Si può chiedere la busta paga per l’affitto? Ecco la verità

Sarà capitato anche a te di ricevere la richiesta di presentare la busta paga per concludere un contratto di affitto. Questa pratica è legale?

Pagare regolamente l’affitto può non essere facile per tutti. Basti pensare al costo dei canoni in città come Milano o Roma e agli stipendi che restano uguali nonostante l’inflazione. Per questo motivo spesso i proprietari di casa chiedono di mostrare o consegnare la busta paga ai propri inquilini. Anzi, talvolta stabilisocno un “tetto” di retribuzione sotto la quale non concedere l’appartamento in affitto.

Ciò serve come garanzia di solvibilità. Ma è veramente legale fare tutto ciò? Andiamo a scoprirlo analizzando cosa dice la legge al riguardo.

É legale chiedere la busta paga per l’affitto? Cosa dice la legge

Uno dei momenti nei quali può essere richiesta la presentazione di una busta paga è quando bisogna redigere e firmare un contratto di locazione tra il proprietario di un immobile ed il futuro inquilino.

In particolare, il proprietario, denominato anche “locatore”, ha la facoltà di poter richiedere all’inquilino, denominato anche “locatario”, di fornire l’ultima busta paga che quest’ultimo ha ricevuto, in modo da avere una prova della solvibilità dell’inquilino e, dunque, come una sorta di garanzia che costui provvederà, in maniera regolare, al versamento dell’ammontare relativo al canone di locazione dovuto.

Un’altra modalità si verifica quando il locatore stabilisce un importo della busta paga per l’affitto, ad esempio stabilisce che il suo appartamento non sarà affittato a chi guadagni meno di 1.700 euro al mese. Questa pratica è diffusa soprattutto nelle città che hanno dei canoni d’affitto particolarmente elevanti come Milano, Roma e Firenze. In sostanza, questo importo funge da soglia e, dunque, quando la somma in denaro che percepisce il locatore sarà inferiore rispetto a quella che viene stabilita dal proprietario dell’immobile, quest’ultimo si rifiuterà di stipulare il contratto di locazione e di concedere il proprio appartamento in affitto al locatario.

Ma, secondo quanto viene disciplinato dalla legge, è legale procedere con questa richiesta? Nello specifico, la normativa nazionale non esclude questa possibilità e, quindi, non punisce il proprietario di un immobile che richiede la presentazione di una busta paga per l’affitto.

Questo avviene perché tale operazione rientra all’interno della libera scelta e della libertà contrattuale tra le parti in causa. Dunque, non può essere punito il locatore che la richiede, ma, logicamente, non potrà essere punito neanche l’inquilino che si rifiuta di presentarla, dal momento che ciò rappresenta una sua libera scelta e, quindi, l’unica conseguenza negativa che potrà avere sarà quello di non poter prendere in affitto quel determinato appartamento.

A che cosa serve

Presentare la busta paga per l’affitto al proprietario di un determinato appartamento serve a mostrare a quest’ultimo la capacità economica, finanziaria e reddituale del potenziale inquilino, in modo che il proprietario dell’immobile possa avere una garanzia della solvibilità del medesimo.

In questo modo, il titolare dell’immobile potrà sentirsi maggiormente sicuro rispetto al fatto di poter ricevere i soldi del canone di locazione, con la cadenza mensile concordata, come è previsto all’interno del contratto e, dunque, senza ricevere brutte sorprese e accumulare un credito nei confronti dell’inquilino, a causa dei suoi ritardi.

Questa modalità può essere utile per farsi un’idea della persona alla quale ci si trova davanti ma non fornisce delle informazioni precise riguardanti la reale capacità reddituale dell’inquilino. Ad esempio una persona potrebbe “vivere di rendita” perché ricca di famiglia senza avere un lavoro fisso e quindi un cedolino. Oppure l’inquilino potrebbe guadagnare grosse somme lavorando in nero senza, quindi, poter dimostrare i suoi guadagni.

Inoltre potrebbe sempre accadere che i locatori, pur avendo uno stipendio elevato, decidono, per scelta personale o per qualsiasi altro motivo, di non pagare quanto dovuto al proprietario. Mentre, altre volte, invece, ci sono degli inquilini che, pur non avendo soldi da parte e pur non ricevendo delle ingenti somme di denaro alla fine di ogni mese, hanno una profonda integrità morale ed etica personale e, perciò, anche facendo dei sacrifici, riescono ugualmente a versare il canone di locazione in maniera regolare, senza accumulare ritardi nei pagamenti.

Quali sono le altre modalità per dimostrare la propria capacità reddituale

Ecco quali sono le altre modalità attraverso le quali il futuro inquilino può mostrare e fornire una garanzia circa la propria futura solvibilità e capacità reddituale, senza presentare al proprietario dell’immobile necessariamente l’ultima busta paga che egli ha ricevuto.

