificato elettronico rilasciato da un medico del servizio sanitario nazionale.
Quando la domanda per il bonus mamma può essere presentata da altri
Come regola a questo bonus possono accedere solo le madri, ma la domanda può essere presentata se ne ricorrono le condizioni anche da un legale rappresentante incaricato dalla donna.
Altra ipotesi in cui è autorizzato qualcun altro alla richiesta è quella in cui si tratti di una minorenne, o di una donna che sia temporaneamente, o stabilente incapace e debba essere sottoposta a tutela, curatela, o avere un amministratore di sostegno.
In questi casi il rappresentante può essere il padre del bambino, i nonni, o chi sia stato nominato come tutore o curatore. La persona che fa la domanda deve essere in possesso delle credenziali di accesso della madre.
Deve caricare tutte le informazioni che sarebbero state chieste alla donna e dimostrare di avere ricevuto una delega, oppure di essere un legale rappresentante, caricando i documenti che lo attestano.
Quando la domanda del bonus mamma è un diritto del papà
Come si legge sul sito INPS dedicato,
il padre può chiedere il bonus mamma nei casi in cui il bambino sia stato abbandonato, ci sia affidamento esclusivo al padre, sia stata dichiarata la decadenza della potestà genitoriale della donna, o in caso di decesso della madre.
La domanda sarà presentata a nome del padre e con le stesse modalità previste per la madre, quindi presentando i documenti che attestino l’avvenuta gravidanza e la paternità, i dati del bambino e inoltre le ragioni per cui il diritto è stato trasferito in capo al padre: certificato di morte, sentenza di decadenza dalla potestà genitoriale o altro.
Bonus mamma per i gemelli
Abbiamo già anticipato che le gravidanze plurime, hanno da subito dato adito a una certa confusione. Con il messaggio 4252 del 13 novembre 2020 l’INPS ha messo chiarezza sui dubbi che ancora c’erano a proposito delle gravidanze gemellari.
Si conferma che i bonus a cui ha diritto la mamma sono tanti quanti sono i figli indipendentemente dal numero e del momento della nascita.
Nel caso sia già stata presentata la domanda al completamento del settimo mese di gravidanza dopo il parto dovrà essere presentata una richiesta aggiuntiva specificando le informazioni relative a tutti i bambini e in particolare il codice fiscale.
Si ricorda che informazioni di questo tipo vanno solo autocertificate, ma sono di semplice verifica, quindi è importante essere precisi nel trascrivere il codice alfanumerico.
Nel caso si faccia la prima richiesta dopo il parto basterà nell’apposito spazio indicare i codici fiscali di tutti i bambini e i calcoli saranno fatti dall’INPS che erogherà in un’unica soluzione l’assegno per tutti.
Se la domanda sia stata fatta durante la gravidanza e liquidata prima del parto, la seconda richiesta dovrà essere fatta come detto sopra. La donna avrà comunque diritto a ricevere anche i premi per gli altri gemelli. Solo in questo caso invece di ricevere il bonus in un’unica rata lo riceverà in due volte.
Domanda bonus mamma per le adozioni plurime
Nel caso dell’adozione o dell’affido di più di un bambino: se le sentenze che le confermano sono emesse in tempi diversi basta presentare diverse domande una per ogni bambino. Importante segnalare il termine bambini, perché il bonus
mamma vale anche per le adozioni, ma solo per quelle che riguarda i minorenni, non per quelle, comunque previste nel nostro ordinamento, di adozioni di adulti.
A scelta della madre, se l’affido o l’adozione sono contemporanei, potrà in questo caso essere presentata un’unica domanda nella quale si inseriscono i dati di tutti i figli, oppure ne potrà essere presentata una per ogni bambino. Le quote saranno versate, se le domande saranno approvate, in una o più soluzioni a seconda di quante domande sono state inoltrate.
In caso ci fossero rifiuti di accettare una o tutte le richeite, si potrà, entro 90 giorni fare ricorso all'INPS, e in caso di esito ancora negativo ci si potrà rivolgere a un tribunale.