Le garanzie alternative che il potenziale inquilino può mostrare al padrone di casa possono essere le seguenti:

  •  la propria capacità reddituale fornendo al proprietario dell’appartamento una copia dell’ultima dichiarazione dei redditi che egli ha presentato;
  • una certificazione ufficiale, la quale viene redatta dalla sua banca e la quale serve ad attestare la sua disponibilità a livello economico e finanziario;
  • inserire un terzo soggetto all’interno dell’accordo che sarà stipulato tra le parti, il quale andrà a ricoprire il ruolo di fideiussore e farà egli stesso da garante e, dunque, provvederà al regolare versamento del canone di locazione dovuto, qualora subentri una situazione di mancanza di solvibilità dell’inquilino stesso (fideiussione bancaria).

Le garanzie per tutelare il proprietario: il pegno

Oltre agli strumenti già analizzati a tutela del diritto del proprietario dell’immobile alla riscossione del credito, la legge prevede due ulteriori strumenti a garanzia del locatore, ovvero:

  • il pegno;
  • la caparra confirmatoria.

All’interno di questo paragrafo ci andremo a concentrare sulla prima tipologia di forma di garanzia della riscossione del credito del proprietario dell’immobile, ossia il pegno. Nello specifico, quest’ultimo consente al locatore di ottenere una determinata somma di denaro, a titolo di pegno, da parte dell’affittuario, e potrà decidere di trattenerla nel caso in cui quest’ultimo risulti inadempiente e non paghi regolarmente il suo debito. Il pegno è una forma di garanzia reale che consente al proprietario di un immobile di avere una protezione ulteriore riguardo l’adempimento ed il pagamento dell’inquilino.

In questo modo, infatti, egli potrà richiedere una somma di denaro maggiore rispetto alle tre mensilità di deposito cauzionale che può richiedere secondo quanto previsto dalla legge e l’affittuario potrà ottenere questa somma anche attraverso un finanziamento erogato da parte della banca.

Le garanzie per tutelare il proprietario: la caparra confirmatoria

L’ulteriore strumento che funge da garanzia, di cui abbiamo già accennato l’esistenza, si pone in un momento precedente rispetto alla stupulazione del contratto d’affitto vero e proprio. Si tratta della caparra confirmatoria che prevede il versamento di una determinata somma di denaro oppure della quantità corrispondente sotto forma di beni fungibili, da parte dell’inquilino nelle tasche del locatore.

Solitamente ammonta ed è pari a 3, 6 o 9 mensilità e può:

  • essere restituita all’affittuario, nel caso in cui quest’ultimo adempia ai propri doveri e, dunque, firmi il contratto di locazione;
  • essere trattenuta dal proprietario, nel caso in cui l’inquilino non adempia ai propri doveri e, dunque decida di recedere dal contratto anticipatamente o arrechi danni consistenti.

In sostanza, questo strumento risulta essere una garanzia per il locatore, in quanto evidenzia la serietà o meno del locatario in merito all’accordo intrapreso tra loro.

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La richiesta della prova del reddito

La richiesta della prova del reddito del futuro inquilino da parte del proprietario dell’appartamento sarà diversa a seconda che il contratto di affitto preveda un importo elevato, oppure che questo sia decisamente più economico. In particolare:

  • il locatore solitamente chiede la busta paga al locatario quando la somma da versare mensilmente non è particolarmente elevata;
  • il locatore potrebbe chiedere anche più buste paga, l’ultima dichiarazione dei redditi presentata e la presentazione dell’estratto conto bancario, qualora l’importo da versare mensilmente sia piuttosto elevato.

Invece, per un affitto di un importo medio, i proprietari solitamente chiedono agli inquilini la presentazione delle ultime due buste paga ricevute.

La maggioranza degli istituti di credito consente l’erogazione dei finanziamenti per un importo massimo pari al 28% rispetto alla somma di denaro che il richiedente guadagna. Se questo criterio dovesse essere applicato dal proprietario di un appartamento, allora costui dovrebbe concedere in locazione il proprio immobile solamente a dei potenziali inquilini che percepiscano un reddito mensile pari ad almeno 1.500 euro, qualora il costo dell’affitto fissato dal locatore fosse pari a 420 euro al mese.

Inoltre, il locatore potrà anche decidere di procedere con una verificare del reddito effettivamente posseduto dal futuro affittuario, recandosi presso la banca, presso il luogo di lavoro dove presta la propria attività lavorativa l’inquilino oppure contattandoli telefonicamente, in modo da avere la certezza che quanto sia stato dichiarato dal soggetto che richiedere di ottenere la locazione del proprio appartamento sia effettivamente vero.

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